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Medicina ad Amandola, l’opposizione: “Perché non è ancora fruibile?”. Il sindaco: “Responsabilità di Asur e Regione”

BAGARRE – E’ finta con Marinangeli che ha alzato la voce la seduta di Consiglio comunale in cui la minoranza, alla seconda richiesta nel civico consesso, ha avuto risposte sul perché la struttura realizzata con oltre 2 milioni e mezzo della Protezione Civile, pronta da novembre 2020, è rimasta lettera morta

 

Nel riquadro, il sindaco Adolfo Marinangeli

 

di Maria Nerina Galiè

Il reparto Medicina torna oppure no ad Amandola? La struttura è pronta dal novembre 2020. A distanza di oltre un anno non è ancora attiva. Che cosa sta succedendo? Non se lo chiedono solo i residenti dell’entroterra montano, privi del presidio sanitario dal terremoto del 2016 che ha reso agibile l’ospedale “Vittorio Emanuele II”. Lo hanno chiesto, in un’interrogazione, i consiglieri comunali di opposizione Danilo Del Gobbo, Adriano Mecozzi, Valerio Tidei, Raffale Vittori.
Domande dirette, sul progetto, sui costi, ma anche sui contenziosi. E anche sul capitolo pubblicazione delle determine con cui è stato incaricato il legale per gli stessi procedimenti.
Risposte da parte di Marinangeli – appunti alla mano, “per essere preciso anche in base alla mia disponibilità di tempo”, ha sottolineato – e che però non ha retto ad ulteriori richieste di puntualizzazioni da parte del consigliere Vittori: “La revoca della ditta è successiva alla riconsegna, perché? Concessione alla realizzazione della struttura è dunque successiva alla sua riconsegna?”. “Dov’è la firma dell’accordo in l’Asur incarica il Comune di gestire la realizzazione dell’immobile”. Ed ancora: “L’Asur prenderebbe in carico una struttura oggetto di un contenzioso tra Comune ditta?”
A quel punto Marinangeli, che aveva in più momenti richiamato alla rapidità di domande eventuali ulteriori quesiti, mentre l’opposizione voleva chiaramente approfittare della rara occasione per sviscerare l’argomento in tutte le sue sfaccettature, è andato su tutte le furie, terminando con una stoccata alla Regione Marche: “Se avessimo avuto un’altra amministrazione regionale, la struttura sarebbe attiva da tempo”.
Il sindaco ha poi sciolto la seduta, senza ulteriore possibilità di replica.

Ma andiamo con ordine.

L’OGGETTO DELL’INTERROGAZIONE CONSILIARE – L’interrogazione dei consiglieri Del Gobbo, Vittori, Mecozzi e Tidei, è stata inviata anche a prefetto di Fermo, capo della Protezione Civile nazionale, presidente della Regione Marche, direttore di Asur e Area Vasta 4.
E fa seguito ad un’altra richiesta di spiegazioni che gli stessi consiglieri avevano rivolto al sindaco i primi di novembre.
I quattro di opposizione volevano lumi in merito ai finanziamenti utilizzati per la progettazione e l’esecuzione di tutti i lavori, quelli da progetto e quelli in aggiunta al contratto di appalto.
Delucidazioni sulle azione giudiziarie, sull’esito del ricorso al Tar e sui procedimenti innescati al Tribunale di Ascoli. Sulla “mancata pubblicazione delle determine” di Giunta riguardanti gli incarichi affidati a difesa in dette azioni giudiziarie.

LE RISPOSTE DEL SINDACO MARINANGELI – La struttura, così nella risposta del sindaco, “non è fruibile perché non è il Comune che la gestisce. A gennaio 2021 abbiamo avuto dall’Asur, l’Aut 1 (l’autorizzazione alla realizzazione dell’opera, richiesta dal Comune come da iter regionale, propedeutico all’accreditamento di strutture socio sanitarie, ndr).
Poi – sono ancora le parole di Marinangeli – come dovrebbe nella visione rosea di una collaborazione tra enti, doveva essere l’Asur a predisporre gli atti per la gestione”.
Il passo successivo sarebbe l’Aut 2, per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, i cui requisiti sono riportati in un’apposita delibera di Giunta regionale del 2018.
“Le certificazioni ci sono tutte – ha ribadito Marinangeli – ciò nonostante l’Aut 2 alla gestione, che fa l’Asur, non c’è ancora. Ed il motivo è di ordine politico”.

Sui costi dell’opera e sulle coperture finanziarie, Marinangeli ha precisato che “il Comune ha avuto incarico e disponibilità dei fondi dalla Protezione Civile. Si tratta di 2 milioni e mezzo di finanziamenti, poi integrati con 265.000 euro, a seguito delle necessità sopraggiunte per l’emergenza Covid (doppio percorso e camere a pressione negativa, ndr)”.

“E’ ovvio, ce ne lagniamo l’ho riferito anche all’assessore regionale, che avremo avuto il piacere, in questa fase, di godere dell’affiancamento dell’Asur e dell’Area Vasta 4. Invece non ci hanno fornito nessun tipo di assistenza, con un modo di fare, in merito al quale lascio a voi ogni commento e interpretazione.
La struttura è pronta ed anche arredata, in parte con fondi della Fondazione Carisap ed in parte dell’Area Vasta 4”.
Sulle azioni legali, Marinangeli: “Il Comune non ha fatto azioni contro, ma a difesa. A fronte della rescissione del contratto con l’impresa, è stata incassata la polizza a garanzia. L’impresa si è opposta ma il giudice ci ha dato ragione. E’ andata diversamente con il ricorso al Tar, sul diniego di mettere a disposizione della ditta la documentazione relativa alla gara d’appalto. Il Tar ci ha dato torto e dobbiamo quindi inviare tale documentazione”. Sulle determine d’affidamento al legale, il sindaco ha addotto come motivo alla mancata pubblicazione, la mancanza di tempo per sisma e Covid.


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