di Pierpaolo Pierleoni
Il centrosinistra di Fabiano Alessandrini, a 48 ore dalla chiusura della campagna elettorale, ha calato i volti noti della politica nazionale. Nel pomeriggio sono arrivati prima Matteo Richetti, esponente di spicco di Azione, una delle 6 liste della coalizione. Poche ore dopo, in sala consiliare è arrivato il ministro del lavoro Andrea Orlando. Con lui anche il senatore Francesco Verducci, il capogruppo del Pd in Regione Maurizio Mangialardi. In sala anche i vertici della Cgil provinciale, a partire dal segretario generale Alessandro De Grazia.
Ascolta la notizia:
«Abbiamo bisogno di fiducia e coraggio per guardare avanti – ha osservato Alessandrini – Oggi viviamo una situazione straordinaria e senza precedenti. Da un lato tantissime risorse dell’Europa da spendere, dall’altro una profonda crisi economica e sociale di tante famiglie. Il primo lavoro pubblico del prossimo sindaco sarà aiutare chi non ce la fa. Senza coesione sociale non andiamo da nessuna parte. In questo contesto serve qualcuno che abbia il manico. Diversamente dagli altri, noi non siamo quelli che spariscono dopo le elezioni. Il Pd c’è sempre, quando si vince e quando si perde».
Secondo il senatore Verducci, «la presenza del Ministro del lavoro qui non è casuale. Orlando sta dimostrando grande determinazione in un ministero decisivo. Ha posto al centro la difesa e produzione del lavoro, nuove politiche salariali, l’introduzione del salario minimo, una nuova contrattazione. Questo è il modello di sviluppo da costruire dopo la pandemia che ci consegna un mondo più disuguale. Questa è una terra di lavoro e manifattura. Orlando tornerà per un incontro più approfondito con le realtà del distretto e mi auguro che quando lo farà, ci sia a guidare Sant’Elpidio a Mare una persona di valori, di ideali e di capacità come Alessandrini».
Il candidato sindaco sottopone poi al Ministro alcune richieste ricevute dal mondo imprenditoriale. «Qui scontiamo una competenza interna con l’Abruzzo e le regioni limitrofe. È forte la richiesta di un intervento come la Zona economica speciale, si chiede anche la defiscalizzazione di alcuni settori, perchè si pone un problema di qualità della manodopera. Alcune lavorazioni sono state portate all’estero, oggi le aziende fanno fatica anche a elaborare i campionari, la defiscalizzazione potrebbe aiutare a riportare qui alcune lavorazioni, come quella delle tomaie».
L’intervento del ministro Orlando parte dalla crisi pandemica, «affrontata cercando di non perdere capacità produttiva. Non ci fosse stata la guerra, l’economia era in netto recupero. La guerra non ha lo stesso impatto per tutti, noi scontiamo la nostra dipendenza energetica, il fatto di essere Paese manifatturiero, quindi con bisogno di materie prime che costano di più, infine la vocazione all’export».
Orlando si dice orgoglioso, sul tema dello sblocco dei licenziamenti, «di aver imposto l’eccezione per il settore moda abbigliamento e calzaturiero. A mio avviso una scelta fondamentale, senza la quale tanti terzisti sarebbero saltati, abbiamo difeso un pezzo di filiera. Ora lo scenario bellico impone di giocare sia in difesa che all’attacco. Sono disponibile ad aprire un tavolo per incentivare la formazione e potenziare l’apprendistato. Abbiamo stanziato già 900 milioni di euro, in 5 anni abbiamo perso per emigrazione un milione di giovani, spesso qualificati».
A livello locale, secondo il ministro Orlando ci vogliono «amministratori che sappiano come funziona un Comune e con una grande filiera politica alle spalle. Non dimentichiamo che i 300 miliardi di euro dell’Europa che abbiamo da spendere, senza i quali saremmo in piena recessione, Lega e Fratelli d’Italia. Io dubito che ora siano idonei a spenderli. Tendenzialmente è difficile anche che i civici fatichino a costruire reti sovralocali che in questo momento sono più che mai importanti».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati