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Medicina, il gruppo consiliare ‘Amandola è dei cittadini’: “Siamo stufi. Meritiamo i servizi che ci sono stati tolti”

AMANDOLA - Gli esponenti del gruppo, Vittori, Del Gobbo, Tidei e Mecozzi, autori dell'interrogazione che ha scatenato la querelle, non ci stanno nel vedere come si sta sviluppando l'intricata vicenda, tra interventi e colpi di scena. Fino all'annuncio di Saltamartini di aprire il punto vaccini. I consiglieri: "Abbiamo speso 3 milioni di euro per un servizio che era già attivo nel vecchio ospedale, più attrezzato e dotato di personale e mezzi sanitari"

 

“La toppa peggio del buco”: cosi il gruppo consiliare “Amandola è dei cittadini” torna sul dibattito infuocato degli ultimi giorni, sulla mancata attivazione di Medicina ad Amandola, nella struttura realizzata con fondi della Protezione Civile, per accogliere il reparto appoggiato al “Murri” di Fermo dopo il sisma.

“Incredibile – si legge nella nota dei 4 consiglieri – quanto successo nelle scorse ore relativamente al reparto che avrebbe dovuto, in origine, ospitare la struttura di medicina provvisoria di Amandola. Una querelle innescata da un’interrogazione di Raffaele Vittori, Danilo Del Gobbo, Valerio Tidei e Adriano Mecozzi, l’ennesima, da parte dell’opposizione consiliare che si contrappone al sindaco Marinangeli. Quest’ultimo – hanno ricordato i consiglieri di minoranza – durante la seduta si è scagliato contro la Regione adducendo ‘motivazioni politiche’ ostative all’apertura del reparto”.

“Non è la prima interrogazione che presentiamo – continuano Vittori, Del Gobbo, Tidei e Mecozzi – e, a quanto pare, non sarà neanche l’ultima. In consiglio comunale, a specifica domanda, il sindaco ha ribadito che tutte le certificazioni ed i collaudi erano stati fatti, in regola e trasmessi a chi di dovere. L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha prontamente smentito che tutte le certificazioni fossero in possesso dell’Asur. Lo stesso sindaco, in un successivo intervento al Tg regionale, ammetteva che i collaudi non erano stati fatti, ma che la colpa era dell’Area Vasta 4 che avrebbe dovuto collaudare l’immobile insieme al Comune. Concetto espresso anche dal vicesindaco di Amandola, Giuseppe Pochini.

Poi ieri la notizia, da parte di Saltamartini: le certificazioni vanno bene, per il momento, per l’utilizzo della struttura come centro vaccinale. Una confusione terrificante che lascia interdetti – sono ancora le parole dei consiglieri di opposizione – Ma non è finita qui. In serata arriva la bordata targata Roberto Grinta, direttore dell’Area Vasta 4. Il locale non poteva essere collaudato ed i certificati sono arrivati solo il 30 novembre. C’erano problemi per la sicurezza e sulla qualità del servizio per l’utenza, tuona il direttore. Ci chiediamo cosa sarebbe successo se non avessimo alzato il polverone. Occorrevamo noi per inviare le certificazioni ed i collaudi? Cosa è stato a fare il sindaco finora?  Quando dicevamo che mancavano i documenti allora, evidentemente, avevamo ragione.  Siamo stati snobbati dal sindaco nel silenzio assordante dei suoi consiglieri, i quali non parlano mai. Venire a sapere che le certificazioni sono datate 30 novembre dovrebbe far indignare anche loro, convinti dal loro leader che tutto fosse in ordine”.

Ed ancora gli esponenti dell’opposizione amandolese: “Nel famoso tavolo tecnico, che lui spesso cita come documento fondamentale, che si tenne il 6 giugno 2018, la Regione autorizzava sì un reparto di medicina provvisorio, ma con strutture prefabbricate e dotate di Potes, Punto prelievi, Dialisi e Radiologia. Tutte cose che si trovano nel vecchio ospedale, il “Vittorio Emanuele II”. La struttura non corrisponde tra progetto e computometrico, e sopra lo stabile grava una causa di quasi un milione di euro. E stupisce che l’ex assessore al bilancio Fabrizio Cesetti ora dimentichi ciò che la Regione, sotto la guida di Ceriscioli, chiedeva ad Amandola ed al suo sindaco per autorizzare quella struttura. Oggi invece scopriamo che bisogna soprassedere alle carenze ed aprire comunque il reparto.

Roberto Grinta

Ringraziamo invece il dottor Grinta per aver reso un po’ di giustizia alle nostre battaglie. Parliamo di servizi sanitari. Tutto deve essere preciso. Ne va della qualità del servizio e, soprattutto, della salute delle persone. Checché ne dica l’ex assessore Cesetti”.

Tante parole ed interventi, ma Medicina, per ora, rimane a Fermo. Nel frattempo, la struttura diventa un punto vaccinale.  “Rendiamoci conto – incalzano i rappresentanti del gruppo politico ‘Amandola è dei cittadini’-  abbiamo speso 3 milioni di euro per un servizio che era già attivo nel vecchio ospedale, più attrezzato e dotato di personale e mezzi sanitari. Così si creeranno solo disagi per la popolazione e costi inutili che la Sanità regionale, già con pochi fondi, dovrà sostenere. Pertanto, non si azzardino nemmeno a considerare questo come un risultato eclatante”.

Risultato quindi deludente per i consiglieri amandolesi che affondano l’ultimo colpo e concludono con un appello: “La politica dovrebbe prendere la buona usanza di informarsi con i referenti cittadini, che hanno il polso della situazione. Se lo avesse fatto avrebbe saputo che il centro vaccinale già era presente ad Amandola e che la dislocazione di fronte allo stadio, in una struttura non attrezzata adeguatamente, sarebbe stata peggiorativa della situazione attuale. La smettano tutti di strumentalizzare e banchettare su Amandola. Siamo stufi. Meritiamo i servizi che ci sono stati tolti, prima che dal sisma, da una politica che non condividiamo, di cui anche il nostro sindaco ha fatto e continua a far parte. Riportino tutto al Vittorio Emanuele II e la smettano di prenderci in giro. Tutti quanti. Noi non siamo più disposti ad assecondare nessuno che non si ponga questo come obiettivo chiaro ed inequivocabile. La Regione dia un vero segnale alla popolazione”.


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