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Tipicità traccia la rotta: regione Marche missione GloCal. Moreschi: «Macro e micro imprese devono fare lobby» (Video)

FERMO - Questa mattina, al Fermo Forum, si è svolta un'anteprima della kermesse enogastronomica dal taglio esclusivamente economico a cui hanno preso parte il direttore di Banco Marchigiano, il sindaco Calcinaro, il direttore Serri, il presidente della CdC Sabatini, l'assessore regionale Castelli ed una nutrita comunità di imprenditori, manager e rappresentanti delle associazioni di categoria con lo scopo di sollecitare le aziende a trasformare le risorse in opportunità ed approcciare ad un nuovo futuro
L'intervento del direttore di Tipicità, Angelo Serri, al convegno Ri-Evoluzione

 

 

di Leonardo Nevischi

Contribuire allo sviluppo della comunità locale in relazione allo scenario nazionale e internazionale che è in continua mutazione attraverso un laboratorio progettante utile a riconnettere piccole imprese e grandi gruppi. È questo l’obiettivo che si è posto Tipicità 2022, introducendo la tre giorni di festival (da domani a lunedì al Fermo Forum) con un appuntamento dal taglio esclusivamente economico dal titolo “Ri-Evoluzione”. «Chi se non noi? – ha esordito il direttore Angelo Serri -. Nessuna presunzione o eccesso di autostima, ma con la consapevolezza che la nostra community di Tipicità ha una forza propulsiva enorme che va messa a frutto per far sì che le aziende possano traghettare le risorse ad opportunità e approcciare un nuovo futuro».

«Da questo incontro deve nascere un’alleanza forte e decisa tra micro e il macro per riconnettere piccole e grandi imprese al fine di contribuire al benessere delle persone, dei territori e delle aziende – ha seguitato Serri rivolgendosi alle autorità presenti, agli speaker e alla nutrita comunità di imprenditori, manager e rappresentanti delle associazioni di categoria -. Questo laboratorio è una novità assoluta figlia di esperienze internazionali come Expo Dubai e di momenti di condivisione e approfondimento come l’hub del forum Ambrosetti organizzato nel settembre scorso».

Paolo Calcinaro

A fare gli onori di casa ci ha pensato il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, che ha rotto il ghiaccio con una battuta: «Il Governo ha tolto lo stato di emergenza proprio in concomitanza dell’inizio di Tipicità: questo è ancora di più un segnale di quanto il festival rappresenti la ripartenza e la speranza. Veniamo da due anni in modalità Phygital, ma finalmente torniamo in presenza. Oggi sono emozionato come fosse la prima volta. Ben vengano confronti come quello odierno: Tipicità deve essere un cardine in cui parti istituzionali diverse colloquiano sulle preoccupazioni quotidiane che coinvolgono le istituzioni regionali, il settore produttivo, il mondo del credito e le università». Si parla quindi di «contaminazione positiva» e il microfono passa quindi a Marco Moreschi, direttore generale di Banco Marchigiano, nell’occasione moderatore dell’incontro. «In evento di condivisione vorremmo offrire degli stimoli – ha sottolineato -. Non parliamo di Rivoluzione ma di Ri-Evoluzione: non vogliamo andare contro nessuno ma verso. La regione Marche è rappresentata da 140 mila imprese di cui 130 mila fino a 9 addetti e altre 7mila con meno di 20 addetti. Si devono evolvere poggiando il proprio futuro sull’intelligenza e non possono lavorare per pensare di mantenere lo status quo».

