di Andrea Braconi
“Brutta pagina per il Pd, Massucci non meritava un trattamento simile”. Nel dietro le quinte della sorprendente candidatura unitaria – e al momento – unica di Mauro Ferranti a presidente della Provincia, nel Partito Democratico iniziano ad emergere le prime crepe. Nulla contro il primo cittadino di Montappone, “persona stimata e bravo amministratore”, evidenziano alcuni ‘dissidenti’ dem. Ma bruciare nell’arco di pochissimo tempo figure come Moira Canigola e, da ultimo, Gaetano Massucci, è difficilmente decifrabile. E sostenibile. Anche dentro le più perverse logiche politiche.
Meno di una settimana fa, infatti, Fabiano Alessandrini e Fabrizio Cesetti, il primo segretario provinciale del partito, il secondo ex assessore regionale e oggi consigliere di minoranza – quindi, non proprio due figure di basso profilo – annunciavano in pompa magna la candidatura del sindaco di Monte Vidon Combatte. Una candidatura “concordata con lui”, avevano precisato con una punta di orgoglio per essere riusciti, almeno nelle loro intenzioni, a mettere all’angolo Calcinaro ed il fronte di centrodestra.
“I conti li abbiamo fatti e ci riportano” esclamava Cesetti. “È lui il candidato del centrosinistra allargato al civismo” aggiungeva Alessandrini. I conti, invece, non hanno proprio riportato (si parla di un niet da Porto Sant’Elpidio nei confronti di Massucci, che già domenica qualche interrogativo aveva iniziato a porselo), ed il candidato del centrosinistra è magicamente scomparso per lasciare spazio ad uno sostenuto anche da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, oltre che dall’Udc.
Insomma, un tutti insieme appassionatamente di cui qualcuno aveva provato a tracciare i contorni, ma che sia intorno alla figura di Rotoni che a quella di Calcinaro non si era minimamente materializzato. Frana inesorabilmente anche quel beffardo “stavolta devi scegliere l’onda” di Cesetti riferito al sindaco di Fermo, quando proprio lo stesso Pd si ritrova oggi a ‘surfare’ con l’intero centrodestra.
E quella Valdaso “sotto rappresentata in questi anni”, di cui tanto ci si è vantati di sostenere proprio in conferenza stampa? Dimenticata, cancellata, spazzata via con una firma su un comunicato congiunto.
Certo, come ribadito dai due esponenti dem, “la via della politica deve condurre alla vittoria, perché innanzitutto si corre per vincere e per affermare il proprio progetto politico”. Solo che passare nottetempo da un progetto politico ad un altro, da una visione di coalizione ad un’altra, è difficile da comprendere. Per gli iscritti e per una serie di amministratori dei 40 Comuni del Fermano che, senza urlare, profilano già la propria astensione al voto previsto per il 18 dicembre. “Avremo un presidente della Provincia, questo è sicuro, ma forse ci siamo già persi il partito” è la chiosa di chi, in questo percorso, avrebbe preferito meno conti (“Tra l’altro clamorosamente sbagliati”) e più dibattito interno.
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