di Andrea Braconi
La seconda parte della mattinata di apertura del Micam, oltre ad uno stimolante e puntuale intervento di Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, ha visto la presenza di altri autorevoli ospiti, come Mirco Carloni, vice presidente della Regione, che ha esordito con un “Marche Uber Alles” per rimarcare la grande attenzione rivolta al tessuto economico del territorio. “Abbiamo tante microimprese che sono grandiose e stiamo valutando anche insieme ad altre Regioni come sfruttare il Recovery per finanziare le filiere. Gli aiuti non possono essere dati solo ad aziende di medie dimensioni e il nuovo modello economico per le Marche è la filiera. Qui nessuno si salva da solo e se il divisionismo continua a lasciare il segno, la nostra regione rischia di non essere più rappresentativa, rischiamo di perdere la guerra dei mercati. Per questo dobbiamo imparare a fare sintesi: la nostra impresa ha bisogno soltanto di una spinta per crescere e nelle prossime settimane metteremo in campo politiche anti cicliche che servano a contrastare le perdite di questi anni. La calzatura non ha ancora un segnale di ripresa marcato, quindi dobbiamo dare stimoli a crescita e competitività”.
Un modello condiviso da Valentino Fenni, vice presidente di Assocalzaturifici. “La maggiore vicinanza delle istituzioni alle aziende non può che far bene”.
“I calzaturieri ci chiedono una finalizzazione realmente coerente con le loro esigenze – ha precisato Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio -. Ma cosa succederà nel prossimo settennato nelle Marche? Avremo 1,1 miliardi per sviluppo economico e politiche sociali, ma oggi riscontriamo un problema di manodopera specializzata, che è anche un problema culturale. Dal prossimo settembre entreremo come Regione in transizione, essendo declassati per vitalità economica: certo, questo porterà più soldi ma anche la necessità di una situazione da affrontare con attenzione. Dobbiamo valutare la possibilità di estendere la decontribuzione del 30% alle aree di crisi complessa. Inoltre, è necessario che il FESR non sia solo appannaggio dei grandi campioni manifatturieri ma occorre modulare gli obiettivi per farli intercettare dalla piccola e media impresa artigiana. Dobbiamo anche avere il coraggio di trattare diversamente le imprese che non ce la fanno più e va sviluppato un progetto per l’attivazione di forme di microcredito per imprese con meno di 5 anni. I soldi ci sono, vanno gestiti bene e spesi bene”.
Braccio operativo dell’ente camerale per l’attuazione di attività volte a favorire e a sostenere processi di industrializzazione per imprese di calzatura e moda, l’Azienda Speciale LINEA ha voluto far sentire la propria presenza agli imprenditori marchigiani. “Lo shock pandemico ha peggiorato per il calzaturiero una situazione già molto complicata – ha sottolineato la presidente Francesca Orlandi -. con un ridimensionamento numerico con saldi negativi tra iscrizioni e cessazioni. Noi ascoltiamo tutte le esigenze e le pluralità di vedute delle diverse associazioni, facendo una sintesi per dare risposte immediate e di sostegno. All’Obuv di Mosca porteremo 37 aziende, con un abbattimento del 50% del costo dello stand grazie ad un accordo con la Regione, un fatto importante che testimonia l’attenzione nei confronti di queste realtà”.
Ma per recuperare il terreno perduto, ha aggiunto Orlandi, occorre investire nel digitale. “La Camera di Commercio ha già organizzato bandi importanti che ci possono aiutare. Deve esserci una trasformazione di tutti i processi aziendali per migliorare l’efficienza produttiva ma anche per una trasparenza di quella catena produttiva che diventa valore aggiunto. Occorre anche arricchire il concetto di Made in Italy con elementi di sostenibilità per un maggior impatto sul consumatore”.
“Il contributo offerto dal rettore Gregori e la lucidità respirata qui al Micam ci confermano che non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Ma noi sappiamo dove andare” ha concluso Castelli, seguito dal suo collega di Giunta Carloni. “Voglio portarmi a casa un’idea della nostra regione che, quando riesce a fare squadra, quando i particolarismi si trasformano in collettivo, diventa davvero forte. La politica non deve creare economia ma favorire gli scambi, alleggerire il carico. E tutti insieme si deve andare nella stessa direzione. Siamo di fronte alla più grande contribuzione pubblica della storia e la cosa che non dobbiamo permetterci è di sbagliare”.
A margine della presentazione, Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico, ha focalizzato alcuni punti su questa edizione del Micam e sul futuro del settore. “Partiamo con tanto ottimismo e tanta speranza, con la solita voglia di venire a Milano per cercare di proporre e vendere prodotti nuovi. Al ministro Giorgetti abbiamo messo sul tavolo il bisogno di aiuto e vicinanza del Governo, il problema dell’occupazione, quello delle infrastrutture, quello della tutela dei marchi e delle proprietà intellettuali, il bisogno di bandi per i campionari e la formazione dei dipendenti. Il ministro è consapevole di tutto questo e si è impegnato ad agire”.
Confindustria è impegnata in una strategia quanto mai puntuale per l’internazionalizzazione: “La nostra è l’associazione più importante di categoria in Italia e, d’accordo con il Governo, Camera di Commercio e Ice, stiamo preparando dei bandi per affrontare dei mercati che troveremo sicuramente cambiati dalla pandemia”.
Infine, il nodo infrastrutture sollevato dallo stesso ministro. “Speriamo non sia una battaglia persa e ci mettano veramente le mani, così è una cosa scandalosa” sentenzia Fenni.
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