di Andrea Braconi
“Abbiamo chiesto la disponibilità della candidatura a presidente della Provincia al sindaco di Monte Vidon Combatte, Gaetano Massucci”. É Fabiano Alessandrini, segretario provinciale del Pd, a dare l’annuncio che, nelle intenzioni del partito, dovrebbe sbloccare l’impasse venutosi a creare nelle ultime settimane nel territorio. “È lui il candidato del centrosinistra allargato al civismo e si è preso qualche giorno di tempo per verificare la fattibilità” aggiunge, supportato dal consigliere regionale Fabrizio Cesetti: “I conti li abbiamo fatti e ci riportano”.
“Vista la fase delicata – sottolinea Alessandrini – abbiamo cercato di lavorare cercando la concretezza, senza dare spazio ad interpretazioni di sorta. Questa è un’elezione dove, per i cambiamenti che ci sono stati, si è cercata una soluzione al di là della giusta rivendicazione del lavoro fatto da parte nostra, da Fabrizio presidente fino ad oggi con Moira Canigola. Pensiamo soltanto che il peso della gestione dell’area di crisi è stato tutto sotto di noi e oggi ci rendiamo conto che viviamo una fase diversa per quello che accade a livello nazionale ed europeo”.
Serviva, per il segretario dem, una maggiore condivisione del governo della Provincia “con le forze più responsabili e disponibili del fermano”. “Per farlo abbiamo ricercato una soluzione che potesse portare ad una condivisione più larga possibile, partendo dallo schieramento del centrosinistra ma andando al di là, cercando di mettere insieme le varie istanze, compresa quella dei Comuni cosiddetti piccoli. Ed il nostro lavoro ci ha portato a chiedere la disponibilità della candidatura a Massucci, una candidatura che ci sentiamo di mettere in campo con grande spirito di disponibilità. Tano è una figura del centrosinistra, ma è anche aperta al civismo, ha condiviso con noi un tratto di cammino, è stato vice presidente con Fabrizio, poi artefice di una delle liste che hanno appoggiato Mangialardi, ma è anche protagonista di una lista civica che appoggia Calcinaro a Fermo”.
Una figura nella quale il Pd pensa di ritrovarsi, oltre che un amministratore che viene da quella Valdaso che per diversi motivi (“Anche per una mancanza di compattezza” sottolinea) è stata in qualche modo sotto rappresentata in questi anni. “È una zona che deve avere il giusto valore e noi come Pd ci rendiamo disponibili a nostra volta ad appoggiare questo progetto più largo, che va oltre lo stesso Partito Democratico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Cesetti, che ricorda come il percorso con Massucci si stato condiviso quasi spontaneamente. “Segno che non c’era nulla da concordare – precisa -. La Provincia finora è stata guidata con mani solide e competenti nelle sue fasi molto complesse. Sono 12 anni che esiste e in questi 12 anni è passata dalla fase della costruzione da zero al consolidamento, fino alla sciagurata riforma. E all’esito di questa parabola, credo che la Provincia sia oggi un’istituzione sicura, pur nelle difficoltà oggettive. Una Provincia che tra l’altro ha gestito bene tutte le fasi sin dalla sua nascita e se ne stanno rendendo conto il Governo nazionale ed il Parlamento: vi è la necessità di riattribuire le competenze e far gestire alle Province anche la fase della ricostruzione e della ripartenza nel nostro Paese”.
Quella fermana, nelle intenzioni del Pd, vuole essere una Provincia che guarda soprattutto al futuro, un’istituzione dalla quale non si può prescindere. “C’era la necessità di un percorso istituzionale, che abbiamo provato a seguire e che vedesse tutte le forze in campo – afferma il consigliere regionale tornando sul tema della candidature -. È evidente che non potevamo prescindere dalla riconferma della presidente uscente, che ha fatto bene ed è stata sostenuta anche da esponenti consiglieri che fanno parte di altre forze politiche. La Canigola era la via maestra, ma nel momento in cui non è stato possibile percorrerla, e non per volontà del Pd, se la parola passa dalle istituzioni alla politica allora entra in campo il ruolo dei partiti. E come sono entrati in campo i vari Lucentini, Putzu e Marcozzi, mi sembrava ovvio entrassero in campo Alessandrini e anche il sottoscritto. In questo caso la via della politica deve condurre alla vittoria, perché innanzitutto si corre per vincere e per affermare il proprio progetto politico, contando i numeri e le forze in campo in un’elezione di secondo grado”.
Così, esplorando questa via, l’unica soluzione è stata la candidatura del sindaco di Monte Vidon Combatte. “Il Pd non può essere disponibile e non sarà mai disponibile ad appoggiare una candidatura di centrodestra. Certo, dobbiamo aprirci ad un’area coerente e compatibile, per allargare la base del consenso”.
Massucci, ricorda Cesetti, è un stato sempre un uomo moderato, ma che ha sempre guardato al centrosinistra. “È quello che pur avendo presentato una candidatura autonoma nel 2009 ha poi fatto l’apparentamento con me. É stato candidato con Ceriscioli nel 2015 e nel 2020 ha sostenuto con una propria lista il centrosinistra alle elezioni regionali. Ha delle credenziali politiche che lo rendono assolutamente compatibile con un progetto che il Pd vuole allargare. È un sindaco di un piccolo Comune e candidarlo significa dare una risposta a quei Comuni che hanno rivendicato il ruolo di guida della Provincia. È anche un guardare ad un’area delle più lontane. Da ultimo, significa guardare ad un uomo competente. Il Pd sente la responsabilità di affidare la Provincia in questa fase complessa, ma densa di opportunità, a mani competenti. E Massucci lo è, conosce bene la Provincia, i suoi dipendenti e l’apparato”.
Il segretario Alessandrini ha già incontrato alcuni sindaci per una convergenza, ma il nodo Canigola rimane sul tavolo: perché il Pd non ha insistito sulla sua riconferma? “Ho parlato personalmente con lei, addirittura avevo concordato un percorso con lo stesso Massucci per dare una guida solida – spiega Cesetti -. E lui si era detto assolutamente d’accordo sulla Canigola, pensando anche ad una soluzione istituzionale in senso stretto: candidata presidente la Canigola con in lista tutti i sindaci. Una proposta alla quale la Canigola si è dichiarata disponibile, ma, lo ripeto, non è stato possibile percorrere questa via”.
“La Canigola per noi era la candidata e lo è stata fino a poco tempo fa – aggiunge Alessandri -. Ma se esci da una riunione a Petritoli dove 6 ti dicono che ti appoggiano ma sono dei nostri, qual è la novità politica? E se non abbiamo una convergenza istituzionale, non possiamo mandarla allo sbaraglio perché come Pd dobbiamo mostrare i muscoli”.
Punto di equilibrio della partita sarà, inevitabilmente, la città capoluogo. “A Fermo Massucci ha una propria lista – evidenzia Cesetti – e immaginiamo che quegli esponenti che con lui hanno condiviso un percorso oggi saranno coerenti. Per qualcuno l’offerta non potrà essere rifiutata”.
Infine, il mai seriamente bramato Calcinaro. “Gli ho telefonato quando è uscito fuori il suo nome – incalza Cesetti – e gli ho detto ci stava la candidatura del sindaco della città capoluogo. Ma se vuoi fare il sindaco cosiddetto metropolitano con noi, gli ho detto, devi fare una scelta di campo e stavolta devi scegliere l’onda”.
“Io faccio difficoltà a capire come Calcinaro possa votare un sindaco di centrodestra, rispetto ad una candidatura come quella di Massucci che lo appoggia a Fermo” conclude in maniera perentoria Alessandrini.
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