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Allattamento al seno anche nella Pam, contatto mamma-bimbo e Patologia neonatale: la Pediatria del Murri sempre più all’avanguardia

FERMO - La settimana mondiale per l'allattamento al seno (1-7 ottobre) è la migliore occasione per fare il punto con Luisa Pieragostini, primario del reparto di Pediatria del Murri su quanto fatto e sviluppato nei mesi orribili segnati dal Covid

Il primario della Uoc Pediatria del Murri, Luisa Pieragostini

Un’assistenza costante alle mamme, anche prima di mettere al mondo i loro figli, un contatto costante tra specialisti, mamme e bambini, l’umanizzazione del rapporto tra madre e prole, la stanza Pam per l’allattamento e, dulcis in fundo, il ‘reparto nel reparto’: la Patologia neonatale. Tanto per fare alcuni esempi, alcune voci nella lista delle caratteristiche, dei servizi, dell’organizzazione medico-sanitaria che fanno del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale Murri di Fermo, guidato dal primario Luisa Pieragostini, un reparto all’avanguardia dove le alte specializzazioni, l’organizzazione del lavoro e i servizi offerti viaggiano tutti in un’unica direzione: assistere al meglio i bambini, anche quelli meno fortunati, con qualche problema alla nascita, e le loro mamme.  E la settimana mondiale per l’allattamento al seno (1-7 ottobre) è la migliore occasione per fare il punto con la dottoressa Pieragostini su quanto fatto e sviluppato in questi mesi, nonostante la piaga della pandemia da Covid. 

“Il Dipartimento Materno-Infantile del Murri nonostante le difficoltà dovute al Covid è stato sempre vicino alle mamme per aiutarle e supportarle durante il percorso pre-parto e post-parto, percorso finalizzato all’Allattamento esclusivo al seno. Il percorso trova il suo inizio nei corsi di preparazione al parto tenuti dall’ostetrica Rita Nardirocchi, sotto la direzione della Pod, la dottoressa Lucia Ercoli, dalla dottoressa Valentina Biondini, sotto la direzione del direttore della Uoc Ostetricia e Ginecologia, Alberto Maria Scartozzi” e, ovviamente, dalla stessa direttrice della Uoc di Pediatria e Neonatologia, Luisa Pieragostini.

“Il percorso prosegue poi dopo la nascita con il supporto dato alle mamme dalle infermiere del Nido Pediatrico guidate dalla coordinatrice, la dottoressa Tiziana Baglioni, e dalle ostetriche di reparto. E la settimana mondiale per l’allattamento al seno (1-7 ottobre) è la migliore occasione, proprio per la dottoressa Pieragostini, per fare il punto, un consuntivo, su quanto fatto nei mesi orribili segnati dal Covid. 

“Durante la Pandemia i corsi, nonostante siano stati tenuti via web, hanno registrato una notevole partecipazione di future mamme ed il successivo supporto all’allattamento al seno è stato effettuato secondo le normative Covid e le indicazioni della Società Italiana di Neonatologia.


Durante il ricovero il personale dedicato compila una scheda, la scheda Latch Score, la quale ha il compito di rendere disponibile a tutto lo staff sanitario, un chiaro e standardizzato report di ciascuna poppata identificando le aree che necessitano d’intervento. La scheda viene poi utilizzata, aggiornandola, durante i controlli neonatali dove oltre alla valutazione clinica del piccolo viene effettuata, anche, una valutazione dello stato dell’allattamento al seno. Le mamme con problemi vengono, quindi, fatte accomodare, sempre rispettando le normative Covid, nella stanza per l’allattamento al seno presente presso la Uoc di Pediatria e Neonatologia.
L’interesse del dipartimento materno-infantile per l’allattamento al seno ha portato lo stesso ad iniziare le procedure per diventare ‘Ospedale Amico del Bambino/Unicef” ottemperando ai 10 passi del Manifesto Oms-Unicef. Il latte materno, inoltre, costituisce un farmaco salvavita per i neonati prematuri e il nutrimento ideale per crescere e svilupparsi in salute. Il latte materno è non solo specie-specifico ma individuo-specifico, perché ogni mamma produce il latte adatto al proprio neonato. Tra gli indiscutibili benefici, è riconosciuto il suo effetto protettivo contro le infezioni, dovuto al passaggio di immunoglobuline ed a fattori bioattivi. Ed è per questo che a Fermo abbiamo la Uos di Patologia neonatale, attualmente prevista nell’organigramma funzionale aziendale, di cui è responsabile la dottoressa Emanuela Lanfranchi. Il lavoro effettuato dalla Lanfranchi durante questi ultimi 12 anni di adeguamento strutturale e funzionale ha reso possibile un miglioramento delle cure neonatali e della qualità dell’assistenza, evitando di trasferire il neonato presso altri centri e consentendo di mantenere il rapporto madre-neonato. La Patologia neonatale è un ‘piccolo’ reparto speciale, dove vengono assistiti tutti i neonati che per qualsiasi ragione non hanno dopo la nascita un decorso completamente fisiologico, ad esempio a causa della prematurità o per sofferenza al momento della nascita o per altre patologie congenite od acquisite emergenti. Il reparto è dotato delle più moderne attrezzature, e ogni anno si svolgono corsi di formazione orientati alla qualificazione del suo personale.


E’ in questa ottica che nel nostro reparto di Patologia neonatale, abbiamo voluto dedicare particolare attenzione alle tematiche di ‘umanizzazione’ volte a favorire la varie fasi della relazione tra il neonato patologico e la sua famiglia, con particolare riguardo alla promozione proprio dell’allattamento al seno, mettendo la mamma nelle condizioni o di attaccare il proprio piccolo/a al seno o dove questo non fosse stato possibile, per le condizioni critiche del neonato, cercando di somministrare il latte della mamma. L’attenzione all’umanizzazione è testimoniata per esempio dal fatto di essere un reparto ‘aperto’ ai genitori H24, (anche in tempo di Covid utilizzando tutti i dispositivi di protezione e i protocolli di sicurezza), al fine di favorire il contatto madre-neonato, promuovere la Kangaroo mother care e l’umanizzazione delle cure, coinvolgendo appunto i familiari nel percorso di cura, come previsto dagli standard europei Efcni (European Standard Care for Newborn Health). Concludo citando il professor Mosca, presidente della Società Italiana di Neonatologia: ‘La promozione dell’allattamento deve essere un percorso virtuoso che inizia in ospedale, ma che poi prosegue nel primo anno di vita, mettendo il neonato al centro delle scelte politiche e istituzionali, per creare ed incentivare condizioni che permettano alle mamme di continuare ad allattare anche dopo i primi mesi. Possono e devono farlo sin da subito, senza paure infondate sulla vaccinazione anti-Covid, ma, anzi con uno sprone in più: la protezione per i loro piccoli che non possono ancora vaccinarsi’”.


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