di Pierpaolo Pierleoni
Parte in pole position, forte di 633 voti di vantaggio sull’avversario al primo turno. Ma ora si gioca un’altra partita e le elezioni amministrative elpidiensi hanno già riservato diversi colpi di scena. Alessio Pignotti si sente pronto all’ultimo rettilineo che spera lo porti, domenica notte, a tagliare il traguardo in testa.
Ora la campagna elettorale è davvero finita, si sente soddisfatto?
«Sì, contento del percorso che abbiamo fatto, delle tante persone incontrate, della squadra che si è costruita in questi mesi e che crede in me. E’ stata comunque un’esperienza bellissima e gratificante. Ora manca l’ultimo sforzo. Credo di avere la qualità di riuscire a dialogare con tutti e di essere più aggregante»
Queste due settimane di tempi supplementari sono andate come si aspettava?
«Sono state intense, gli ultimi giorni anche piuttosto frizzanti, magari sono prevalse un po’ di polemiche che io non amo, ma non è venuto mai venuto meno il rispetto personale tra i candidati. Certo alcune cose sono state piuttosto strane».
Ad esempio?
«Ho saputo di persone che facevano volantinaggio a tappeto per un candidato sindaco fino a due settimane fa e ora lo hanno fatto per un altro. Ma credo che tutto questo conti fino a un certo punto, i cittadini non sono pacchi postali da spostare, ognuno valuterà secondo la propria coscienza chi votare e quale progetto riterrà più convincente. Spero si scelgano la proposta politica e il candidato che si ritiene migliore, che non si voti per fare dispetto a qualcun altro».
Ha detto di non aver deciso l’eventuale giunta, ma non le credo se dice di non averci pensato in queste settimane
«Confermo di non aver deciso nulla, ma è naturale averci pensato ed aver iniziato a ragionare su quale potrebbe essere la squadra migliore da chiamare a collaborare per amministrare la città. Mi auguro di concentrarmi su questi aspetti da lunedì».
Ha un’idea sui criteri? Sceglierà tra i componenti delle liste o è possibile che chiami qualche esterno?
«Ho nelle mie 5 liste tante figure di qualità, ma non voglio precludermi nessuna soluzione. Non pongo pregiudizi in base alle convinzioni politiche. Se credo che ci sia qualche esterno adatto al ruolo e capace di dare una spinta positiva all’azione amministrativa, potrei chiamarlo. Abbiamo tanti giovani molto validi, che magari hanno bisogno di acquisire un po’ di esperienza amministrativa e mi piacerebbe creare una sorta di tandem tra persone già formate ed altre che hanno bisogno di maturare».
Ha avuto un apporto importante da diversi giovani e persone alla prima esperienza politica. Teme che passata l’adrenalina della campagna elettorale potranno allontanarsi?
«No, ho visto una sana ambizione di tanti ragazzi, in senso positivo, una voglia di partecipare e di interessarsi alla cosa pubblica, sono molto orgoglioso che mi considerino un punto di riferimento, sono fiducioso che continueranno a impegnarsi».
Stufo di sentirsi dire che in realtà con Pignotti sindaco continuerà ad amministrare Terrenzi?
«A volte ci rido su. Qualche giorno fa ho sentito dire che comanderà ancora Terrenzi, la prova è che in una foto di gruppo col resto della coalizione, lui era seduto accanto a me. L’ho detto mille volte, è una figura importante, ma siamo molto diversi caratterialmente e diversa sarà la prossima amministrazione».
E’ stato accusato di essere troppo buonista. Se sarà sindaco pensa che dovrà diventare un po’ più “cattivo”?
«So che dovrò prendermi le responsabilità e non mi tirerò indietro. Sono propenso all’ascolto, ma poi decido. Se vogliamo entrare nel merito di alcuni temi, sulla raccolta rifiuti ho solo detto di non aver gestito io il progetto per il nuovo appalto: riconosco delle criticità, ad esempio ritirare il vetro ogni 2 settimane mi pare insufficiente. Non faccio promesse a vuoto, c’è un contratto e dei contenziosi ancora aperti, cercheremo di intervenire dove possibile. Sui cubi in piazza Matteotti, personalmente io ho condiviso il progetto con la maggioranza, andava illustrato meglio e condiviso coi cittadini, sono stati installati in modo un po’ frettoloso. Ma se poi la maggioranza di chi vive e lavora in centro storico è contraria, trovo doveroso tenerne conto. L’ho scritto qualche giorno fa, essere mite ed educato non significa essere stupido».
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