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Medicina Amandola, Saltamartini: “Regione e Asur dicono no al comodato d’uso perché il Comune non ha fornito certificazioni”

AMANDOLA - L'assessore regionale alla Sanità replica alle dichiarazioni, in consiglio comunale, del sindaco Marinangeli: "Solo se verranno sanate lacune e carenze, Regione e Asur potranno decidere di prendere in comodato d’uso l’immobile, del quale tra l’altro si sente la necessità per servire le aree interne colpite dal sisma"

di Maria Nerina Galiè

“Mancano alcuni certificati di collaudo, pertanto l’Area Vasta 4 non può approvare il comodato d’uso per lo stabile destinato alla Medicina  in Piazza Pertini ad Amandola”: questa in sintesi, come spiega l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, la motivazione per cui l’immobile, praticamente ultimato quasi un anno fa, non viene ancora utilizzato. La replica dell’assessore, per conto dell’amministrazione regionale, arriva dopo l’articolo di Cronache Fermane in cui il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli ha detto la sua in merito allo stallo sulla medicina. Parole forti quelle usate dal primo cittadino alle quali la replica della Regione non si è fatta attendere.

“Il direttore dell’Area Vasta 4 Roberto Grinta, lo aveva comunicato tramite lettera al sindaco del comune Adolfo Marinangeli già lo scorso 13 agosto. In pratica la struttura, composta da due ali (ambulatoriale e degenza), approvata nel 2018,  era stata realizzata per sostituire l’ospedale Vittorio Emanuele II, reso inagibile dal sisma del 2016. I fondi, della Protezione Civile, ammontavano a due milioni e mezzo di euro, integrati da ulteriori risorse. Lo stabile è stato costruito da due ditte differenti, ed è quasi ultimato dal novembre 2020 con 25 posti letto già allestiti”. Ne è seguito un passaggio del testimone da una prima a una seconda azienda con la prima azienda appaltatrice a fare ricorso “vincendo”, specificano dalla Regione.

Pertanto il collaudo all’impianto elettrico e idrico sono solo parziali, la climatizzazione non è collaudata, il contenzioso con la prima ditta appaltatrice, per circa mezzo milione di euro, resta da sanare. Non solo, per avere l’accreditamento della Regione mancano la certificazione antincendio, l’inventario e i manuali dell’impianto tecnologico, il collaudo degli impianti di climatizzazione, rilevazione fumi, antenna tv, acqua calda sanitaria e gruppo elettrogeno. Solo se verranno sanate queste gravi lacune e carenze, Regione e Asur – conclude Saltamartini – potranno decidere di prendere in comodato d’uso l’immobile, del quale tra l’altro si sente la necessità per servire le aree interne colpite dal sisma”. 

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