Continua sulla via della cultura il percorso del Marina di Porto San Giorgio, che sostiene la valorizzazione del patrimonio immateriale del luogo e una nuova vita dell’area portuale, in linea con la filosofia del Gruppo Marinedi.
“L’Approdo”, dunque, prosegue la sua attività vocata alla cultura e all’arte. La residenza di un artista emergente, Mattia Pajé, si conclude con una mostra e un intervento d’arte contemporanea, collocato in forma permanente all’interno del porto, che verrà inaugurata sabato prossimo, alle 18 e proseguirà sino al 31 agosto.
«Il nostro obiettivo – sottolinea l’amministratore unico Renato Marconi – è quello di valorizzare attraverso la cultura i territori, dove sono inseriti i nostri Marina, nel caso di Porto San Giorgio la collaborazione con Karusell si muove nell’ottica di un grande rilancio delle attività del porto, inteso non solo come luogo di sosta e transito dei diportisti, ma anche come nuovo polo di offerta culturale e di rilevanza sociale per la comunità locale, i diportisti e quanti vorranno visitarlo».
Attraverso un progetto di riqualificazione e promozione territoriale, infatti, è stata realizzata la residenza d’artista “L’Approdo”, all’interno dell’unico edificio rimasto del primo pontile realizzato tra gli anni ’50 e ’60. “L’Approdo”, è stato recuperato funzionalmente dal Concessionario Marina di Porto San Giorgio, ristrutturato e ha ospitato, per la terza volta, un artista in residenza: Mattia Pajè.
«Anche per questa terza residenza, l’artista – spiega Matilde Galletti, docente, storica dell’arte e curatrice del progetto – si è concentrato su tutto quel patrimonio immateriale, di cui ogni luogo è ricco, ma che spesso si trova nascosto o che il più delle volte è trascurato perché sembra lontano o poco attuale. Durante le settimane di permanenza presso il Marina, Mattia Pajè si è concentrato in particolar modo sull’idea di narrazione attraverso segnali universali. Da un lato la scoperta di come comunicavano in mare i pescatori e l’utilizzo dei simboli delle loro vele per comunicare con chi restava a terra e li aspettava, dall’altro l’interesse dell’artista per fenomeni sconosciuti, insondabili e che mettono in crisi la nostra idea del reale. Il risultato di questa residenza sono due targhe collocate in maniera permanente all’interno dell’area del Marina alla testata della diga di sopraflutto, sotto il fanale rosso. E’ l’inizio di una piccola collezione diffusa che col tempo lascerà un segno importante delle attività culturali che crescono sempre più numerose e vitali all’interno del porto».
L’APPRODO
Il sogno dei marinai sangiorgesi è sempre stato quello di avere un punto di approdo. Per questo, nei primi anni ’30 nasce il progetto di un porto fatto a forma di àncora. Circa vent’anni dopo, tra gli anni ’50 e ’60, di questo porto fu realizzata solo una parte, ovvero un lungo pontile perpendicolare alla costa, che si protendeva in mare per diverse decine di metri. Il pontile risultava però solo parzialmente funzionale, perché nei giorni di mare mosso i pescatori non riuscivano a sbarcare il pesce. Da qui la necessità di avere un porto vero e proprio che soddisfacesse appieno le loro esigenze. Questa piccola casetta che reca la scritta ‘L’Approdo’ si trovava circa dieci metri a nord della radice del vecchio pontile ed era utilizzata in un primo momento come rimessa per i pescatori e successivamente come punto vendita per le cozze che crescevano sui pilastri del pontile. La casetta dell’Approdo è l’unica struttura sopravvissuta alla demolizione del pontile avvenuta nei primi anni ’80 in occasione della costruzione, dell’attuale porto turistico e peschereccio, dando così ai pescatori il rifugio che per anni era stato loro promesso.
STUDIO D’ARTISTA/SPAZIO ESPOSITIVO
L’architettura, ora ristrutturata, ospita un artista in residenza, che lo utilizza come proprio studio per un periodo di tempo che va dalle due alle quattro settimane. Successivamente, le opere pensate e prodotte per questo spazio vengono allestite al suo interno e sono visibili a chiunque passi davanti all’Approdo. Gli artisti, individuati tra i giovani emergenti italiani, sono invitati a fare una ricerca sul patrimonio immateriale legato alla civiltà marinara, di pescatori e viaggiatori, di cui questi luoghi sono impregnati, per scoprire un territorio curioso e ricco di storia. Da luogo vissuto della cultura marinara a luogo in cui questa si trasforma in narrazione per non perderne le tracce, dialogando con il presente.
L’ARTISTA: MATTIA PAJÈ
Mattia Pajè è nato a Melzo (MI) nel 1991. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2015. Nel 2016 si occupa della direzione artistica di Localedue, realtà no profit per l’arte contemporanea a Bologna. Nello stesso anno cofonda lo spazio Gelateria Sogni di Ghiaccio, seguendo la direzione artistica insieme a Filippo Marzocchi e realizzando oltre 25 tra mostre e progetti legati all’arte contemporanea visiva, sonora e performativa. Il lavoro di Mattia Pajè è caratterizzato dall’uso di molteplici materiali e approcci che si adattano alle situazioni in cui si trova ad agire. L’interesse di Pajè si concentra sui processi di produzione e di fruizione delle opere, il suo corpo di lavori, esteso e diversificato, comprende opere pittoriche, scultoree, installative, multimediali e performative. La sua ricerca, sotto forma di progetti specifici, residenze, mostre personali e collettive, ha ricevuto l’attenzione di numerose istituzioni pubbliche e private: Fuori Terra, parte del programma principale di Artcity Bologna, Alchemilla+ Palazzo Vizzani, Bologna 2022; Un giorno tutto questo sarà tuo, Fondazione Smart – polo per l’arte, Roma 2019; Space 4235, Genova, 2018; SuburbiaContemporary Art, Granada, 2018; BoCS Art, Cosenza, 2018; Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2017; Piramidon Centre d’Art Contemporani, Barcellona, 2017; S.a.L.E. Docks, Venezia, 2017; TRIPLA, Bologna, 2017; Car DRDE, Bologna, 2017; Dolomiti Contemporanee, Borca di Cadore, 2017; Mahler &LeWittStudios, Spoleto, 2017; Cripta 747, Torino, 2017; Istituto di cultura Italiano di Montevideo, 2017; Major28, Lleida, 2016; Anonima Kunsthalle, Varese, 2016; Localedue, Bologna, 2015. Nel 2019 è tra gli artisti selezionati per il progetto Grand Tour d’Italie, al MAMbo di Bologna.
L’ASSOCIAZIONE
Karussell/arte contemporanea è un’associazione culturale formata da Matilde Galletti, Lidia Martorana e Marica Riccioni. Nasce dalle esperienze congiunte di diverse professionalità che, a vario titolo, si occupano di arte, comunicazione e contemporaneità: un incontro di persone che avvertono la medesima urgenza di fare cultura, in un orizzonte alternativo nel contesto cittadino che condividono.
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