di Pierpaolo Pierleoni
Una chiacchierata a tutto tondo, dal suo ruolo di presidente del Consiglio comunale al rammarico per i fondi Unesco a cui Fermo non ha potuto partecipare. Poi una disamina della situazione politica, dai rapporti col sindaco Paolo Calcinaro ad uno sguardo verso le imminenti elezioni amministrative di altre cittadine della provincia. Francesco Trasatti, ospite ieri sera a Zoom su Radio FM1, intervistato dal direttore Giorgio Fedeli, ha toccato diverse tematiche.
In primis, l’argomento più attuale, il bando del Ministero del turismo rivolto ai siti Unesco, che però ha escluso le Learning City di cui Fermo fa parte. «E’ stata una mancanza del Ministero del turismo – commenta Trasatti – Noi presidiamo anche il tavolo di coordinamento nazionale delle Learning City e ci siamo mossi, con Lucca e Trieste, per sensibilizzare le istituzioni. Mi auguro che attraverso il Pnrr possano crearsi anche altre opportunità, interessando anche il Ministero dell’istruzione. E’ un peccato perché abbiamo perso un finanziamento che si aggira sui 150mila euro. Ho sollecitato i nostri parlamentari, credo occorra uno sforzo maggiore ed una diversa sensibilità, purtroppo in un tempo difficile come quello che viviamo, dalla pandemia alla guerra, la cultura rischia sempre di restare un passo indietro».
Tocca poi alla politica, a partire dall’alleanza che l’amministrazione Calcinaro ha siglato nei mesi scorsi in provincia col centrodestra. «Con Paolo Calcinaro ho un rapporto molto franco, ci siamo sempre detti tutto ed è notorio che non sia uno uno yesman – commenta Trasatti – Abbiamo condiviso molte cose, caratterialmente siamo diversi, io più di pancia e passionale, lui più moderato, quasi doroteo, ma tra noi non sono mai mancati rispetto, affetto, chiarezza. Sul piano politico non nascondo che io avrei fatto più difficoltà ad una scelta di avvicinamento al centrodestra. C’è stato un dibattito molto aperto all’interno della maggioranza, si sono anche alzati i toni. Non va dimenticato che c’era stata la possibilità di un accordo con il Pd, che proprio il Pd non ha voluto».
Era e resta uomo di centrosinistra, Trasatti: «Non ci sono dubbi su quale sia la mia metà campo e lo schieramento per cui voto a livello nazionale. Alle ultime elezioni amministrative a Fermo ho voluto realizzare una lista civica, ma con una chiara identità di centrosinistra. Non tocca a me dire di chi siano le colpe se nel nostro territorio la sinistra si trova in queste condizioni. Credo che la questione sia sempre di metodo, mai personale. Per costruire ampie alleanze serve dialogare, cucire ed essere meno arroganti. Non contesto figure rispettabili e pure di qualità che ci sono, ma intorno al Pd non è rimasto più nulla. Non è stato fatto niente per tenere un’unione. E credo che l’isolamento del Pd si sconterà alle urne. Qualcuno dovrebbe fare il mea culpa. Comunque seguo con interesse la ricostruzione di quest’area politica. E se si dovesse cambiare metodo…».
Trasatti, infatti, lancia uno sguardo ai Comuni che saranno chiamati al voto tra un paio di mesi. “A Sant’Elpidio a Mare c’è interlocuzione fraterna con il sindaco Alessio Terrenzi, come a Porto Sant’Elpidio con Milena Sebastiani. Ho seguito i ragionamenti del sindaco Terrenzi, la probabile candidatura di Alessio Pignotti la trovo interessante. A Porto San Giorgio avevamo dato disponibilità a dare una mano a Valerio Vesprini che ci sembrava una figura adatta a sviluppare un progetto politico insieme. Poi lui ha fatto una scelta, che rispetto, di caricarsi tutte le forze del centrodestra ed a quel punto, con la massima cordialità, gli ho detto che non siamo più disponibili» e Porto San Giorgio, per Trasatti, è dunque un capitolo chiuso.
Non sa immaginare, il presidente del Consiglio comunale, quale sarà il suo futuro. «Ho accumulato 10 anni di esperienza in giunta ed ora da presidente del Consiglio comunale. Credo di aver maturato delle conoscenze e di poter offrire un contributo. Dove e come questo avverrà? Non ne ho idea. Ci sono tante persone che hanno le capacità ma per una serie di percorsi e coincidenze non sono riuscite ad esprimere quello che potevano. Mi piacerebbe confrontarmi anche con situazioni sovralocali. Ma sono anche consapevole che se si sale di livello, occorre stare in un partito. Oggi sono contento del mio ruolo, non dare nuovamente disponibilità ad un incarico di giunta è stata una scelta ponderata e consapevole. Sono orgoglioso di essere stato votato all’unanimità e mi auguro di aver onorato il mio ruolo in questo anno e mezzo di lavoro. Presto eleggeremo un rappresentante consiliare della comunità degli extracomunitari, di recente ho incontrato anche la consulta dei ragazzi delle scuole, sono tutte attività che mi danno possibilità di esprimermi e fare educazione civica».
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