Solgas, passa in Consiglio la modifica dello statuto. La fusione con la San Giorgio Energie sempre più vicina (Ascolta la notizia)
FERMO - Il Sindaco Calcinaro: «Un atto di maggiore competitività per Solgas, un atto che parla di futuro”. L’assessore Ciarrocchi: «La società ne esce rafforzata, protetta e proiettata verso le nuove sfide del mercato». Ma il Pd non ci sta. Vallasciani: «Se il mercato del combustibile continuerà ad essere in balia della tempesta in atto si andrà probabilmente senza indugio verso la cessione totale della Solgas, ovviamente senza il nostro appoggio»
Il Consiglio comunale di Fermo ha detto sì alla modifica dello statuto della Solgas, un passo imprescindibile verso la fusione con Porto San Giorgio. Era molto più che nell’aria la scelta dell’amministrazione fermana di riavviare, anzi accelerare la fusione. D’altronde lo stesso sindaco Paolo Calcinaro, in occasione della maratona elettorale su Radio FM1 aveva apertamente dichiarato che le operazioni, nell’ultimo periodo dell’amministrazione Loira avevano subìto uno stop. E ora che a guidare c’è un sindaco, Valerio Vesprini, su cui lo stesso Calcinaro ha da sempre, e anche in questo caso apertamente, caldeggiato, è semplice tirare le somme. Difficile credere che i due, infatti, la questione ancor prima delle elezioni. Difficilissimo pensare che un politico come Calcinaro possa aver tifato per un candidato sindaco, poi diventato primo cittadino sangiorgese, se questi non fosse stato pro-fusione. E in un simile quadro politico-amministrativo, quella velata critica a Loira assume un peso ben più importante. Certo, fatte salve tutte le considerazioni, resta da accertare la posizione ufficiale di Vesprini.
Ascolta la notizia:
Ma, tornando a Fermo, c’è un’opposizione che proprio non gradisce l’operazione. Ed è pronta ad alzare le barricate al grido di «stop alla svendita dei beni pubblici». A far sentire la loro voce il caogruppo Pd, Sandro Vallasciani e quello di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi.
Ma andiamo per ordine, tornando all’assise di questa sera, a quella in cui è passata la modifica dello statuto Solgas.
Paolo Calcinaro
«Da diversi mesi si discuteva in Consiglio Comunale dei vari scenari che si profilavano per la Società Solgas, il gioiello di famiglia del Comune di Fermo che opera nel settore gas ed energia. Il mercato sempre più concorrenziale del ramo gas, le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e la necessità di confrontarsi con la prossima liberalizzazione delle tariffe erano spauracchi che spaventavano ed imponevano scelte», queste le motivazioni avanzate dalla maggioranza che hanno legittimato le modifiche – La prosecuzione come piccola realtà locale avrebbe sicuramente determinato nel breve /medio periodo la perdita del valore aziendale ed allora era necessario un cambio di passo per una crescita della società, anche con l’ingresso su nuovi mercati, profittando della forte partnership del socio privato».
Per il sindaco Paolo Calcinaro «è un atto che prepara anche la possibile fusione e quindi la maggiore competitività della Solgas con la realtà di Porto San Giorgio, un atto che parla di futuro, un atto che fortifica il rapporto con il privato che è necessario sempre più, in un mercato che sta diventando a rischio per tante piccole società di vendita. Dobbiamo tutelare la Solgas fornendo maggiore competitività a questa società con un rapporto più saldo con il privato che potrebbe portare, visto quello che ci attenderà nei prossimi mesi, un contenimento dei disagi. In più viene dato anche un paracadute, sicuramente non a questa Amministrazione Comunale che terrà Solgas pubblica, ma magari un domani a chi andrà ad amministrare per vedere se questa società ha tenuto e allora sarà un valore, se c’è un rischio di deprezzamento noi lo togliamo perché diamo una certezza minima ma molto consistente al valore attuale del 51% pubblico».