Da qui l’idea di coinvolgere Banca d’Italia, che è il punto di riferimento della ricerca economica italiana, ed in particolar modo il direttore della sede di Ancona, Gabriele Magrini, che attraverso l’ausilio di slides e numeri ha fotografato la situazione congiunturale dell’imprenditoria marchigiana in modo aggiornato. «Nel 2021 il Pil ha mostrato un deciso, seppur ancora parziale, recupero dopo la forte contrazione del 2020, sia nelle Marche sia in Italia – ha esordito parlando dell‘andamento del Pil -. Prima della pandemia il Pil regionale era ancora circa 9 punti inferiore al 2007, un divario ben più grande di quello mostrato dall’Italia (meno di 4 punti). In regione la recessione era stata più severa e la successiva ripresa più lenta. Nella nostra economia c’è molta manifattura e pochi servizi. Le esportazioni continuano ad essere un fattore di sviluppo non omogeneo. Noi esportiamo molto in Europa ma circa il 43% è fuori da essa. Abbiamo un tipo di esportazione che negli ultimi 5 anni sta cambiando in maniera importante: dal 2016 il comparto moda (abbigliamento, calzature e pelli) è passato dal 21% delle esportazioni al 14%. Il settore moda sta gradualmente perdendo appeal nei mercati internazionali».

Gabriele Magrini

«Le ore autorizzate per le integrazioni salariali sono progressivamente diminuite (-40% circa nel 2021), ma restano elevate nel confronto storico – ha seguitato approfondendo il tema della cassa integrazione guadagni che, seppur in calo, resta ancora alevata –.  Ci sono rilevanti differenze tra comparti (il sistema moda è più in difficoltà con un calo nel 2021 di appena l’8%). Il tiraggio della Cig (cioè la percentuale di ore effettivamente usate), nella media nazionale, è stato pari al 38,5% nel 2021. La quota di famiglie percettrici di Reddito o Pensione di Cittadinanza si conferma più contenuta che nella media del paese. Il numero di nuclei beneficiari è però cresciuto (+1,5%). Nel 2021 ai beneficiari si è aggiunto circa un 1,5% di famiglie destinatarie. del Rem. L’incidenza di beneficiari di RdC è più elevata nelle province di Fermo e Ascoli Piceno. Sul calo degli occupanti influisce anche la demografia: le persone in età attiva sono diminuite del 5,9% nell’ultimo decennio, più che in Italia 8-4,1%) – ha spiegato Magrini -. La quota di persone in età attiva sulla popolazione è più bassa nelle Marche rispetto al Paese 862,3% vs 63,6% nel 2011). L’indice di vecchiaia è più elevato. 207,5 over 64enni ogni cento under 15 (182,6 in Italia)». Il direttore di Banca d’Italia Ancona si è poi soffermato sul confronto tra Marche e Italia in tema di prestiti alle imprese: «Nel triennio prima della pandemia, i prestiti a imprese marchigiane avevano mostrate una dinamica molto più contenuta rispetto all’Italia. Nell’ultimo anno pre-pandemia il divario tra Marche e Italia si era addirittura ampliato (i prestiti erano calati in regione più che in Italia). Riallineamento nel 2020: i divari si sono pressoché annullati. Nel 2011, nelle Marche i prestiti bancari al complesso dei settori sono ancora cresciuti ma in netta decelerazione rispetto al 2020, riflettendo la dinamica di quelli alle imprese. Nel 2020 i prestiti alle imprese erano cresciuti già dai primi mesi dell’anno beneficiando delle misure governative di sostegno finanziario realizzate attraverso il supporto di garanzie pubbliche (decreto liquidità). Nel 2021 la dinamica dei prestiti alle imprese è rimasta sostenuta solo per le piccole imprese. Il contenuto fabbisogno finanziario delle imprese di maggiori dimensioni è spiegabile con l’abbondante liquidità accumulata nel corso del 2020 a scopi precauzionali. In un’ottica di lungo periodo , i prestiti alle imprese minori sono cresciuti sempre in misura più contenuta rispetto a quelli alle grandi (inversione di tendenza dalla seconda parte del 2021). Dinamica analoga nel resto del Paese. Nel 2021 il credito alle imprese nelle Marche ha riflesso quella al comparto dei servizi. In contrazione, per fattori legati alla domanda, i prestiti alla manifattura (in recupero però dall’inizio dell’anno in corso). I prestiti alle costruzioni, dopo anni di forte calo, sono tornati a crescere dalla seconda metà del 2020 (effetto ricostruzione post sisma)». La chiosa di Magrini è stata sulla qualità del credito: «Le misure del Governo a sostegno delle imprese (moratoria) e flessibilità delle regole di classificazione dei prestiti hanno permesso di contenere gli impatti della crisi sulla qualità del credito. Nel 2021 il tasso di default rettificato relativo al credito delle imprese è solo leggermente cresciuto (all’1,8%), livello storicamente contenuto e solo di poco superiore all’Italia (1,6%). Invariato l’indicatore per le famiglie: 0,9%, come nel 2020 (1,0 Italia)».

