“Il sindacato pensionati SPI CGIL di Fermo, a nome dell’ altissimo numero di associati e di tutta la popolazione anziana dell’entroterra fermano, annuncia uno stato di mobilitazione quotidiano con diverse iniziative da programmare fino al giorno in cui tutti i cittadini dei Comuni dell’Unione Montana dei Sibillini non vedranno il reparto di medicina ad Amandola”. Paolo Filiaci, Segretario Generale Prov.le SPI CGIL Fermo e Libero Cipollari, Segretario della Lega SPI Fermo, tornano sul futuro di Medicina ad Amandola.
“Esiste una struttura che ad oggi è a norma – spiegano – tanto che l’Assessore Regionale alla Sanità Dott. Saltamartini, che ringraziamo, ha già adibito a Centro vaccinale, ma rimane ancora inattivo il reparto di Medicina che è completo di tutte le attrezzature a servizio dei posti letto spettanti ad Amandola – ovviamente, allora, rimane solo da impartire l’ordine di inizio servizio a medici, infermieri e altro personale utile al funzionamento dello stesso reparto. Noi a nome di tutti gli interessati attendiamo il rientro del reparto di medicina da Fermo da cinque anni, tanti anni sono passati da quel disastroso terremoto del 2016 e oggi non ci interessano le polemiche politiche “del se… e del ma…”. Qualcuno dice che se si ristrutturava e rendeva antisismico il vecchio ospedale sarebbe costato di meno e gia’ sarebbe pronto! Altri, sostengono che il nuovo ospedale in via di ultimazione è antisismico, resistente a fortissimi terremoti e a conti fatti costa di meno! Noi riteniamo che le scelte politiche sulla ricostruzione le giudicheranno gli elettori al prossimo appuntamento elettorale. Riteniamo, però, che il danno più grande ai cittadini amandolesi e dei paesi limitrofi è e rimane il rimpallare le responsabilità, utilizzando l’alibi delle colpe altrui per non riaprire mai il reparto di medicina ad Amandola, al solo fine di lucrare cinicamente sul consenso elettorale. Il nuovo ospedale a Pian di Contro, ragionevolmente, non sarà disponibile nell’immediato. Pertanto il reparto di medicina deve aprire subito presso la struttura già disponibile donata dalla Protezione Civile, perché continuare a chiamare un reparto a Fermo, a 50 chilometri di distanza e dopo cinque anni – “Medicina di Amandola”- è una presa in giro per tutti i cittadini dei Comuni dell’Area Montana dei Sibillini, che comprende anche alcuni Comuni della Provincia di Ascoli Piceno e di Macerata. Inoltre, ricordiamo che l’ospedale di Amandola nel rispetto del Decreto “Balduzzi” (che stabilisce un ospedale ogni 200 mila abitanti) è stato autorizzato in deroga, insieme a Pergola, per diverse caratteristiche: – La distanza chilometrica dagli altri ospedali, le asperità del territorio montano e soprattutto la presenza di un alto numero di anziani bisognosi di frequenti ricoveri nel reparto di Medicina e in altri servizi sanitari. Concludiamo, pertanto, ribadendo l’annuncio di ogni genere di mobilitazione e protesta”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati