«E sono 30. Già, 30 anni che lavoro in ospedale. Non mi pento delle scelte fatte ma oggi è molto difficile, sia per la situazione attuale sia per la mancanza di rispetto dell’utenza e sia per la grave carenza di medici nella mia specializzazione». A parlare, sul suo profilo Instagram, è il direttore del reparto di Pediatria del Murri, Luisa Pieragostini. Oggi sono 30 anni, appunto, che lavora in ospedale, non solo al Murri, ovviamente, sua ultima ‘tappa’ lavorativa, in ordine di tempo. E il suo messaggio è un misto di difficoltà a cui far fronte, e malinconia. Ma sempre e comunque con la voglia di andare avanti, di stringere i denti (il suo reparto registra da tempo una forte carenza di medici) ed essere al servizio del paziente, in questi casi con ancor maggiore motivazione visto che i ‘pazienti’ sono bambini.
Pieragostini, però, non molla. Un mix di umiltà e tenacia. E, sì, anche carichi di lavoro che spingono lei e i suoi medici anche a turni di lavoro di 12 ore: «Qualcuno ha detto che il direttore deve attrarre, evidentemente io attraggo poco. Ho lavorato sempre il doppio soprattutto per il nome che porto e ne sono fiera. Ringrazio la mia famiglia (…) che mi ha sempre sostenuto nelle scelte fatte, soprattutto quelle degli ultimi cinque anni. Il lavoro è sempre stato molto importante ed è stato anche, anzi lo è ancora, il mio rifugio in situazioni particolari. Sono un tipo che non riesce a stare fermo, per questo adoro l’emergenza ed organizzare. Non mi piace sentire “si è sempre fatto così”. Sono fatta male, lo so. Quando un rapporto fiduciario si incrina, chiudo. Non mi piace il grigio soprattutto in Sanità. Non so quando mi fermerò, forse solo alla pensione. Non mi piace essere chiamata Primaria, ma Direttore».
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