di Giorgio Fedeli
Occupati tutti i posti letto per malati di Covid al Pronto soccorso. E ieri sera si è toccato il fondo quando alcuni pazienti, prima di essere ‘accettati’, hanno dovuto attendere in ambulanza. Una situazione limite? No, peggio. Siamo ben oltre la soglia limite.
Ma il primario del reparto ‘d’ingresso’ dell’ospedale Murri di Fermo, Alessandro Valentino, prova a fronteggiare la crisi profonda che sta vivendo il Pronto soccorso con un piano che riorganizzerebbe completamente la sua unità operativa complessa: “Bisogna necessariamente essere dinamici e flessibili. E, a questo ci tengo particolarmente, voglio ringraziare i miei medici che si vedono le ferie non accettate, che vengono a lavorare con estrema dedizione. E credetemi, non è una cosa comune in altri reparti di Pronto soccorso“.
Ma torniamo a ieri sera quando alcuni pazienti sono stati soccorsi dal 118 per poi, causa Covid, essere accompagnati al Pronto soccorso. Lì però, hanno trovato una situazione da ‘codice rosso’, ossia tutti e 14 i posti letto dedicati ai contagiati erano pieni. E così, prima di poter entrare, hanno dovuto attendere in ambulanza. “E anche oggi – il quadro allarmante di Valentino – la situazione non è molto migliore. Ne abbiamo già 11 in attesa di essere trasferiti in altri reparti. Ne arriveranno sicuramente altri. La situazione, sì, è a dir poco critica. Abbiamo allargato gli spazi dedicati al Covid andando a rosicchiare tra ambulatori e sala osservazione. Ma gli spazi, complessivamente, sono pur sempre quelli. E con la Tac abbiamo perso metri quadrati”. Insomma, si rimodula ma senza alcun margine di manovra su ulteriori locali.
“Cerchiamo di essere dinamici, flessibili. E questo dovremo continuare a fare – continua il primario – le persone che vengono al Pronto soccorso, complessivamente, sono superiori rispetto alla prima ondata del virus perché prima, dei no Covid, venivano solo in gravi condizioni. Ora no, vengono tutti. Gli spazi, effettivamente, li abbiamo finiti”. E a questo, come se non bastasse, si aggiunga la carenza di personale: “Dal primo febbraio perdiamo un medico in Ps. Uno non c’è. E se non torna resterò con due medici che possono lavorare sull’H24. Sì perché un terzo medico è H12. Al 118 ne perderemo due. Una situazione di grave crisi. Basti dire che per coprire un turno ambulatoriale servono 5 medici. Ed è per questo che non smetterò mai di ringraziare chi viene al lavoro, anche se si vede negate le ferie. I miei medici sposano appieno la causa e, fidatevi, non è una situazione comune in tutti i Pronti soccorsi. Abbiamo acquisito un medico da San Benedetto del Tronto ma non copre più di quattro turni al mese”.
Per cercare di salvare il salvabile, per tamponare l’emergenza, Valentino ha avanzato, alla Direzione di Area vasta e a quella medico-ospedaliera la sua proposta di totale riorganizzazione del Pronto soccorso: “La Direzione di Area vasta con il dottor Roberto Grinta, e quella medico ospedaliera, con i dottori Luca Polci e Fabrizio Santillo, forniscono quotidianamente massima collaborazione al Pronto soccorso per risolvere i problemi. La proposta che ho avanzato rivoluziona l’attività lavorativa in reparto. In pratica resta ai medici del Pronto soccorso la gestione dei Covid e dei codici rossi, che sono la parte preponderante e la più impegnativa. Ai medici della cooperativa e a quelli delle altre unità operative che vengono a fare i turni da noi, resterebbero gli altri codici (dall’arancione al bianco). Ovviamente con spazi ad hoc, e senza commistione tra Covid e no Covid. Altrimenti è davvero dura, anzi impossibile, andare avanti. Attualmente navighiamo a vista. Siamo pronti a modellarci a tutte le emergenze anche perché è difficile prevedere quando questa situazione cesserà, o quantomeno si ammorbidirà”.
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