«La crisi economica causata dalla guerra in Ucraina avrà un ruolo decisivo nella proroga della misura decontributiva prevista dalla legge 104 del 2020 che l’Unione europea potrebbe concedere all’Italia a partire dal prossimo primo luglio. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stata la ministra per il Sud Mara Carfagna, che parteciperà ai negoziati con Bruxelles. Le Marche siano inserite tra le Regioni che beneficiano della decontribuzione sul costo del lavoro, misura più efficace della pur necessaria Zes che tarda ad arrivare, e si colga l’opportunità indicata dalla ministra». A parlare è il consigliere regionale dem, Fabrizio Cesetti che torna, dunque, a incalzare l’amministrazione regionale sulla decontribuzione per favorire il lavoro nella nostra regione. Torna, sì. Perché Cesetti già nei giorni scorsi aveva lanciato il monito all’amministrazione Acquaroli. A lui aveva replicato la consigliera regionale FI, Jessica Marcozzi, ribattezzata dal senatore Gasparri «Zes-sica» ricordandogli come la Regione sia già al lavoro per decontribuzione e Zes. Ma a Cesetti non basta.
«La questione investe direttamente anche le Marche, ad oggi escluse dal provvedimento, ma fortemente interessate a entrare nel novero delle regioni che beneficiano della misura. Una battaglia che, in particolar modo, sto conducendo. Da tempo, attesa l’urgenza, ho chiesto di affrontare la questione nel prossimo Consiglio regionale di martedì 14. La riapertura della finestra dal primo luglio – afferma Cesetti – offre nuovamente l’opportunità alla giunta regionale di chiedere l’estensione della misura decontributiva per il personale delle imprese che operano nelle Marche o, almeno, per quello delle aziende localizzate nel cratere del sisma 2016 e in tutte le aree di crisi industriale complessa della nostra regione. È evidente, infatti, che la congiuntura economica negativa che da tempo attraversa le Marche, oggi aggravata dalle conseguenze della pandemia, della crisi energetica e da ultimo dallo scoppio della guerra in Ucraina, fornisce alla nostra regione, e soprattutto alle aree terremotate e di crisi complessa, tutti i requisiti necessari per accedere agli sgravi contributivi del 30% sul costo del lavoro che la legge 104 prevede al momento solo per le aziende che operano in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tra l’altro, l’esclusione dei nostri territori dal provvedimento rischia di creare una grave discriminazione ai danni dei lavoratori e delle imprese marchigiane. L’assenza di benefici fiscali analoghi a quelli vigenti nel confinante Abruzzo, infatti, porterebbe le aziende interessate a investire e insediare stabilimenti produttivi in quel territorio capace di offrire condizioni più vantaggiose sul costo della manodopera».
»É assolutamente urgente e necessario – conclude il consigliere dem – operare celermente per far sì che il provvedimento venga integrato con l’inserimento delle Marche nell’elenco delle regioni beneficiarie, anche per dare seguito alla Risoluzione approvata dal Consiglio regionale lo scorso dicembre, la quale dovrebbe costituire un impegno vincolante sempre, invece, disatteso dalla Giunta regionale».
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