di Giorgio Fedeli
E’ stato l’amministratore, il politico, il sindaco più corteggiato di queste elezioni provinciali. E’ stato anche nella lista dei papabili candidati. Lo hanno corteggiato, si diceva, prima per la presidenza e poi per la mole di voti che sarebbe riuscito (e ce l’ha fatta) a spostare. E’ stato fin dall’inizio reputato il primo cittadino in grado di determinare le sorti della Provincia. E così è stato. Ma la partita delle Provinciali, per il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, è stata più semplice di quanto i giochi della politica possano far credere: “Dall’altra parte sono emerse delle pregiudiziali su Fermo“, sentenzia il primo cittadino del capoluogo di provincia, da oggi anche consigliere provinciale che, a urne chiuse, si concede un’analisi del voto e del dietro le quinte che ha portato all’elezione a presidente del sindaco di Montegiorgio.
Calcinaro, come giudica il risultato elettorale della lista che appoggiava Michele Ortenzi alla presidenza della Provincia?
“Il risultato è stato veramente eccezionale per Ortenzi e per un gruppo costituito non solo dalla lista ma anche da tutti quegli amministratori che dall’inizio hanno creduto e sostenuto un’idea per il territorio tutto. I candidati erano sì, dieci, ma il progetto, assolutamente eterogeneo, è stato subito condiviso da amministratori del territori. Questo ha premiato, ossia un progetto, ripeto, partito dal territorio, dal basso e, certo, sposato anche da alcune forze politiche, quelle che evidentemente lo hanno reputato credibile. Questa è stata la forza che ci ha fatto interloquire con tantissimi sindaci e consiglieri comunali. E’ stato un voto forte anche perché trasversale. Abbiamo pensato che la Provincia avesse bisogno dei territori e dalla trasversalità, non dalla contrapposizione. Insomma i Comuni più piccoli insieme a quelli più grandi, strutturati, passando anche per il capoluogo di provincia. C’era bisogno di tavoli, di amministratori, e non di piccole stanze dove pochi andavano a decidere le sorti della provincia. Fin dall’inizio ho detto che volevo mettermi a lavorare per cercare di supportare il lavoro di e per questa Provincia. Oggi si aprono grandi possibilità di investimento su più settori, dall’edilizia scolastica alle infrastrutture fino alla viabilità e all’ambiente. Io l’ho fatto, per spirito di servizio. La presenza di Fermo ha spaventato qualcuno per motivi più o meno comprensibili e ha fatto sì che incredibilmente si creasse un fronte oppositivo. Su questo ho preferito, da persona di gruppo, chi proponeva un momento aggregativo e costruttivo di più realtà territoriali. Questo è quello che penso, che è emerso, ed è stato premiato. Ortenzi rappresenta tutto ciò, persona ponderata, moderata, molto competente e largamente apprezzata. Ringrazio tutti i consiglieri della maggioranza che hanno dato grande prova di responsabilità, che consente a tutta la città di essere una delle forze trainanti di questa provincia. Fermo ha votato compattamente. Un ringraziamento forte a tutti i consiglieri comunali di Fermo per la compattezza, appunto, verso la città e grazie ai sindaci e amministratori che hanno affrontato questa sfida dal territorio e non dalle segrete stanze”.
C’è chi sostiene, però, che a condizionare il suo impegno alle Provinciali sia stato il ruolo sempre più importante e baricentrico che ha e avrà Campiglione di Fermo, a partire dal nuovo ospedale.
“Il dovere mio, anche per la maggioranza che rappresento, è di dialogare con tutti. E questo ho fatto. Poi, però sono emersi dei veti sul ruolo di Fermo. Nessuno può pensare che la mia città sia un semplice portatore di voti”.
Chi, dunque, ha posto dei veti su Fermo?
“Beh andate per esclusione, non sto parlando del Movimento 5 Stelle. Questa è stata la risposta preliminare al tutto. E poi, parliamoci chiaro, siamo una provincia relativamente piccola. Se si sviluppa Campiglione, è un bene per tutto il territorio. Non possiamo andare dietro a campanilismi vari, pensiamo alle esigenze di tutto il territorio, dai Comuni più grandi a quelli collinari e montani, dalla Valdaso a quei Comuni che non sono rientrati nel cratere, non avendo così accesso alle agevolazioni“.
Una presa di posizione che potrebbe limitare, in termini di adesioni partitiche, il suo futuro politico?
“Basta con questa storia del ‘sei contro di me, allora sei di centrodestra’. Ci sono state delle pregiudiziali sul suolo del comune di Fermo. Anteporre assi politici al bene della città, dei territori, è inaccettabile. E poi mi sembra che molti temi cari al centrosinistra, noi li affrontiamo eccome in una maggioranza ad anima civica”.
Dunque una Fermo dal ruolo predominante negli equilibri provinciali?
“No, fermi. Pensate forse che a Fermo non convenga se decolla la Valdaso, giusto per fare un esempio? Ma certo non mi si può venire a dire che Fermo non può avere un ruolo importante”.
Ma allora perché non si è candidato alla presidenza della Provincia?
“Sono stato chiarissimo da subito. Nel rispetto della mia maggioranza e della città, ho sempre detto che avrei potuto essere candidato alla presidenza solo se espressione di una sintesi per il territorio. Così non è stato. Sono emersi dei veti su Fermo. A quel punto è stato inevitabile premiare un progetto che si fondasse sulla trasversalità, a mio avviso molto importante. E, attenzione, evidentemente questa linea è stata recepita non solo a Fermo. Eh sì, perché nei Comuni di fascia b, tra Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio e Sant’Elpidio a Mare, gli altri avevano 13/14 voti in più. Avevamo uno solo dalla parte della lista di Ortenzi. E, invece, di quei 13/14 voti ne sono arrivati molti meno. Evidentemente quell’unione innaturale è stata percepita come indigeribile. Ma adesso, a urne chiuse e a presidente eletto, è sbagliato restare sulle barricate, lavoriamo tutti per il bene della nostra Provincia“.
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