di Giorgio Fedeli
Il punto di partenza? Il livello ‘zero’ da cui si inizia a scavare? Manca ancora l’accordo normativo tra medici di medicina generale e Regione-Asur sulle modalità con cui procedere con la somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid. Ma su quest’aspetto, però, Paolo Misericordia, segretario provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, taglia subito corto: “L’accordo è in dirittura di arrivo. E, sia chiaro a tutti da subito, non è una questione economica: da quel punto di vista siamo fermi da decenni su quanto regolato da normative nazionali”. Dunque, per la serie, i tempi dell’accordo per la somministrazione della terza dose anti-Covid non sono dettati da una negoziazione pecuniaria tra le parti. Tutt’altro. Ma quella ratifica tra le parti serve comunque a dare il via libera ai medici di medicina generale per le somministrazioni ‘a domicilio’ dei vaccini o nelle strutture residenziali tipo le Rsa, tanto per fare degli esempi.
Per Misericordia, però, il problema non è tanto l’accordo in sé “che arriverà a brevissimo” quanto l’organizzazione del lavoro. E qui si entra nel vivo della questione, si va in profondità: “Dobbiamo partire, dobbiamo sbrigarci con le terze dosi. Sì perché siamo nella coda della copertura immunitaria. E già si stanno verificando decine di casi di persone vaccinate che si stanno reinfettando, a Sant’Elpidio a Mare c’è stato un cluster importante, tanto per fare un esempio”. Insomma partire subito e a spron battuto con la terza dose. Ma c’è dell’altro. Non esiste solo il Covid, purtroppo. Siamo ormai anche in periodo di anti-influenzale, e proprio oggi parte il vaccino ad hoc: “E non ce lo danno perché non c’è l’accordo. Questo mi sembra assurdo. E’ un cane che si morde la coda. Ci dessero queste dosi di anti-influenzale. Bisogna organizzare subito il lavoro”. D’altronde le due vaccinazioni (terza dose e anti-influenzale) sono compatibili, dunque le due punture in un’unica seduta dal medico non sarebbero un ostacolo, anzi. “Infatti le possibilità di farle insieme ci sono – spiega Misericordia – ma l’organizzazione del tutto non è banale né scontata. Lo scorso anno ci siamo organizzati con dei flussi aperti nei week end”.
E più ci si addentra nella questione, più vengono nodi al pettine: vedasi la cooperazione applicativa che per Misericordia nelle Marche manca. E che invece, a sentir parlare il segretario Fimmg, snellirebbe e non poco l’iter burocratico delle vaccinazioni. Cosa significa? Semplice: piattaforme di registrazione delle vaccinazioni che si interfacciano senza obbligare i medici alle doppie registrazioni. “In Campania, ad esempio, sono più avanti di noi. Noi, quando vacciniamo un paziente contro il Covid, lo registriamo sulla piattaforma Primula che, però, non è integrata con i nostri gestionali. Questo significa che dobbiamo registrarlo una seconda volta anche per noi. E’ inaccettabile. E ora vorrebbero fare la stessa cosa anche per l’anti-influenzale? No, non ci siamo proprio. Serve assolutamente una cooperazione applicativa, si chiama così, che renda più rapido e agevole il lavoro di registrazione”. Nodi da sciogliere al più presto, vuoi per accelerare sulle terze dosi, soprattutto stando all’allarme lanciato da Misericordia sui vaccinati-contagiati, vuoi perché è tempo di anti-influenzale. E se si punta sulla medicina territoriale, come l’amministrazione regionale ha detto di voler fare, la sinergia totale, su tutta la linea, con i medici di medicina generale diventa imprescindibile, essenziale.
Parte nelle Marche la campagna di vaccinazione anti-influenzale
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