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Pandemia, i numeri delle Marche che sarebbe meglio chiarire

L'ANALISI di Claudio Maria Maffei - Da sempre nella nostra regione c’è una quantità sproporzionata di ricoverati in terapia intensiva rispetto al numero dei contagiati, così come c'è un numero elevatissimo di posti letto dichiarati come attivi quando si sa che gran parte di questi non lo sono: vengono inseriti anche quelli del Covid center di Civitanova chiuso. E poi sulle vaccinazioni: possibile che non riusciamo ad arrivare alla media nazionale? Servirebbero meno annunci e più informazione

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Numero di ricoverati in terapia intensiva in rapporto alla popolazione nelle varie Regioni italiane (dati del 1 gennaio 2022). Fonte: elaborazioni del dott. Paolo Spada per la pagina Facebook di Pillole di Ottimismo

di Claudio Maria Maffei*

Forse per la politica è difficile arginare la pandemia, nelle Marche come nelle altre Regioni. Quello che invece potrebbe e dovrebbe fare con facilità è comunicare i dati sul suo andamento in modo chiaro e tempestivo. Proviamo a vedere i numeri “strani” e quelli mancanti. Cominciamo da quelli strani.

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Claudio Maria Maffei

Da sempre nelle Marche c’è una quantità sproporzionata di ricoverati in terapia intensiva rispetto al numero dei contagiati e dei ricoverati. Ieri ad esempio le Marche erano al quindicesimo posto come incidenza di nuovi casi nell’ultima settimana (con 600 casi ogni 100.000 abitanti), ma erano al terzo con 21,8% come percentuale di posti letto di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Eravamo poi al sedicesimo posto come numero di ricoverati nei reparti “normali” in rapporto alla popolazione e al quinto invece come frequenza di ricoveri in terapia intensiva.

Un altro dato che da sempre ci caratterizza è il numero elevatissimo di posti letto di terapia intensiva dichiarati come attivi quando si sa che gran parte di questi non lo sono. Anche ieri ne dichiaravamo 252 attivi e 51 attivabili quando si sa che andrebbe dichiarato solo il numero di quelli che possono funzionare senza incidere sulle altre attività. Vengono conteggiati pure quelli chiusi del Covid Hospital di Civitanova (42) che tutti sanno essere chiusi. E che tutti sanno o dovrebbero sapere che non potrebbero essere in alcun modo aperti perché non c’è il personale per farli funzionare. E che dire del numero sempre elevato di pazienti Covid in Pronto Soccorso (ieri 27) e nelle strutture residenziali (ieri 132)? Perché poi c’è un totale sbilanciamento nei ricoveri tra l’Ospedale Marche Nord (in pratica Pesaro) e il resto della rete ospedaliera regionale, quando non è quella l’Area Vasta ad essere la più colpita?

Tra i dati strani ci sono infine anche quelli sulle vaccinazioni. Può essere che non riusciamo ad arrivare alla media nazionale di vaccinati e siamo sempre sotto alla media nazionale? All’ultima rilevazione del Gimbe siamo al sestultimo posto in Italia tra vaccinati parzialmente più vaccinati in modo completo. E poi ci sono i dati che mancano. Quali sono i tempi in cui avviene il tracciamento dei nuovi casi nelle varie Aree Vaste? Quali sono le aree di attività in cui si stanno accumulando ritardi nelle attività programmate? Qual è l’eccesso di mortalità che si è registrato nelle diverse Aree Vaste per tutte le altre cause? Qual è l’andamento della attività nelle strutture private in cui manca completamente il coinvolgimento nella risposta alla pandemia? Forse una migliore comunicazione potrebbe aiutare a gestire meglio una situazione in cui i cittadini fanno fatica a capire quello che sta succedendo con tutte le conseguenze del caso. In pratica un po’ meno annunci e un po’ più di informazioni.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

 


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