Gian Luca Gregori

A seguire è toccato al rettore della Politecnica di Ancona, Gian Luca Gregori, ragionare su come anche una piccola impresa possa investire in innovazione. «Le Marche offrono una grande varietà di innovazione, da quella tecnologica, all’infrastrutturale, passando per quella di magazzino ed arrivando a quella di processo e dei sistemi di pagamento. Tuttavia non è più possibile sostenere una closed innovation (eseguita in ambienti chiusi esclusivamente da singoli individui o scienziati) bensì c’è bisogno di una open innovation. A tal proposito per favorire la connessione tra soggetti dell’impresa e soggetti esterni sono necessari ecosistemi di innovazione: essi creano un laboratorio che sviluppa innovazione da trasferire alle imprese ed anche la piccola media impresa può farlo. Invece il problema è che le piccole imprese innovano, ma non contabilizzano. Loro innovano e le filiere incassano. Per questo serve capire come, a seconda delle varie tipologie di servizi realizzati dagli ecosistemi, si riesca a trasferire tale innovazione. È questo il fulcro del nostro lavoro – incalza Gregori -. Non possiamo lasciare la piccola impresa ad investire in innovazione, ma dobbiamo fare sinergia: ciò non significa fondere le imprese, bensì unire le forze senza perdere la propria identità». Obiettivo difficile da perseguire perché «le piccole imprese marchigiane non sono in grado di fare lobby, anzi se c’è qualcuno che riesce ad emergere raramente coinvolge un altro marchigiano e questo è un approccio che nelle altre regioni non si vede» accusa Gregori.

Pertanto il succo del confronto è riassumibile in un concetto: «O le imprese imparano a fare sistema o la regione Marche non andrà da nessuna parte – è stata la chiosa di Moreschi -. Qui ci sono molte biodiversità, ma se si rimane così non si va da nessuna parte. Non è possibile che le aziende marchigiane risultino così frequentemente assenti nell’ambito di opportunità da cogliere». Vanno quindi intercettate risorse ed, a tal proposito, il Pnrr rappresenta un’occasione di crescita per le filiere industriali e dei servizi. 

Guido Castelli

A trarre le conclusioni ci hanno pensato il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, e l’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli. «Molti dei temi ascoltati oggi sono gli stessi affrontati nel settembre 2020 con il presidente Acquaroli – ha confessato l’assessore della regione Marche -. Ci siamo resi conto che tra i problemi sistemici che opprimono la nostra regione, chiamata a valorizzare il suo istinto naturale all’appartenenza, al radicamento e all’attenzione verso il territorio, ci sono la questione demografica e quella infrastrutturale. Queste sono due tossine assai penalizzanti, soprattutto se l’obiettivo è puntare al GloCal. Ora il Pnrr ci viene in soccorso e favorisce questa politica espansiva che ci consentirà di avere una dimensione globale. D’accordo con il ministero delle infrastrutture, abbiamo individuato le risorse necessarie per la progettazione di interventi, per una cifra complessiva di 800 milioni di euro, in punti logistici strategici come ad esempio il porto di Ancona e l’aeroporto di Falconara». Poi l’appello alle associazioni di categoria: «Le Marche hanno bisogno di una rete di coordinamento capace di intercettare i flussi e gli incontri come quello odierno sono utili a rafforzare la capacità di fornire risposte».


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