«Oggi, con un pò di sofferenza, vi do la notizia, una notizia sofferta appunto, che ci ha visto pensare per un paio di giorni, su cosa fare con l’Officina delle Idee. E abbiamo deciso che il candidato sindaco Gianluigi Rocchetti non ci sarà». E’ lo stesso Rocchetti, oggi, con il suo consueto video del sabato, ad annunciare che non sarà della partita, quella elettorale, appunto. Rocchetti fino a qualche giorno fa è stato, per sua stessa ammissione, a un passo dalla candidatura a sindaco. Ma da oggi è ufficialmente fuori dai giochi.
«E’ stata una decisione presa – spiega Rocchetti – valutando tutti i pro e i contro di questa scelta. I più semplici rideranno, e li capisco pure. Se uno ha una mente semplice riesce a guardare a malapena ad oggi per domani. L’idea di non candidarci è frutto di un ragionamento più profondo».
E dunque, a meno di colpi di teatro, improbabili, dell’ultima ora, a Porto San Giorgio, dopo la ritirata del duo Cencetti-Fermani con un quarto polo rimasto solo un’idea, e il ‘non ci sto’ di Rocchetti, due annunci nell’arco di un paio d’ore, sarà corsa a due tra Valerio Vesprini e Francesco Gramegna. E di riflesso nessun ballottaggio, sempre che venga raggiunto il quorum del 50%+1 dei votanti. Il prossimo sindaco di Porto San Giorgio si deciderà alla chiusura delle urne, il 12 giugno prossimo.
«Nello stilare il programma, per il futuro della città – spiega Rocchetti – non sarà importante il rifacimento del lungomare o la pista/corsia ciclabile, o altre cose, provvedimenti o situazioni per riqualificarla. La città non ha bisogno di un consiglio comunale ma di un buon amministratore di condominio. Tenuta pulita la città, decorose le piazze, le vie, le strade, con un’illuminazione funzionante dappertutto, cassonetti puliti e svuotati anche due volte al giorno, aiuole, giardini, lungomare tenuto in ordine, la città è già bella di suo. Per il prossimo lustro abbiamo visto e stabilito che non c’è bisogno di cementificare ancora. Anzi manca la cementificazione della popolazione. Noi avremmo chiesto il voto per ritrovare la coesione sociale che, causa Covid e causa l’amministrazione, non c’è più. Quindi il prossimo sindaco dovrà adoperarsi affinché si attivino almeno sei comitati di quartiere, fatti di gente under 40. Sei comitati: Santa Vittoria, Borgo Rosselli, Borgo Andrea Costa, Pian della Noce e via Michelangelo che dovranno far ritrovare la sangiorgesità. Non è possibile che Porto Sant’Elpidio faccia il palio del mare con una sana competizione tra quartieri, e noi che abbiamo una tradizione marinara più antica e celebre, stiamo al palo. Eravamo una provincia di Venezia, da noi ha villeggiato il Doge. Recuperiamo storia, credibilità, etichetta altrimenti il futuro sarà la fusione con Fermo. E noi non vogliamo parteciparci né come maggioranza né come opposizione. Abbiamo bisogno di coesione sociale. Potremmo fare la rievocazione storica del Doge. Non voglio dire il Palio di Fermo, vissuto come una festa per una settimana, e riguarda la storia. Penso al Palio di Siena: 17 contrade che competono durante il Palio ma durante tutto il resto dell’anno vivono per la città».
Rocchetti passa poi a parlare dei due in corsa, Gramegna e Vesprini. E ne ha per entrambi: «In 10 anni di amministrazione Loira non sono riusciti a trovare un candidato se non uno espressione di una parte di ‘bottega’ di partito, quale Gramegna. E poi nel Pd, lo sappiamo, litigano e poi si ricompattano, anzi hanno fatto finta di fare pace. Dall’altra parte Vesprini, per 9 anni assessore di Loira, collega di giunta di Gramegna, con una coalizione dove sono confluiti tutti i partiti di un’opposizione, inesistente, senza simboli, vergognandosi di essere partiti. FdI, Lega, Forza Italia sono entrati in quella coalizione senza simboli. Nomi tagliati anche in maniera “violenta” per non destabilizzare questa coalizione di “civici” che vedono candidato sindaco un ex assessore. Allora abbiamo pensato: al ballottaggio, sia per uno che per l’altro, l’Officina delle Idee sarebbe l’alibi della sconfitta. E noi a questo gioco politico al massacro non ci stiamo. Gramegna e Vesprini sono espressione della stessa giunta. Ci chiamiamo fuori quindi perché per noi il programma era voler recuperare l’appartenenza alla città con cui migliorerebbe tutto. Abbiamo dei punti di programma su viabilità, sociale. La più grande azienda cittadina è il Comune con le sue partecipate, circa 140/150 dipendenti. Queste dovrebbero essere le prime sentinelle di quello che non funziona a Porto San Giorgio. Loro per primi dovrebbero fare le segnalazioni di quello che non va. Quindi il politico faccia presente al dipendente che deve lavorare per il bene comune con le segnalazioni. Ma quest’attenzione non la vediamo. Consegneremo, a liste chiuse, ai due candidati a sindaco, i nostri 5/6 punti fondamentali per Porto San Giorgio. Poi, bontà loro, se vorranno perseguire questa ricerca per abbellire, prima che la struttura, i sangiorgesi».
Quarto polo fuori dai giochi. L’annuncio di Fermani e Cencetti: «Non parteciperemo alle elezioni»
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