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«Bolkestein, si apra una vertenza: lo Stato stia con i concessionari»

BALNEARI - La questione finirà sul tavolo della Conferenza delle Regioni in calendario mercoledì. L'assessore Guido Castelli: «Serve un intervento normativo organico o i Comuni si muoveranno in ordine sparso per indire aste e gare»

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Guido Castelli

 

Concessioni balneari, sulla Bolkestein la Regione è chiara: «Non va applicata in automatico, si deve aprire una vertenza a livello europeo. Lo Stato si schieri a fianco dei concessionari». Secondo l’assessore Guido Castelli: «Le Regioni vanno coinvolte sulla Bolkestein che non può essere applicata passivamente in assenza di un riordino della materia». Questa la richiesta in vista della Conferenza delle Regioni, in programma mercoledì prossimo che affronterà il tema della direttiva Ue, a seguito della sollecitazione del presidente Francesco Acquaroli.

Castelli oggi ha partecipato, da remoto, alla Commissione Demanio marittimo della Conferenza delle Regioni, il cui presidente è Marco Scajola, assessore della Liguria. La Commissione era chiamata a redigere un documento base, da sottoporre al vaglio della Conferenza delle Regioni, alla luce delle due sentenze del Consiglio di Stato dello scorso novembre che hanno di fatto imposto di arrivare entro il 31 dicembre 2023 «alle gare che danno tanta apprensione ai concessionari balneari d’Italia e delle Marche – sottolinea Castelli -. Le Marche chiedono allo Stato di non dare per scontato che la Bolkestein, in Italia, vada applicata in automatico. Noi riteniamo che si debba aprire una vertenza a livello europeo finalizzata a contrastare l’applicazione della direttiva agli stabilimenti dislocati lungo le coste italiane. Esattamente come è accaduto in Spagna e in Portogallo, nazioni che hanno differito, sine die, lo svolgimento delle gare. Chiediamo dunque che lo Stato si schieri a fianco dei concessionari, anche tenendo conto del fatto che la Bolkestein è una direttiva sui servizi, mentre invece gli stabilimenti sono beni».

Il rischio, secondo Castelli, è che «se lo Stato non interverrà prontamente, dopo le controverse sentenze del Consiglio di Stato, con un intervento normativo organico, i Comuni potrebbero andare in ordine sparso nell’indire aste e gare. Magari anche solo per paura di incorrere in qualche sanzione. Attraverso la Conferenza delle Regioni, chiediamo che i Comuni congelino la situazione, sterilizzando le eventuali iniziative di indizione di gare perché ciò rischierebbe di produrre un’applicazione della Bolkestein a macchia di leopardo in Italia. È necessario, all’opposto, un intervento più generale e sistemico, ferme restando le impugnazioni giurisdizionali che hanno riguardato le sentenze del Consiglio di Stato». Castelli, infine, anticipa che la Regione Marche intende sostenere la posizione di quanti non considerano la Bolkestein una specie di “destino ineluttabile”, dal quale «sarebbe impossibile esonerarsi. Le Marche hanno impresso un’accelerazione al dibattito in corso e intendono lavorare per sollecitare una presa di posizione del Governo in sede europea contro la Bolkestein».

 

 


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