«Non sono mai stata una persona litigiosa e intendo affrontare questa campagna elettorale con lo spirito sportivo che, da persona sportiva, sempre mi caratterizza. Non mi tiro indietro quando c’è da confrontarsi e ritengo che ciò sia necessario per migliorarsi e crescere, ma il rispetto per le persone viene prima di tutto, almeno per me». E’ quanto dichiarato dal candidato sindaco Alessio Pignotti in una campagna elettorale elpidiense che si fa ogni giorno più infuocata, fatta di critiche, botta e risposta e volantinaggi anonimi.
«I toni vanno distesi, ognuno deve fare il suo percorso, avrà il suo programma e, comunque, il giudizio insindacabile sarà quello dei cittadini al di là dei ‘pizzini’, degli accordi o non accordi, di chi ha fatto cosa, di chi ha detto cosa. Io sono il candidato del polo civico, non altri. E io non ho e né ho mai avuto accordi con nessuno: sto cercando di aggregare attorno a me persone che abbiano a cuore la città senza distinzioni dovute a tessere di partito. Sono una persona che non ragiona con la testa degli altri ma con la propria e lo dimostra il fatto che mi sono già dimesso una volta da consigliere comunale facendo le mie valutazioni, per rispetto dell’esito delle urne e anche dei compagni di viaggio che all’epoca erano Democratici e Popolari. Quando si andava a snaturare la scelta dai cittadini, ho voluto dimettermi e l’avrei fatto qualunque fosse stata la compagine politica chiamata ad entrare in maggioranza pur non avendo ottenuto sostegno dagli elettori.
Allo stesso modo, facendo le mie valutazioni – rimarca Pignotti – ho ritenuto di accettare la proposta del sindaco quando mi ha chiesto di fare l’assessore. Ora faccio questa nuova esperienza, che non capita tutti i giorni, del candidato sindaco: sto andando tra i cittadini per confortarmi, esponendo le mie idee, poi se gli elpidiensi riterranno che debba essere io il sindaco di questa città ne sarò onorato. Se non sarà così l’importante è che si sia fatta una competizione leale, sportiva e rispettosa. Stimo tutti e due i miei competitor: Calcinari ha fatto la sua scelta, una parte del gruppo di maggioranza ha fatto la scelta di portare avanti Alessandrini, scelta che avevano fatto da tempo, e una parte del gruppo ha fatto la scelta di portare avanti il mio nome. Io ho accettato perché mi ha fatto piacere la fiducia da parte di chi mi ha indicato. Questo è quanto. Il mio interesse non è quello di denigrare i candidati ma di confrontarmi sulle idee, sui programmi. Roberto Greci (capogruppo di FI, ndr) mi ha chiesto di incontrarlo per un confronto: ci siamo incontrati, si è detto soddisfatto del mio operato e si è detto disposto a collaborare. Io non sono mai stata una persona che preclude a qualcuno di collaborare, anzi, sono aperto ancora oggi alla collaborazione di tutti a prescindere dal voto nazionale. Questa è la situazione. Quello che è successo prima non mi interessa, non c’ero e me ne tiro fuori. Sono stato definito “delfino” o “garzone” di Terrenzi: spero che questa fase denigratoria finisca qui perché, onestamente, mi sembra molto triste. Così come trovo triste che persone che nemmeno mi conoscono mi accusino di essermi candidato per la poltrona: se avessi tenuto alla poltrona non mi sarei dimesso anni fa e, lo ripeto, non mi sono mai tirato indietro, ho sempre accettato il confronto anche quando era scomodo, ho chiamato le persone alle quali dare spiegazioni così come ho mostrato loro i frutti del nostro lavoro all’ottenimento dei risultati. Leggo anche commenti di persone che – conclude Pignotti – fanno riferimento alla competenza: chi non mi considera competente o ha qualche critica da muovere mi può tranquillamente chiamare e parlarmene in modo diretto senza mettere in mezzo terze persone, Terrenzi o altri, che vengono strumentalizzate nei miei confronti. Non ho mai negato e non nego che Alessio Terrenzi mi abbia dato un’opportunità e mi abbia permesso di maturare. Lo voglio al mio fianco ma questo non vuol dire che non possa avere idee diverse dalle sue. Il fatto che lui si candidi a mio sostegno, così come tutti gli altri che mi sosterranno, nelle varie liste, potrà permettergli di entrare in seno al consiglio comunale ma non vuol dire che debba necessariamente avere incarichi di altro tipo, qualora diventassi io sindaco. Ora vorrei dedicarmi serenamente ad incontrare i cittadini ed aspetto, con altrettanta serenità, il verdetto degli elettori».
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