Uno sguardo a 360° sulla sanità del territorio, ieri sera ai microfoni di Radio FM1, con la presidente e la vicepresidente dell’Ordine dei medici di Fermo, Anna Maria Calcagni e Simona Piergallini. Diversi i temi trattati dalle due professioniste, intervistate da Roberto Mazzaferro durante la nuova trasmissione “Di Sera” in onda dal lunedì al venerdì alle 21.30 sulle frequenze della storica radio fermana: problemi, prospettive e qualità di un sistema che, come osserva la presidente, «va ora ricostruito dopo l’emergenza pandemica, è come un dopoguerra».
La dottoressa Piergallini rimarca anche «la qualità del sistema sanitario nazionale, che rispetto ad altri Paesi ha un ottimo livello di esenzione. Non è scontato avere accesso diretto alle cure 365 giorni l’anno, è un servizio fondamentale per tutti, ma chiaramente ha costi di gestione molto elevati».
Non c’è carenza di medici nel Fermano, ma mancano specialisti in alcuni settori. A dare i numeri è la presidente Calcagni. «Negli ultimi 10 anni siamo passati da 850 a 1063 medici, la proporzione tra medici e cittadinanza è in linea col resto d’Italia e con altri Paesi – spiega la dottoressa – Il problema è sulle specializzazioni. Ho effettuato un’indagine statistica sugli specializzandi di quest’anno e su 30 (alcune discipline non hanno neanche un nuovo specialista), non c’è nessuno nell’emergenza urgenza, cioè il pronto soccorso. E’ un dato che mi ha lasciato esterrefatta, perché è l’ambito più entusiasmante, anche più adrenalinico”.
Il problema, secondo Calcagni e Piergallini, è complesso «e non si può banalizzare solo con la questione di togliere il numero chiuso per la facoltà di Medicina. Occorre anche modificare i test d’accesso e soprattutto adottare una corretta programmazione delle specialità. La riqualificazione e la tutela del pronto soccorso sono argomenti nazionali: serve rendere appetibile la medicina d’urgenza per i nuovi medici. Se il pronto soccorso viene riportato alla dignità che merita, potrà tornare una specializzazione richiesta come scelta di vita, non solo come sacrificio temporaneo per poi andare in altre direzioni. La medicina d’urgenza non può più essere solo luogo di battaglia, le istituzioni abbiano la considerazione giusta per questa branca fondamentale. L’incentivo economico può essere un aspetto, è un dato di fatto che i medici italiani siano i meno pagati d’Europa, ma non è solo questione di soldi, serve anche soddisfazione professionale”.
Si va verso l’uscita dall’emergenza pandemica ma ora ci sono nuove problematiche da affrontare e il Pronto soccorso congestionato, qualche notte fa, ne è una testimonianza. «Ciò che è successo nei giorni scorsi al Murri ha palesato un nuovo tipo di problema, quello di pazienti che hanno bisogno di cure per altre patologie, ma sono anche Covid positivi, se pur asintomatici. Organizzare i reparti di degenza in modo adeguato per gestire pazienti Covid asintomatici è argomento di grande attualità, ovunque, non solo a Fermo. Il Covid deve tornare secondario rispetto ad altre patologie, ne deriva l’esigenza di un’organizzazione differente dei reparti».
Tra gli argomenti, si tocca anche quello della reperibilità notturna dei medici, «un tasto dolente – osserva la vicepresidente Piergallini – è un servizio importante, ma poco remunerato. Venti euro lorde per una disponibilità notturna sono poche e non qualificanti. Ma d’altra parte chi sceglie la professione medica non lo fa certo per guadagnarci. A parità di tempo, studi, sforzi e sacrifici ci sono certamente lavori che rendono di più».
Per la presidente Calcagni si avvicina la fine del suo ultimo mandato alla guida dell’Ordine dei medici: «Spero di lasciare la mia eredità alla dottoressa Piergallini. E’ stato in questi anni un grande impegno guidare l’Ordine, ora stiamo lavorando al nuovo sito web per un sistema comunicativo più moderno ed efficiente».
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