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Rivisto il bonus mobili: tutti i dettagli con i Commercialisti

PAROLA AGLI ESPERTI - Continua su Cronache Fermane la rubrica in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Fermo guidato dalla presidente Eliana Quintili. Ogni settimana i professionisti iscritti all'Ordine affrontano temi di attualità e approfondimenti sul mondo della contabilità, fiscale e del lavoro

di Gianluca Vita

La legge di Bilancio 2022 (L.234/2021) modifica il cosiddetto bonus mobili che prevede una detrazione fiscale del 50% del costo sostenuto, mediante indicazione nella propria dichiarazione dei redditi, da ripartire in 10 quote annuali a favore di chi acquista mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo di immobili oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. La manovra, che ha esteso l’agevolazione anche per gli anni 2022, 2023 e 2024, ha tuttavia ridotto il massimale a 10.000 euro per le spese sostenute nell’anno 2022 e a 5.000 euro per quelle sostenute negli anni 2023 e 2024. Lo prevede l’art. 1, c. 37, lett. b), n. 2 L. 234/2021 che ha integralmente sostituito il comma 2 dell’art. 16 D.L. 63/2013. Il massimale, che era già fissato in 10.000 euro fino a tutto l’anno d’imposta 2020, era stato innalzato a 16.000 euro per le spese sostenute nell’anno 2021. Proroga ampia, quindi, ma meno ricca. Si ricorda che una delle condizioni per fruire del bonus è costituita dall’aver realizzato interventi di recupero del patrimonio edilizio a partire dal primo gennaio dell’anno precedente a quello di acquisto dei beni. Ulteriore vincolo è rappresentato dalle modalità di pagamento. Sono ammessi pagamenti a mezzo bonifico o carta di credito o debito.

Non sono consentiti pagamenti in contanti, assegni bancari o altri mezzi di pagamento. Si ricorda che, per l’anno 2021, l’agevolazione si applica agli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici nuovi, di classe non inferiore ad A+ (classe A o superiore per forni e lavasciuga). Dall’anno 2022 sono previste le classi minime A per i forni, E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, F per i frigoriferi e i congelatori. Nessuna condizione per l’acquisto di beni privi di etichetta, se non ne è stato previsto ancora l’obbligo. Per le spese dell’anno 2021 l’intervento di recupero deve essere avviato in data non anteriore al 1.01.2020. Per le spese sostenute nell’anno 2022, i lavori dovranno essere iniziati in data non antecedente al 1.01.2021. In pratica il bonus mobili spetta per le spese sostenute nell’anno di avvio dei lavori e in quello successivo, tenendo presente che, in tal caso, il limite di spesa è considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è già fruito della detrazione. I lavori devono essere avviati prima dell’acquisto dei beni agevolabili, ma non è necessario che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle relative agli arredi. Gli interventi edilizi che aprono la porta al bonus mobili sono quelli di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi (purché sia stato dichiarato lo stato di emergenza), manutenzione ordinaria su parti comuni condominiali. Costituiscono presupposto per accedere al bonus anche gli stessi lavori di ristrutturazione edilizia, nonché restauro e risanamento conservativo effettuati da imprese costruttrici (e cooperative edilizie) che entro 18 mesi dal termine dei lavori provvedono alla rivendita (o all’assegnazione) degli immobili oggetto degli interventi di recupero.

È appena il caso di ricordare che, in presenza di interventi di recupero aventi ad oggetto più immobili, l’agevolazione in rassegna compete per ogni immobile, ma, al tempo stesso, non è necessario che l’acquisto dei beni agevolabili sia connesso al medesimo immobile oggetto di ristrutturazione. Infine, da ricordare la comunicazione Enea per gli elettrodomestici. Difatti per ottenere il bonus elettrodomestici, introdotto a suo tempo dalla Legge di Bilancio 2018 (L.27/2017), è obbligatoria la trasmissione dei dati all’Enea che attesti i requisiti sopra indicati per il diritto alla detrazione in dichiarazione dei redditi.



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