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Export fermano, nel secondo trimestre 2021 il calzaturiero a -25% rispetto al 2019

CRISI - E’ la moda il settore più in difficoltà, dove si è recuperato il pesante calo del 2020 ma mancano ancora all’appello 44 milioni di esportazioni rispetto al 2019 (-24,2%) di cui -34 milioni del calzaturiero (-25,1%)

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Ammonta a 212 milioni di euro il valore delle esportazioni fermane nel secondo trimestre del 2021, che registrano il pieno recupero dei volumi persi nel 2020, condizionato dall’emergenza Covid, ma al contempo una decrescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2019: insieme ad Ascoli Piceno è l’unica nelle Marche ad aver prodotto una perdita. E’ quanto emerge dai dati Istat elaborati dall’Ires Cgil Marche.

E’ la moda il settore più in difficoltà, dove si è recuperato il pesante calo del 2020 ma mancano ancora all’appello 44 milioni di esportazioni rispetto al 2019 (-24,2%) di cui -34 milioni del calzaturiero (-25,1%). In crescita il mobile (+58,4%), l’agroalimentare (+22%) e la meccanica (+10,4%).

Per Alessandro De Grazia, Segretario Generale Cgildi Fermo: “ Molto preoccupante l’andamento dell’export fermano che, inseme ad Ascoli Piceno, registra la perdita più consistente rispetto ai valori del 2019, mentre le altre province marchigiane certificano dati di crescita importanti. Segnali evidenti della fragilità del sistema produttivo fermano, in particolare del settore calzaturiero, quello che traina tutta l’economia della provincia. Si avvicina il termine del blocco dei licenziamenti, fissato per il 31 ottobre, per questo occorre accelerare su alcune scelte, politiche e non. Le prime le dovranno assumere il Parlamento e le Giunta regionale Marche. Governo e Parlamento devono accelerare sulle riforme in particolare quella sugli ammortizzatori sociali e quella sulle politiche attive del lavoro, la Regione Marche deve decidere se intende finanziare gli ammortizzatori sociali per l’area di crisi industriale complessa. Questi provvedimenti ci consentirebbero di affrontare e gestire la crisi occupazionale che, inevitabilmente, si paleserà con il termine del blocco dei licenziamenti. In merito alle scelte non politiche, spetta a noi e le altre parti sociali del territorio, il compito di individuare quali dei temi contenuti nel Patto per il Lavoro e lo Sviluppo del fermano, sono prioritari e quindi dobbiamo tradurre quelle linee programmatiche in progetti concreti, certi che questi possono rappresentare una svolta significativa per le prospettive di sviluppo della provincia di Fermo.
Escludendo la nautica e la farmaceutica, risultano molto differenziate le dinamiche nelle diverse province marchigiane. La provincia di Ancona è quella dove si registra l’incremento più sostenuto dei volumi di export (+12,1%), seguono quella di Pesaro Urbino (+9,0%) e Macerata (+2,6%). Ancora pesante il calo nelle province di Ascoli Piceno (-5,8%) e Fermo (-15,8%)”.


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