Il suo appunto sull’utilizzo obbligatorio della gonna, per le donne, negli eventi ufficiali è diventato un caso nazionale. Stiamo parlando di Nicole Hesslink, l’artista fermana che nei giorni scorsi ha deciso di mollare un corso da sommelier perché la sigla di categoria con cui stava svolgendo il corso ha nel regolamento l’obbligo di indossare, per le donne, la gonna nella divisa ufficiale.
«Sia chiaro, io non sono contro la gonna – racconta Nicole Hesslink al telefono – ma ho solo detto che con i pantaloni mi sarei trovata più a mio agio». Nicole ha scoperto quella parte di regolamento proprio durante il corso che stava frequentando. Da lì ne è scaturito uno scambio di mail con la sede centrale, scambio dal quale la giovane artista e fotografa fermana, originaria degli Stati Uniti ma residente a Fermo, non ha ottenuto le risposte che attendeva. E così la scelta di mollare il corso.
«Mi hanno detto che quella sulla gonna era una decisione presa a livello centrale, che però non mi trova d’accordo. Durante la lezione per diventare sommelier – racconta Hesslink – ci è stato spiegato anche come svolgere il lavoro. E qui ci hanno parlato della divisa che per le donne prevede la gonna. Un aspetto che non condivido. Ripeto, non ho nulla contro la divisa stessa, ci mancherebbe altro. Anzi la condivido per il ruolo che si riveste. Va bene anche la gonna ma per quello che mi riguarda preferisco i pantaloni, mi sento più a mio agio. Lunedì della scorsa settimana la prima mail con la sede centrale, venerdì l’ultima». E a quel punto Nicole ha deciso di pubblicare la sua storia sui social. «Non faccio caso ai commenti negativi, offensivi. Ho esagerato? Non mi sembra. Ho solo fatto presente un mio pensiero, ossia che preferivo un pantalone a una gonna per praticità».
La sua presa di posizione è balzata alla ribalta delle cronache nazionali. E oggi a Nicole, dalle pagine di Cronache Fermane, fa recapitare un messaggio, un invito, Stefano Isidori, presidente regionale Ais (Associazione Italiana Sommelier), sommelier professionista e insegnante tecnico pratico al Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare: «In casa Ais le donne vestono come vogliono. Sconvolto e frastornato nel leggere la notizia che un aspirante sommelier, perché stava frequentando il corso, ha dovuto abbandonare per l’obbligo di indossare la gonna per partecipare alla vita associativa. Scrivo – si legge nella nota di Isidori – in qualità di convinto sostenitore della libertà di espressione e nonché massimo rappresentate delle Marche della più grande e storica associazione di categoria che annovera tra i propri ranghi decine di migliaia di donne sommelier; marito e padre di tre stupende fanciulle, non potevo credere a quello che raccontava l’articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica. Ancora di più perché risiedo a Fermo, una cittadina aperta che non merita di apparire per questi avvenimenti. Anche negli istituti alberghieri più rigidi, io sono un insegnante tecnico pratico al Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare, questo antico uso è stato abbandonato da decine di anni e le alunne possono scegliere indifferentemente di indossare la gonna o i pantaloni. Queste mie affermazioni sono testimoniate dalle pagine dei social “aismarche” o frequentando i luoghi dove si svolgono gli eventi a sottolineare l’estrema libertà che lasciamo alle nostre socie. Tutti i sommelier dell’Ais Marche non condividono il comportamento tenuto da altre associazioni di categoria che non rappresentano, a mio avviso, il mondo della sommellerie. Sarà mia cura contattare la signora, porgerle le scuse dei professionisti di settore e, se vorrà, invitarla a frequentare la nostra vita associativa nella massima libertà. E a tutte le donne dico ‘siate voi stesse‘».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati