di Leonardo Nevischi
Una Tac di nuovissima generazione per ampliare le possibilità di diagnosi e offrire agli utenti prestazioni ultraspecialistiche. È questa la grande novità che, questa mattina, è stata presentata presso il Pronto Soccorso di Fermo. Si tratta di un altro tassello fondamentale sulla strada dell’innovazione tecnologica e della modernizzazione delle dotazioni strumentali per garantire un progressivo salto di qualità dei servizi erogati e per potenziare il ruolo strategico dell’ospedale “Murri” nella rete ospedaliera regionale.
“Questo è un giorno importante – ha esordito il direttore di Area Vasta 4, Roberto Grinta -. Vorrei ringraziare il mio predecessore Licio Livini per aver avuto l’idea di attivare la nuova Tac del pronto soccorso di cui oggi ne raccolgo i frutti. Essa è estremamente utile al Ps perché permette di un percorso ben chiaro e definito del paziente sulla base delle caratteristiche della refertazione”.
Si tratta di un modello Aquilion Prime prodotto da Canon, un tomografo a 160 strati, in grado di acquisire, in un’unica rotazione, 160 immagini riferite ad altrettante “fette” del corpo. Con questo nuovo strumento le immagini sono raccolte ad altissima velocità, dato che un giro completo dei detettori avviene in 1/3 di secondo, pertanto sarà possibile effettuare indagini diagnostiche molto accurate.
“Nei primi 30 giorni verrà usata in maniera specifica per i pazienti Covid – ha proseguito Grinta, che poi a riguardo ha aperto una parentesi sull’importanza delle vaccinazioni -. In questa fase dobbiamo essere prudenti perché il virus è molto subdolo. La situazione a Fermo, e più in generale nelle Marche, è sotto controllo ma non possiamo abbassare la guardia bensì aumentare il numero di vaccinati. Alla palestra della scuola elementare Don Dino Mancini stiamo girando sulle 700/800 vaccinazioni al giorno, ma l’obiettivo è di raddoppiare a 1600 per avere una copertura maggiore. Questa è l’unica arma che abbiamo a disposizione per far fronte al circa 80% dei ricoveri che è determinato dai soggetti non vaccinati. A Porto San Giorgio viaggiamo sulle 200 vaccinazioni al giorno, ma l’obiettivo è di ampliare il numero dei medici alla Mancini (passare da 4 al mattino e 4 al pomeriggio a 5 e 5, uniti ai 15 infermieri impegnati sia in tamponi sia in vaccini) ed aprire nuovi poli. Sicuramente la prossima settimana verrà aperto l’hub vaccinale di Porto Sant’Elpidio ed, inoltre, stiamo cercando di rispondere anche alle richieste che ci giungono dalla Valdaso e dalla Valtenna”.
Alle parole di Grinta hanno fatto eco quelle del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro: “I numeri sono chiari e dicono che il vaccino è fondamentale per contrastare il coronavirus. Il green pass può piacere o meno, ma quando la normativa diventa tale noi amministratori siamo tenuti a darle seguito senza indugiare e non possiamo dare segnali ondivaghi ai cittadini. Abbiamo uno strumento e, che ci piaccia o no, va legittimato – ha incalzato il primo cittadino fermano, che poi è tornato a parlare dell’importanza della nuova Tac -. Essa rappresenta un segno di attenzione da parte della Regione verso il nostro territorio. Quando ho contratto il Covid ho potuto tastare con mano l’utilità di avere una Tac disponibile senza bloccare il corso dei pazienti normali che ne hanno bisogno per altre necessità”.
A confermare le parole di Calcinaro è intervenuta Alessandra De Notaristefani, vicario in sostituzione del Prefetto Vincenza Filippi: “La politica regionale dà grande attenzione a Fermo ed a tal proposito seguiranno altri investimenti perché questa porzione di Marche ne ha bisogno”.
La nuova Tac si va ad aggiungere alle due già preesistenti nel nosocomio di Fermo, ma quest’ultima rappresenta quella più all’avanguardia. “È dotata di un’intelligenza artificiale che permette di ridurre la dose di radiazioni ionizzanti (raggi x, ndr) date al paziente – ha sottolineato Gianluca Valeri, direttore Unità Operativa Radiodiagnostica dell’ospedale Murri di Fermo -. Essa è dotata di un software che permette di non far vedere gli artefatti dovuti al metallo presenti nel corpo (come esempio protesi d’anca). In pochi secondi si può effettuare uno studio dalla testa ai piedi, sia senza sia con mezzo di contrasto”.
Infine a benedire i locali del Pronto Soccorso è intervenuto l’Arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio che ha puntualizzato quanto la nuova tac sia “uno strumento che migliora il servizio alla persona. Il pronto soccorso è l’unico reparto di un ospedale dove non è possibile prevedere un orario di ingresso e un orario di uscita. Avere uno strumento che permette di abbreviare i tempi e di rendere le prime diagnosi più precise, migliora di gran lunga il servizio offerto, abbattendo i tempi che dal punto di vista di chi lavora sono tempi tecnici necessari ma dal punto di vista di chi attende sono stressanti momenti di attesa”.
L’ammodernamento tecnologico dell’ospedale Murri di Fermo non finisce qui. “Il 4 dicembre inaugureremo il nuovo robottino a Porto San Giorgio, che nelle Marche sarà solo in nostro possesso e servirà al recupero dei pazienti che hanno subito ricovero in terapia intensiva a seguito di covid – ha chiosato il direttore Grinta -. Inoltre, a fine febbraio finiremo i 10 posti letto di seminintesiva che a marzo faranno cambiare pelle a tutto l’ospedale, soprattutto al reparto di medicina che verrà ampliato su due livelli. A metà dicembre finiremo anche la realizzazione di un tunnel che ci permetterà di avere un percorso per i pazienti covid e separarli totalmente da quelli non affetti: a quel punto potremmo utilizzare la nuova Tac anche per i pazienti che arriveranno al Pronto Soccorso con urgenze. Tutto questo aumenterà l’efficienza del nostro ospedale”.
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