di Sandro Renzi
Scioglierà la riserva la prossima settimana il quarto polo, quello composto dal duo Fermani-Cencetti, dopo aver nuovamente incontrato il Pd. Lo farà avendo di fronte tre possibilità: andare da soli, allearsi con i dem o stare fermi un giro. Molto dipenderà da quanto riuscirà ad essere convincente il partito di Letta che a Porto San Giorgio, dopo aver indicato come candidato sindaco, Francesco Gramegna, cerca forze civiche e partitiche per dare vita ad una alleanza dalla quale Azione ha preso le distanze. Italia Viva dovrebbe invece restare nell’area di centrosinistra e convergere sul nome dell’attuale vicesindaco, così come Articolo Uno, accomunato al quarto polo, dalla critica rivolta al Pd ed al metodo seguito per l’individuazione del candidato sindaco. «Poca condivisione e scelta calata dall’alto» è il refren che circola in queste ore anche tra i cespugli. Ore che servono per consolidare pure il rapporto con il consigliere Renato Bisonni.
Il rischio concreto per il Pd, allora, è quello di restare solo a meno che, per la costruzione di una alleanza, non sia disposto a fare qualche passo indietro ed a a trovare più di un punto in comune con le forze che hanno accettato il dialogo. Il tempo tuttavia stringe. Settimana comunque decisiva per tutta la coalizione, come decisiva lo sarà per FdI attesa ad un vertice in Ancona. Il presidente Francesco Acquaroli avrebbe dato il via libera perché il partito, al pari di Lega e Fi, appoggi il civico Valerio Vesprini rinunciando al simbolo. Ipotesi che non è invece gradita al segretario Andrea Agostini. Secondo alcune indiscrezioni, comunque, il partito della Meloni sarebbe ad un passo dal fare il suo ingresso nel progetto civico dell’ex assessore. Le conseguenze? Più pesanti per il terzo polo, dove alcuni componenti hanno manifestato il loro palese dissenso alla presenza dei partiti, anche senza simbolo.
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