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Covid, l’appello di Ciarrocchi: “Terza dose fondamentale nel ciclo di immunizzazione, nel Fermano solo il 30% l’ha già fatta”

VACCINAZIONI - Attualmente nel Fermano ci sono 9 classi in quarantena: cinque delle scuole primarie, due liceali e due dell'Infanzia. E con le nuove disposizioni governative? Il dipartimento di Igiene e Salute si sta organizzando con tempo zero, quello da effettuare entro 48 ore. 

Giuseppe Ciarrocchi

di Giorgio Fedeli

“Quello che maggiormente mi preme comunicare alla popolazione è che bisogna mettersi in testa che il ‘calendario’ di immunizzazione è di tre dosi di vaccino. Quindi a chi manca la terza dose, ovviamente se ha già maturato i tempi per sottoporvisi, lo faccia”. Non ha dubbi il dottor Giuseppe Ciarrocchi, direttore del dipartimento di Prevenzione, Igiene e Sanità pubblica dell’Area vasta 4. A spingere il dottor Ciarrocchi a rilanciare con forza l’appello al Fermano sono nient’altro che i dati, le statistiche. Che sulla terza dose parlano chiaro: solo il 30% di chi può ricevere la terza dose del vaccino anti-Covid, l’ha ricevuta. “Purtroppo è una percentuale bassa – rimarca Ciarrocchi – per carità su scala nazionale siamo a numeri anche inferiori. Ma in linea di massima sono ancora troppo poche le persone che hanno deciso di sottoporsi alla terza dose. Questo forse perché si pensa che con le due dosi siamo protetti. Ma non è così”. Un passo indietro. “Sulle due dosi i numeri che abbiamo registrato qui nel Fermano sono tra i più alti tra le varie Aree vaste delle Marche – specifica il primario – insomma siamo stati davvero bravi. Qualche numero? Beh siamo al di sopra dell’80% della popolazione vaccinabile, ossia dai 12 anni in su. E, anzi, sugli over 60 siamo anche a più del 90%. Abbiamo dei numeri che superano la media regionale”.

Ma Ciarrocchi ha sì le statistiche ma da medico deve guardare soprattutto alla prevenzione, ad alzare un muro invalicabile per il Covid. Ergo, stando alle parole del primario, terza dose, non ci sono dubbi. “Sapete perché stiamo vivendo la recrudescenza pandemica? Semplice, perché serve anche la terza dose. Con un virus che conosciamo da relativamente poco tempo, era impossibile stilare una calendarizzazione vaccinale (in altre parole definire quante dosi di vaccino servivano). Siamo partiti con le due prime somministrazioni. Ma adesso abbiamo scoperto che la terza è indispensabile. Fa a tutti gli effetti parte del calendario vaccinale. In altre parole, per completare l’immunizzazione serve anche la terza. Forse molte persone pensano che avendo già le prime due, la terza non serva, che sia un di più, non imprescindibile. Invece non è così. Le tre dosi insieme assicurano la protezione. Dunque chi ha già da sei mesi ricevuto la seconda, si sottoponga alla terza. Ora dal primo dicembre dosi anche per chi ha dai 40 anni in su”. Attualmente infatti la somministrazione è raccomandata agli over 60, al personale e agli ospiti delle Rsa, al personale sanitario, ai fragili anche sotto i 60 anni, ma maggiorenni, e agli immunodepressi che possono richiederla già dal 28esimo giorno dopo il completamento del ciclo vaccinale. “Qui nella nostra Area vasta solo il 30% di chi può, di chi dovrebbe, l’ha ricevuta. Siamo troppo bassi. Su scala nazionale siamo anche peggio”. Un’analisi che giocoforza porta a parlare anche di contagi sul territorio e di quarantene, a partire dalle classi. Attualmente nel Fermano, stando ai dati di ieri, ce ne sono 9: cinque delle scuole primarie, due liceali e due dell’Infanzia. E con le nuove disposizioni governative? Il dipartimento di Igiene e Salute si sta organizzando con tempo zero, quello da effettuare entro 48 ore.

Tra le principali novità in materia di quarantene nelle scuole, infatti, c’è che una classe con un alunno positivo non va in quarantena. Ci va dopo 2 (il caso indice più uno) se i compagni di classe non sono vaccinati, quindi tutti, e per 10 giorni, nel caso dei bambini che non hanno compiuto 12 anni. Con tre casi (il caso indice più due): alunni, docenti e personale scolastico eventualmente coinvolti, vanno in quarantena dopo aver fatto il primo tampone, anche se negativo. L’isolamento dura 7 giorni per i vaccinati e 10 per i non vaccinati ed i negativizzati – cioè che hanno contratto il Covid – da più di 6 mesi. Il rientro deve essere accompagnato da un tampone negativo. Con un caso conclamato scatta il sistema di testing, con tamponi – il cui costo è a carico del Servizio Sanità – a “tempo zero” (T0), cioè da fare prima possibile e da ripetere a 5 giorni (T5). “Nelle more dell’esito dei tamponi non si va a scuola”. I tamponi a “tempo zero”: emerge un positivo e, prima possibile (la circolare parla di 48 ore, ndr), bisogna rintracciare il gruppo classe e prenotare l’esame. Può accadere di sera. Quindi esame ed esito vanno a finire al giorno dopo, se va bene. Se poi viene conclamato più di un caso, in classi diverse, potremmo trovarci nella condizione di dover fare un numero incredibile di tamponi nello stesso giorno. Si bloccherebbero anche gli esami ordinari. Poi di nuovo dopo 5 giorni. Ci sono i tamponi rapidi, che però vanno confermati con il molecolare”.



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