«Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione per incrementare gli accessi alle facoltà di medicina e ai corsi di specializzazione. È un atto di indirizzo importante, che recepisce i punti principali della proposta di legge al Parlamento per modificare la norma del 1999 sul numero chiuso». Queste le parole del consigliere regionale del Partito Democratico, Fabrizio Cesetti, in merito alla carenza di medici.
«Mai come negli ultimi due anni è risultato evidente lo scollamento tra il numero di medici e infermieri necessario dentro gli ospedali e nella sanità territoriale, rispetto alla disponibilità effettiva di personale – ha proseguito il consigliere dem -. La nostra proposta proponeva un accordo tra Stato e Regioni per aumentare gli ingressi all’università fino a coprire il fabbisogno reale del sistema sanitario. Attualmente il parametro si basa principalmente su quanti studenti ogni ateneo riesce ad accogliere (offerta potenziale). Il criterio più razionale è invece il fabbisogno definito dalla programmazione del Ministero della salute, dopo aver recepito le richieste regionali. Eliminare il numero chiuso incondizionatamente, come prevedeva la proposta di legge della Lega è sbagliato, come ci hanno confermato anche i rappresentanti dei medici e delle università nel corso degli incontri che abbiamo svolto con il nostro gruppo consiliare. Il sistema universitario non reggerebbe tanti studenti e si metterebbe a rischio la qualità formativa indispensabile per questa professione. Nella mozione si chiede per i prossimi due anni accademici di incrementare almeno del 50% il numero degli ammessi ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie, nonché ai corsi di formazione specialistica dei medici, per poi passare progressivamente all’indice del fabbisogno reale».
«Inoltre sollecitiamo una fotografia puntuale della situazione. Quanti medici di medicina generale servono? Quanti medici specialisti? Quanto personale sanitario? – si interroga Cesetti – È necessario riorganizzare il sistema anche alla luce della reale presenza di medici, mentre la nuova Giunta sbandiera l’apertura di servizi, pur sapendo di non disporre del personale sufficiente per farli funzionare. Il caso più eclatante è oggi quello dei pronto soccorso e delle guardie mediche. È inutile e pericoloso prevedere decine di nuove strutture, ospedali, case della salute, case di comunità, se poi non ci saranno nei prossimi anni medici e gli infermieri che le farà funzionare. Una volta calcolato con esattezza il fabbisogno, servono investimenti e nuove assunzioni. Per quanto riguarda la richiesta rivolta al Governo e al Parlamento di assicurare le modifiche della legge 264 del 1999, siamo molto determinati. Per questo abbiamo aggiunto un emendamento bipartisan, presentato da me, in cui si impegna il Presidente della Giunta regionale, qualora con legge dello Stato non si provveda al superamento delle gravissime carenze di medici e di personale del servizio sanitario, ad esaminare la questione dal punto di vista della legittimità costituzionale al fine di eventualmente promuovere la relativa questione dinanzi alla Corte Costituzionale» conclude Cesetti.
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