Se, come pare, si voterà alla fine di maggio ed ammesso e non concesso che le date saranno quelle del 29 e del 30, i partiti e le formazioni civiche avranno un bel da fare per presentare le liste l’ultimo sabato di aprile, ovvero tra il trentesimo ed il ventinovesimo giorno antecedente l’apertura dei seggi agli elettori (così recitano gli articoli 28, ottavo comma, e 32, ottavo comma, del testo unico n. 570 del 1960) . Tradotto, ci sono solo 54 giorni a disposizione per raccogliere le firme, comporre le liste che, nel caso di Porto San Giorgio, dovranno avere tra un minimo di 11 ed un massimo di 16 candidati, dal momento che il Comune appartiene alla fascia degli enti con popolazione compresa tra 15001 e 30000 abitanti, e cosa non da meno “scovare” il papabile sostituto di Nicola Loira. Formalmente, situazione alquanto anomala ma non unica visto quanto accaduto lo scorso anno in città assai più grandi, compresa la Capitale, non c’è ancora un candidato sindaco a Porto San Giorgio. Vale per la destra, o ciò che ne rimane, vale per la sinistra, o ciò che resta della alleanza che aveva portato Loira alla vittoria, vale per i civici che puntano su Valerio Vesprini, il quale però non ha mai sciolta la riserva ufficialmente dovendo prima saldare o rinsaldare le alleanze, e vale pure per il quarto polo.
Questa potrebbe essere allora la settimana decisiva. Così lasciano intendere dal Pd, e pure dal terzo polo di Vesprini. Anche perché la scelta di candidarsi o meno in un lista dipenderà da chi è il candidato alla poltrona di sindaco. E decisiva dovrebbe anche per FdI che potrebbero dare vita ad una alleanza con l’Udc da cui è uscito l’unico candidato sindaco certo fino a qualche settimana fa, ovvero Stefano Cencetti. A fronte di una situazione così fluida, la politica sangiorgese appare in difficoltà. Direttivi, incontri, faccia a faccia si susseguono, ma di concreto c’è poco. Sfumerebbe anche l’ipotesi primarie interne al Pd, non fosse altro perché i tempi stringono e le direttive del Regolamento quadro per le primarie dei dem stabiliscono tempistiche più lunghe pur rimandando poi ai circoli territoriali. Ma la fretta non è mai una buona consigliera. L’esito di improbabili primarie condizionerebbe poi il tema delle alleanze che non si firmano a scatola chiusa. Ad oggi si sa solo che col Pd ci sarebbero Azione e Italia Viva ma forse non i Verdi. Se a tutto ciò aggiungiamo pure che nelle liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi dei candidati (ammessi), si intuisce quanto stavolta possa essere in salita la strada verso le elezioni per i partiti ancora alle prese con il nodo di chi dovrà concorrere per succedere a Nicola Loira. E quanto condensata sarà la campagna elettorale. Poco più di un paio di mesi.
Sa. Ren.
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