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Fine dello stato d’emergenza, l’arcivescovo Pennacchio scrive ai sacerdoti. Ecco le nuove disposizioni

FERMO - L'arcivescovo invita a non abbassare la guardia perché pandemia «non è ancora alle nostre spalle; infatti i contagi non sembrano allentare la presa e, ci auguriamo, si riducano con l’arrivo della bella stagione»

L’arcivescovo Rocco Pennacchio

«Carissimi sacerdoti, dal prossimo 1 aprile, com’è noto, non sarà più in vigore lo stato di emergenza; conseguentemente anche il protocollo del maggio 2020 che disciplinava la ripresa delle celebrazioni col popolo verrà abrogato. Vi invito a visionare la lettera della Presidenza della Cei, consultabile sul sito www.chiesacattolica.it, che descrive in dettaglio i cambiamenti previsti, oltre a dare indicazioni per i riti della Settimana Santa». Inizia così, con queste parole, la missiva che l’arcivescovo Rocco Pennacchio ha inviato ai sacerdoti della diocesi in vista, appunto, della fine dello stato di emergenza che sancisce la cessazione delle misure eccezionali previste per arginare gli effetti della pandemia «che, però, non è ancora alle nostre spalle; infatti – ricorda l’arcivescovo – i contagi non sembrano allentare la presa e, ci auguriamo, si riducano con l’arrivo della bella stagione. Accogliamo con soddisfazione la possibilità di non prevedere più il distanziamento all’interno delle celebrazioni; questo consentirà ad un maggior numero di fedeli di partecipare alle nostre liturgie e di sentirsi ancora più visibilmente comunità. Importante novità è la possibilità di riprendere le processioni; chiedo ai parroci di vigilare perché si svolgano adottando le necessarie misure di cautela, in accordo con le istituzioni civili, per evitare che possano diventare luogo di diffusione di contagio».

«Consapevole della delicatezza della situazione pandemica, esorto tutti a rispettare con scrupolo le prescrizioni ancora in essere (mascherine, igienizzazione delle mani e degli ambienti, ecc.) e, facendo mie le parole della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, rivolgo a tutti un invito alla prudenza, evitando gesti e comportamenti che potrebbero potenzialmente essere rischiosi».

A proposito della distribuzione dell’Eucaristia «alla luce delle considerazioni precedenti e considerata la facoltà degli Ordinari di adottare indicazioni particolari in merito agli specifici contesti, dispongo che si continui a distribuire la comunione solo sulla mano, seguendo – specifica monsignor Pennacchio – le indicazioni già note che assicurino la correttezza e la dignità di questo gesto. Tale modalità, abituale per la gran parte dei nostri fedeli, garantisce nel tempo presente un’igiene maggiore rispetto alla comunione ricevuta sulla lingua. La decisione rimarrà in vigore fino a nuove disposizioni. Infine, esprimo gratitudine a voi e alle comunità affidate alla vostra cura. In questi due anni di emergenza è cresciuto il senso di responsabilità e la sensibilità per il bene comune; in molti hanno riconosciuto alla Chiesa di essere stata esemplare nell’aver accolto con docilità le restrizioni che, particolarmente nella Pasqua 2020, hanno colpito il cuore della liturgia cristiana. Il Signore ricompenserà nel segreto quanti hanno sopportato tanti sacrifici e sofferenze, specialmente le famiglie colpite dai lutti. Vi benedico di cuore».

 


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