di Maria Nerina Galiè
Medicina Amandola, si aprono spiragli. Il direttore di Area Vasta 4, Roberto Grinta, ha confermato al sindaco Adolfo Marinangeli di essere nella condizione di poter procedere al comodato d’uso gratuito.
E’ un passo decisivo per ottenere l’autorizzazioni a riaccogliere i pazienti (in gergo Aut 2 sulla base di precisi requisiti stabiliti dalla Regione), motivo per cui è stata realizzata, con quasi 3 milioni e mezzo della Protezione Civile, al fine di restituire alla zona montana il reparto di lunga degenza, appoggiato al “Murri” di Fermo, da quando il vecchio ospedale è stato danneggiato dalle scosse del 2016.
L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, non entra nel merito, ma afferma: «Io sono assessore alla Sanità delle Marche e vedo la questione in un’ottica regionale. Penso ad Amandola come polo al servizio delle aree interne di tre province, il Fermano, il Piceno ed il Maceratese».
L’edificio, un prefabbricato che doveva essere pronto nell’imminenza, è stato completato nel 2020, ma a fine 2021 non si trovava la strada per renderlo operativo. Problemi di certificati, lavori “non fatti a regola d’arte”, per il Comune che nel frattempo aveva rescisso il contratto con la ditta che li aveva eseguiti, per farli terminare ad un’altra.
Un rimpallo di responsabilità tra Comune, Regione Marche e Asur, sollevate, per primi, dai consiglieri di minoranza (“Amandola è dei cittadini”). Il dibattito è continuato sui tavoli sindacali e delle istituzioni locali. Ma la ditta “messa alla porta”, come l’ha definita Marinangeli in una diretta Facebook, nel frattempo si era rivolta al Tribunale per far valere le sue ragioni. Il contenzioso è ancora in piedi.
Per questo, Grinta, a febbraio – raggiunto anche da una diffida della ditta estromessa, nella quale si parlava di irregolarità nelle certificazioni – aveva avvisato il sindaco Marinangeli di voler soprassedere dal comodato.
“Allo scopo quindi di monitorare i successivi sviluppi delle questioni sopra evidenziate, anche sulla scorta di indicazioni operative del vertice Asur. Si rappresenta che Area Vasta 4 intende allo stato soprassedere, in via cautelativa, da ogni ulteriore trattativa inerente l’eventuale comodato immobiliare dell’edificio in questione”.
Severa la reazione del primo cittadino di Amandola, sempre sulla diretta social nella quale non ha risparmiato ditta e minoranza consiliare.
E ha risposto a Grinta, informando anche l’assessore regionale Saltamartini ed il direttore Asur Nadia Storti.
«Predette criticità sono state completamente eliminate attraverso lavori di verifica, ripristino della corretta esecuzione degli impianti e verifica della regolare esecuzione delle opere eseguiti successivamente alla risoluzione del contratto con la Rete temporanea d’imprese, da parte dell’altra società, con il conseguente rilascio di ogni necessaria certificazione di legge.
Di tale circostanza, peraltro, risultate perfettamente essere già a conoscenza (…).
A questo deve aggiungersi che l’attuale pendenza dinanzi al Tribunale di Ascoli Piceno, di un contenzioso civile promosso, nei confronti della committenza dell’opera pubblica, dalla Rti originaria, non involge in alcuna maniera i profili concernenti l’attuale regolarità, la conformità alle vigenti normative e la funzionalità della struttura messa a vostra disposizione.
Ad ogni modo, stante il grave tenore della Vs missiva, (…) si chiede l’inoltro della contestazione cui fate riferimento, al fine di valutare l’esercizio di ogni eventuale e più opportuna azione giudiziale, anche in sede penale, onde tutelare compiutamente gli interessi della scrivente Amministrazione, della collettività nonché scongiurare illegittime interruzioni di pubblico servizio.
Si sottolinea, inoltre, che alcuna contestazione circa le irregolarità impiantistiche inficianti le certificazioni emesse è mai stata mossa a questo ente né dalla Rti originaria affidataria dell’appalto, né da altro soggetto.
Tuttavia, atteso che in data 31 gennaio, il gruppo consiliare di minoranza denominato “Amandola è dei cittadini”, ha inteso inoltrare al sottoscritto, in qualità di Sindaco pro tempore, una mozione in cui si dà atto “che la ditta ha presentato in data 26 gennaio delle osservazioni che contestano la regolarità delle certificazioni presentate dal Comune di Amandola in data 30 novembre e che quindi tale struttura sarebbe di fatto inutilizzabile agli scopi prefissi per molto tempo”, osservazioni queste, come sopra riferito, giammai pervenute a questo Comune, sono formalmente a domandarvi se vi è corrispondenza tra la contestazione inoltratavi dalla ditta, a base della vostra missiva e quella cui risulta aver fatto riferimento il gruppo consiliare di minoranza e, in ipotesi affermativa, se tale informazione sia stata rilasciata o meno da personale in forza a codesta Area Vasta, con preghiera di precipua indicazione di qualifica e relativa autorizzazione».
Si è mossa, in tale direzione, anche la seconda ditta, quella incaricata dal Comune di terminare le opere e collaudare gli impianti. Anzi, sembra che l’azione intrapresa da quest’ultima sia stata determinante, come si evince nell’ultima comunicazione inviata da Grinta:
“Ricevuta la comunicazione a Voi nota degli avvocati (…) nell’interesse della ditta (si riferisce a quella che è stata incaricata di collaudare e certificare gli impianti, ndr), conferma la propria proposta di comodato di cui alla nostra minuta allegata alla nostra precedente comunicazione”.
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