di Sandro Renzi
Prende forma il terzo polo di Valerio Vesprini con civici, Fi e Lega e forse, anche con FdI. C0ntatti informali col partito della Meloni ci sarebbero già stati. Mentre l’Udc va avanti per la sua strada con Cencetti candidato sindaco. Questa la fotografia ad oggi. Un centrodestra, quasi al completo, tenuto insieme dalla figura di un civico, replica di un progetto politico che abbiamo già visto a Fermo. Ma non necessariamente e aprioristicamente vincente come quello. Come a Fermo, anche a Porto San Giorgio il gruppo dell’ex assessore allo sport annovererà al suo interno pure figure più vicine al centrosinistra e poi i partiti che, in difficoltà per non essere riusciti a trovare una sintesi e ad esprimere un candidato unitario, hanno rinunciato anche al simbolo pur di convergere su quella che, potenzialmente, potrebbe essere una carta vincente. Quel Vesprini che ha messo una pregiudiziale al loro ingresso: via i simboli o niente confronto.
Lega e Fi hanno acconsentito. Con FdI tavolo ancora aperto. Per certi versi potrebbe essere quasi un paradosso che gli stessi partiti impegnati nel governo della Regione dal 2020 non siano riusciti nell’impresa di esprimere un candidato di bandiera e siano stati “costretti” a rifugiarsi nel perimetro civico. Ma se guardiamo anche al passato, non possiamo non notare un filo sottile che lega il presente alle ultime competizioni elettorali nelle quali il centrodestra ha finito per affidarsi sempre ad una figura civica. Dobbiamo tornare addirittura al 2003 ed alla candidatura di Giancarlo Fermani, all’epoca in quota Udc, per trovare un centrodestra sufficientemente unito ed un candidato di bandiera. Prima di lui, i partiti storici come Fi ed An avevano optato per Francesco Amici, altro civico, lontano da tante logiche politiche. Ma negli ultimi 20 anni, le scelte sono ricadute sempre su figure di area, per così dire, senza tessere in tasca, “catturate” dal mondo civico. Così fu nella tornata elettorale del 2008. In sei si presentano: Claudio Speranzini, Alberto Urbani, Rossano Romagnoli, Andrea Agostini, Claudio Brignocchi e Massimo Silvestrini. Ci sono Pd, Pdl, Italia dei Valori, Udc, ci sono le liste civiche Città democratica, Città solidale, Città aperta e Città futura. Vince Agostini, civico, ma stretto alla fine nella morsa dei partiti chiuderà anticipatamente la sua esperienza amministrativa. Quattro anni più tardi, nel 2012, i candidati sindaco sono addirittura sette. Irrompe nell’agone politico anche il Movimento 5 Stelle: ai nastri di partenza si presentano Andrea Agostini, Nicola Loira, Antonella Capriotti, Daniele Strovegli, Roberto Mandolesi, Paolo Pennente, Francesco della Barca. Il centrodestra con Pdl e Udc confluisce sull’avv. Mandolesi. Vince Nicola Loira. Passano altro cinque anni, è il 2017. La sfida per la poltrona di primo cittadino se la giocano ancora Andrea Agostini con sette liste, appoggiato da Fi ed An, Nicola Loira con sei tra cui il Pd, Marco Marinangeli che al suo interno annovera anche la Lega, e ci sono pure Giacomo Fileno e Alessandra Petracci. Ancora una volta centrodestra spaccato e rappresentato da esponenti del civismo sangiorgese. Vincerà, come noto, Nicola Loira per la seconda volta. Ad oggi le cose non sono cambiate poi così tanto. Di acqua sotto ai ponti ne è passata ma per il centrodestra è sempre la stessa storia con una variante non da poco: questa volta non ci sarà Loira.
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