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«Urge un cambio di rotta nella politica sanitaria regionale» il monito dei segretari Pd

SANITA' - La gestione pandemica e le scelte sanitarie della Regione sono finite sotto la lente d’ingrandimento dei cinque segretari provinciali del PD che, freschi di elezione ai congressi, in una nota congiunta hanno chiesto un cambio di rotta alla giunta regionale sul tema della sanità

Il segretario provinciale Pd del Fermano, Luca Piermartiri

Siamo preoccupati per la gestione della sanità nella Regione Marche. Continuando in questo modo si rischia di mettere in discussione l’art. 32 della Costituzione che garantisce il diritto di accesso alle cure a tutti i cittadini”. E’ quanto affermano i cinque segretari provinciali Pd, Ameli, Falà, Fulvi, Piermartiri e Sciapichetti.

Il personale sanitario è allo stremo, per non parlare – incalzano gli esponenti dem – della mancata liquidazione delle indennità e il blocco delle ferie: gli eroi del Covid stanno perdendo la speranza a causa della mala organizzazione di questi mesi di cui è responsabile la giunta Acquaroli. Nulla di nuovo sotto il sole. Come se non bastasse, a tutto ciò si aggiunge il caos sui vaccini, tamponi, il tracciamento saltato e soprattutto la gestione senza alcuna condivisione con i sindaci, sindacati e associazioni di categoria degli oltre 180 milioni di euro dei fondi Pnrr assegnati dallo Stato nella missione 6 Salute per la nostra Regione. Perseverando, a rimetterci saranno purtroppo i cittadini”.
Decine di milioni di euro di fondi Pnrr decisi in maniera a nostro avviso errata – accusano i segretari – senza discutere nel merito delle scelte con i veri protagonisti del comparto sanitario. Piccole operazioni di maquillage utili solo a spendere ma senza una vera visione di programmazione e organizzazione sanitaria nelle Marche e nelle aree vaste. Non ci meravigliamo: la Giunta si sta comportando in maniera analoga anche sui fondi Pnrr terremoto”.

Come scegliere dove e come realizzare ospedali e case di comunità? Quali criteri sono stati adottati?” chiedono i segretari Pd. “I fondi Pnrr in sanità vengono destinati per il 90% all’organizzazione territoriale. Duole constatare che purtroppo le Marche vanno nel senso opposto a quanto suggerito dal buonsenso, prendendo la solita piega della parcellizzazione delle risorse senza nessuna visione strategica, con soluzioni calate dall’alto. A tal proposito, è utile che vengano convocate dalla Regione le conferenze dei sindaci in tutte le aree vaste”.
Chiediamo alle forze politiche, di categoria e sindacali di aprire una fase nuova nella quale discutere innanzitutto come organizzare il territorio, parlando solo a seguire, di edilizia ospedaliera. Vorremmo discutere serenamente – continuano i segretari – di come mettere a disposizione dei cittadini l’infermiere di comunità, di come implementare le cure domiciliari anche attraverso la telemedicina, i servizi di analisi, la diagnostica e di come mettere in campo un nuovo approccio sui temi connessi alla senilità. Le Marche sono tra le regioni più longeve d’Italia: è giunto il tempo di rivedere anche l’organizzazione dell’assistenza per i più anziani, verificando l’impostazione per grandi strutture e puntando a un sistema diffuso di accoglienza. Ma ad oggi da parte della giunta Acquaroli abbiamo visto solo una forte riduzione dei fondi destinati ai gestori delle Rsa, che hanno comportato un immediato aumento delle rette. Ancora una volta, a pagare sono i cittadini”.
“Pensiamo – concludono Ameli, Falà, Fulvi, Piermartiri e Sciapichetti – che sia necessario ragionare sulla qualità ed equità dell’offerta sanitaria. Per questo chiediamo al presidente Acquaroli di passare dalle promesse della campagna elettorale ai fatti. Dopo un anno e quattro mesi nulla di quanto garantito nei territori è stato fatto. I cittadini delle aree interne ancora aspettano la riapertura di tutti i piccoli ospedali e dei Pronto Soccorso, attesa che si dimostrerà vana”.


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