di Andrea Braconi
Il Centro Provinciale Istruzione Adulti (noto con l’acronimo Cpia) come punto di raccordo per la formazione degli adulti, stranieri e non. E quel termine – straniero, appunto – del quale Cristina Corradini, dirigente scolastica di quell’Itet “Carducci – Galilei” che ospita lo stesso Centro, vorrebbe fare a meno in un prossimo futuro. “Il nostro vuole essere un atteggiamento lungimirante a servizio di una comunità che cresce” ha ribadito in occasione della presentazione di un corso di informatica di base. Quindici lezioni da 2 ore in presenza con docente, per un massimo di 15 partecipanti. Ed un attestato finale che certificherà la frequenza e la partecipazione all’attività formativa.
In sostanza, un corso allargato a tutti gli adulti in questa fase dove la telematica è fondamentale l’erogazione di servizi al cittadino. “Abbiamo intercettato un bisogno latente e spesso non dichiarato”.
Con le linee guida del 2014 centri come il Cpia hanno acquisito una vera e propria autonomia didattica, organizzativa e gestionale. “Nel 2015 – ricorda – abbiamo dato il via a questa scuola che si dedica all’istruzione degli stranieri, un settore delicatissimo dove c’è un mondo che troppo spesso non si conosce. Si tratta di adulti che vedono nella scuola un’ancora di salvezza e che attraverso questi attestati possono ottenere la cittadinanza, entrare in maniera fattiva nel mondo del lavoro ed attivare dinamiche relazionali fondamentali”.
Una scuola, il Cpia, che lavora in sinergia con le Prefetture di Fermo e Ascoli. “Siamo anche l’unica scuola che entra come settore di istruzione nel carcere. È stata una scommessa per il nostro istituto ma attraverso questa scelta si può creare un’offerta formativa in verticale, dallo straniero che necessita di un’alfabetizzazione per proseguire fino al conseguimento del diploma di terza media, agganciandosi anche ai corsi serali dell’Itet che conduco ad un diploma in amministrazione, finanza e marketing. Al centralino 0734.224664 siamo a disposizione sia al mattino che alla sera, ma tutte le informazioni possono essere reperite anche sul sito cpiafermo.edu.it”.
È di origine straniera il 70% degli iscritti su un flusso annuale di quasi 500 persone. Di queste il 67% frequenta i corsi di italiano, il 21% i corsi per il diploma, mentre il resto è impegnato nell’ampliamento di ulteriori competenze. E se per gli stranieri la maggioranza risulta essere maschile, con fasce di età di giovani e giovanissimi con meno di 35 anni, per gli italiani domina la presenza femminile.
Responsabile del Cpia è il professor Marcello Fedozzi. “Questo nuovo corso di informatica nasce da un progetto PON a valere su fondi europei per un importo di 10.000 euro. È il primo step di un percorso che l’adulto può continuare a fare all’interno dello stesso Centro. La progettazione è stata fatta dalla collega Cristina Pungitopo, con la consapevolezza che in un tempo di pandemia e gravi disagi diventa fondamentale per i non nativi digitali conoscere i nuovi strumenti per utilizzarli nell’accesso ai servizi. È importante oggi una simile occasione informativa per raggiungere quelle fasce di popolazione adulta che restano escluse da questo intervento”.
L’organico è di 7 docenti, di cui 2 per i corsi di italiano e 5 docenti di primo ciclo. “Uno staff limitato rispetto al territorio di riferimento ed al fabbisogno, ma intanto attingiamo a queste risorse aggiuntive che ci consentono di ampliare l’offerta formativa”.
La segretaria Silvia Laghi ha spiegato come il corso faccia parte di un pacchetto dedicato e andrà a tentare di appianare le distanze create con gli studenti durante la pandemia. “I fondi del Ministero dell’Istruzione ci hanno permesso di ampliare la nostra offerta”.
Anche Ilide Santello, nuova direttrice dei servizi generali e amministrativi dell’Itet, ha preso parte alla presentazione del corso, dichiarandosi colpita per “la passione che “tutte queste persone mettono per aumentare un’offerta molto importante nei confronti delle persone più svantaggiate”.
“Siamo tutti sotto lo stesso cielo – ha esordito l’assessore Annalisa Cerretani – ed è importante che i dirigenti scolastici escano dalla zona di comfort. Fare un progetto del genere significa mettersi in gioco e faccio i complimenti a questa scuola, che è un orgoglio per la città di Fermo. Le politiche del lavoro partono dal diritto all’istruzione, non c’è lavoro senza un’istruzione di base”.
“Il CPIA – ha ricordato l’assessore Mirco Giampieri – era ospite della scuola Leonardo Da Vinci, ma la preside ci ha accolto in spazi idonei per sviluppare questo progetto. È una risorsa aggiuntiva per l’integrazione di una determinata fascia di persone. Qui si lavora in silenzio, ma si portano a casa sempre dei grandissimi risultati”.
Giampieri ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa per un supporto economico basato su una programmazione quadriennale. “L’intenzione è di aumentare il servizio a Lido Tre Archi, serve in quella zona un presidio di scuola per aiutare le varie etnie. Con Alessandro Ranieri dell’Ambito Sociale l’intenzione è quella di diffonderlo e potremmo farlo nelle sedi di Via Aldo Moro o al Centro Sociale”.
“Le cose funzionano quando c’è una squadra – ha aggiunto la dirigente scolastica – e vi assicuro che il CPIA è una squadra coesa verso l’obiettivo, c’è una sinergia assoluta ed una velocità di scambio nelle interazioni. I cosiddetti punti di erogazione didattica erano già nell’intelaiatura della scuola, ma non erano stati formalizzati. Nel tempo la scuola è cresciuta ed è il momento di giungere a questo accordo. Sono punti che servono per abbattere anche questa difficoltà nel lasciare le donne muoversi dalle case, specialmente in orario serale. La nostra è una scuola virtuosa e così si ritorna al concetto che è la scuola che si avvicina all’utenza. La parola chiave per noi è servizio e questo il Cpia lo fa”.
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