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Mal di schiena, come curarlo? Le risposte del centro La Fenice VIDEO

FERMO - Il direttore sanitario Tanfani ai microfoni di Radio FM1:"Esame clinico preciso e terapie strumentali e fisiche adeguate, l'ozonoterapia dà risultati straordinari"

Interessa l’80% della popolazione almeno una volta nella vita ed è una delle cause principali dell’assenza da lavoro. Il mal di schiena affligge quasi chiunque prima o poi, ma c’è bisogno di approfondire il disturbo, comprendere le ragioni del dolore ed intervenire in modo mirato, perchè il fastidio può passare. Ai microfoni di Radio Fermo 1, stamattina, il direttore generale e quello sanitario del centro medico La Fenice, Alberto Gagliardi e Giuseppe Tanfani, per parlare di una patologia tra le più diffuse.

“Parliamo di una malattia invalidante e di uno dei motivi più ricorrenti di assenza da lavoro, quindi un problema che ha ricadute anche economiche” esordisce Gagliardi. “L’incidenza è molto elevata – prosegue Tanfani – gli americani hanno calcolato che ogni anno negli Usa, il mal di schiena provoca la perdita di 17 milioni di giornate lavorative. La patologia più frequente è quella dell’area lombosacrale. Possiamo avere una semplice lombalgia, sicuramente meno grave, mentre la lombosciatalgia avviene quando il disco non è più nella posizione normale e comprime una delle radici del nervo sciatico”.

Secondo il direttore sanitario della Fenice, “è opportuno iniziare da una radiografia della colonna in flessoestensione. Per la lombalgia possono bastare della fisioterapia e degli strumenti come la tecar. Già dall’esame del dolore che il paziente avverte è possibile effettuare una prima diagnosi. Se il dolore si avverte nella fascia anteriore della coscia, la compressione può essere nelle vertebre più altre. Quando il dolore è posteriore e arriva al piede, dipende dalle vertebre più basse. Basta anche un esame molto semplice. Se non si riesce a camminare sui talloni il problema è più in alto. Se si fatica a camminare sulle punte, va cercato più in basso. Una risonanza magnetica può consentire di vedere un ampio tratto di colonna vertebrale e di avere un quadro più chiaro della situazione”.

Uno dei rimedi più ricorrenti negli ultimi anni è l’ozonoterapia. “Ha un’efficacia molto elevata – prosegue il dr Tanfani – asciuga l’ernia e con 2-3 sedute il paziente migliora già sensibilmente, con una netta diminuzione dei sintomi sia alla coscia che alla schiena. L’ozonoterapia interdiscale consiste nell’iniezione di ozono con due aghetti nella zona interdiscale. Questo scioglie il disco e libera dalla compressione sul nervo. I benefici sono immediati già dopo la prima seduta”.

Tanfani sottolinea più volte “la centralità dell’esame clinico, con una diagnosi precisa. Le patologie del tratto lombosacrale vanno inquadrate clinicamente. Alla Fenice possiamo garantire tutte le visite e le migliori strumentazioni, abbiamo anche una risonanza magnetica aperta, iedale per i claustrofobici. Garantiamo referti entro le 12 ore, con un percorso diagnostico e strumentale preciso e veloce. Si parte da una visita dall’ortopedico che dopo una prima valutazione indirizza alla diagnostica mirata cui ricorrere”. Le terapie possono andare dalla fisioterapia strumentale a quella manuale e posturale. Importante approfondire il dolore alla schiena, che spesso è un sintomo di ulteriori patologie, come crolli vertebrali e mtetastasi.


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