di Alessandro Luzi
I nostri ambienti, fisici e virtuali, sono caratterizzati da foreste di simboli, segni e codici da leggere ed interpretare. Quando questi vengono estrapolati dal loro contesto, acquisiscono un nuovo senso. Addirittura a volte possono esserne creati di nuovi per formare un sistema linguistico inedito. Ne è un esempio J.R.R. Tolkien, ideatore del Sindarin. Da queste riflessioni nasce “Il viaggio dell’eroe”, la mostra inaugurata questa mattina presso la sede Geometri dell’Itet G.B. Carducci – G. Galilei, in collaborazione con Poliarte. Sarà visitabile da oggi, 10 maggio, al 21 maggio. Presenti all’appuntamento anche le classi terze e quarte dell’indirizzo di Grafica e comunicazione. «Questo è il frutto del lavoro maturato da tempo, in collaborazione con Poliarte – esordisce la dirigente, Cristina Corradini -. Infatti l’idea progettuale nasce 6 anni fa e, dopo i dovuti passaggi burocratici, è stato finalmente attivato questo indirizzo. Il prossimo anno riusciremo ad avere il ciclo completo. L’obiettivo consiste nell’implementare la nostra offerta formativa con nuovi contenuti tecnologici e strumentazioni adeguate. Accendere una luce attraverso una mostra all’interno della nostra scuola di grafica significa proporre un segnale tangibile, significativo, in un momento in cui abbiamo ripreso le attività didattiche in presenza. Visto che di simboli si parla, questo è un evento che sancisce la rinascita».
Le quattro stanze adibite all’esposizione contengono delle “foreste di simboli” dedicati proprio al viaggio dell’eroe. Si parte con l’aula dedicata alla Crittografia: un excursus dagli antichi geroglifici ai codici medioevali rinascimentali, dalle crittografie utilizzate nelle guerre mondiali arrivando all’“end to end” di Whatsapp. A seguire vi è il vero percorso dell’eroe, quindi si va dalla stanza della sconfitta del drago, a quella del regno, passando per la ricompensa, cioè Il tesoro/La fanciulla. Il numero ricorrente è il 12, infatti 12 sono i volti degli autori, così come i codici inventati con i quali i visitatori potranno interagire giocando. «I ragazzi sono il futuro e dobbiamo coltivare i loro talenti – asserisce l’assessore al turismo di Fermo, Annalisa Cerretani -. Nel 2022 avere un corso di grafica è fondamentale per la formazione dei ragazzi. Al giorno d’oggi, per promuovere un evento, la prima necessità è di arrivare a tutti. Per questo i vostri studi sono importantissimi. Il vostro profilo è richiestissimo nel mondo lavorativo, le aziende vi aspettano. Devo fare un plauso alla dirigente Corradini, sempre lungimirante e in grado di attrezzare la scuola al meglio. Essere in rete con la Poliarte di Ancona è un pregio». Si passa poi ai temi della mostra: «Il viaggio dell’eroe è un percorso narrativo, ma anche un viaggio di ognuno di noi – spiega Catia Mengucci, responsabile dell’Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia di Ancona -. Voi state percorrendo una strada con tante prove per poi raggiungere un obiettivo, ovvero la vostra affermazione. Ognuno di noi scoprirà i propri tesori ed affronterà i propri draghi». Interviene anche Giordano Pierlorenzi, direttore della Poliarte, rispondendo a due interrogativi: cos’è la Poliarte e cosa significa essere eroi: «La nostra Accademia si occupa di Industrial design, Interior design, Feshion design, e Grafica e Web design. I nostri allievi, una volta terminato il percorso di studi, hanno un tasso di occupazione del 98%. A breve introdurremo anche il corso del Cinema design e Seven Location design. Il designer chi è? È colui che, oltre ad avere una elevata sensibilità artistica, è in grado di risolvere problemi concreti. Questo deve diventare il laboratorio sistematico sugli aspetti annessi alla comunicazione. Per questo reputo il designer un eroe in quanto deve risolvere situazioni complesse, a volte molto difficili, trovando la risposta adeguata». È dello stesso avviso Sergio Giantomassi, curatore della mostra e direttore del corso Grafica e Web: «Chi disegna e progetta cose nuove si mette sempre in gioco. Per questo il nostro ruolo richiede la capacità di rinnovare e ricercare, spaziando tra le varie discipline. Poi è necessario arrivare ad una sintesi in quanto il prodotto deve essere utile». Insomma, le radici del pensiero di Poliarte affondano nel Bauhaus, scuola di arte fondata da Walter Gropious, in cui si univa l’estetica artistica alla praticità dei prodotti progettati. Indubbiamente questo favorisce l’occupazione professionale e a testimoniarlo è Lorenzo Sabbatini, neolaureato alla Poliarte e già dipendente della Tod’s: «Mi sono diplomato all’Itet, poi ho deciso di cambiare il mio percorso iscrivendomi alla Poliarte. Il mio sogno era continuare a parlare per immagini e segni. Alla Tod’s faccio un tipo di grafica totalmente diverso a quella in cui mi sono specializzato, tuttavia è molto stimolante. Mi preme ringraziare l’Itet in quanto è un istituto dove viene messo al centro lo studente. Vi invito a cercare i propri talenti percorrendo le proprie passioni».
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