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Cardiologia, Livini al vetriolo: «Avevo un progetto per rilanciarla. Donati si concentri su ritardi, lentezze e indugi che si sono registrati»

LA REPLICA dell'ex direttore di Area vasta al segretario regionale Cisl. «La vecchia direzione è ancora qua, a differenza di tutti gli altri direttori passati su Fermo e mai stati fermani, e comunque l'ex direttore di Area vasta c'è e continua a vivere la quotidianità della sanità fermana»

Licio Livini

L’ex direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, oggi direttore di Distretto, dopo mesi di silenzio, torna a far sentire la sua voce. L’occasione è la replica al segretario regionale Cisl, Giuseppe Donati che ha criticato la sua gestione dell’Area vasta 4, a partire dalla Cardiologia. Sì, vero, con lui è sempre stato un botta e risposta al vetriolo ma questa volta quella dell’ex direttore sembra non essere solo una replica al sindacalista. Sì perché Livini, e non è un mistero che la sua ‘rimozione’ dal ruolo apicale dell’Av4 sia stata tutt’altro che consensuale, questa volta, per la prima volta, punta l’indice, seppur facendolo notare a Donati, su «ritardi, lentezze e indugi che si sono registrati».

Ma andiamo per ordine, partendo con una precisazione di Livini che, nel difendere il suo progetto per la Cardiologia, fa notare a tutti che «la vecchia direzione è ancora qua, a differenza di tutti gli altri direttori passati su Fermo e mai stati fermani, e comunque l’ex direttore di Area vasta c’è e continua a vivere la quotidianità della sanità fermana. Da un sindacalista è stata definita “decisione sbagliata e sconcertante” quella presa dalla direzione nel 2020 per il reparto di cardiologia con “una perdita di dignità e giusta considerazione”, tutt’altro, si resta convinti della lungimiranza e della bontà del progetto messo in campo allora, ma che certamente andava sviluppato ed accompagnato in tutte le sue articolazioni per poter fruire oggi di una cardiologia d’avanguardia. Il trasferimento di fine 2020 nell’area dove è tutt’ora in funzione rappresentava una temporaneità che al pari avrebbe consentito l’allestimento di due sale di emodinamica e la messa in funzione di un cardioangiografo, acquistato a suo tempo e da utilizzare anche per la Radiologia interventistica ma purtroppo rimasto al palo, oltre all’avvio di forme di collaborazione con i laboratori di Emodinamica di Macerata e Ascoli Piceno».

«Oltre all’espansione di questa attività nel progetto – rimarca l’ex direttore di Area vasta 4 – era compreso il recupero dell’area della Medicina multidisciplinare che avrebbe consentito un incremento di unlteriori dieci posti letto per la Cardiologia arrivando a una dotazione di 30 posti letto. Lo spazio lasciato dalla Cardiologia era da cantierare per sviluppare l’incremento di dieci posti letto di Terapia intensiva già inseriti nei progetti della delibera di giunta regionale 751 del 2019, approvati e finanziati dal decreto 34 del 2020. Questo era l’inizio di quanto doveva essere realizzato per una Cardiologia di eccellenza, insieme a un rimpolpamento dell’organico medico. Questo è lo stato di fatto della Cardiologia di Fermo dove oggi il sindacalista è ancora pronto a puntare il dito senza riflettere sui ritardi, sulle lentezze e sugli indugi che si sono registrati».

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