Alessandro Ciarrocchi
L’assessore alle società partecipate Alessandro Ciarrocchi nel suo intervento in Consiglio Comunale ha dettagliatamente illustrato quelle che sono le novità peculiari:
«Prima di tutto voglio ringraziare e complimentarmi con tutti i componenti di un grande gruppo di lavoro che comprende oltre al sottoscritto ed ovviamente il Sindaco, anche vari consiglieri comunali, Dirigenti, il Segretario, l’amministratore Corradi ed il consulente legale: tutti hanno portato contributi per un’ operazione molto complessa che abbiamo svolto nell’interesse della società e della città. Con il nuovo Statuto, i patti parasociali e la trasformazione in Spa, la Solgas viene sicuramente tutelata e rafforzata, consentendole di operare in un campo, qual è quello energetico, in fortissima evoluzione. L’Amministrazione Comunale a seguito di un lungo confronto con il socio privato e sfruttando quanto già elaborato in vista della fusione con la società partecipata dal Comune di Porto San Giorgio, ha elaborato un nuovo statuto sociale che, unitamente ai patti parasociali, potrà consentire alla Solgas Srl di rafforzarsi anche tramite la previsione di nuove possibili attività implementabili in materia di efficientamento energetico; attrezzarsi con adeguati strumenti, anche in termini di know how, affinché possa continuare ad operare mantenendo livelli di competitività e di efficienza, quindi assegnando la conduzione industriale al socio privato che detiene le competenze tecniche necessarie per operare sul mercato con efficienza e competenza, creare le migliori condizioni affinché si possa addivenire quanto prima alla fusione tra le società partecipate dai Comuni di Fermo e Porto San Giorgio (Solgas S.r.l. e San Giorgio Energie S.r.l.) quindi ricorrendo alla tipologia societaria della società per azioni, garantire tramite il patto parasociale un obbligo di acquisto in capo al privato della quota di maggioranza detenuta dal Comune di Fermo ad un prezzo di rilievo, corrispondente a quello già definito con la gara per la cessione della quota di minoranza, permettendo così al Comune di tutelarsi con la previsione di un congruo valore in caso di uscita dal patrimonio della società: scelta quest’ultima che sarà rimessa a future valutazioni che terranno conto dell’andamento (oggi imprevedibile) dei mercati e delle concrete possibilità di crescita dell’azienda.
Quanto sopra continuando a mantenere il controllo pubblico sulla partecipata e con la garanzia che la società e, quindi, il patrimonio della Città, sia preservato dall’obbligo di acquisto ad un prezzo importante, prefissato solo nei minimi, che consentirà all’Ente di mettersi in sicurezza anche in una fase così delicata ed imprevedibile del mercato energetico e di ponderare con maggiore tranquillità le scelte future.
In questo contesto così chiaro, un quadro che alcune forze politiche diminoranza con onestà intellettuale hanno dimostrato di apprezzare in commissione, dispiace sentire da elementi quotati e professionalmente esperti dell’opposizione giudizi che assolutamente non condivido: il candidato sindaco di centrosinistra in una nota stampa ha parlato di sacrificio dell’azienda, di privatizzazioni, di svendita del patrimonio pubblico. La verità è che questa operazione è tutt’altro.. Un simile ragionamento non solo non rispetta e non riconosce il grande lavoro fatto a beneficio della salvaguardia della società, ma non fa altro che confermare che una parte della nostra opposizione, come spesso le accade, preferisce chiudersi nel non fare. Altro che privatizzazione del patrimonio pubblico: la Solgas viene tutelata e con essa messo in sicurezza il patrimonio della città. E’ noto infatti che per una piccola azienda come la Solgas Srl che opera nel settore energetico, sia complicato mantenersi in equilibrio tra le esigenze dei mercati di approvvigionamento del gas e dell’energia che danno poco credito alle piccole realtà autonome e la necessità di perseguire ulteriori politiche di aggregazione per la massimizzazione dei risultati.
Considerato che non è stato possibile concludere il processo di fusione con la San Giorgio Energie e che lo scenario mondiale del mercato delle fonti energetiche, a causa del conflitto tra Ucraina e Russia, sta attraversando un momento di assoluta incertezza connotato inimmaginabili rincari dei prezzi oltre che da notevoli difficoltà nel reperimento della stessa materia prima, sarebbe stato da irresponsabili rimanere fermi, in balia degli eventi, rischiando di subire passivamente le conseguenze di questa grave crisi mondiale.
Il nuovo statuto nella sostanza attribuisce la direzione industriale al socio privato che ne ha le competenze, amplia sensibilmente il campo di attività in cui la società può operare e da ultimo grazie al patto parasociale ci garantisce un prezzo minimo di vendita nell’eventualità in questi 5 anni i mercati ci imporranno di fare altre scelte. L’obiettivo molto chiaro è quello di crescere insieme al socio privato, operando con la garanzia di non rimanere in balia delle oscillazioni del mercato. Il non fare nulla, l’immobilismo, il non prendere decisioni: questo metterebbe a rischio il patrimonio della Città. Ma come sapete, il non fare non è una nostra prerogativa.
Ecco allora che a conclusione di un lavoro così lungo, complesso e importante, nel rispetto di tutte le posizioni, mi sentirei di chiedere a coloro che manifestano legittimamente il proprio dissenso quali sarebbero le vostre proposte alternative per fronteggiare l’attuale e la futura situazione di mercato. Fatelo sapere a noi, ai fermani, agli amministratori della società ed anche al socio privato.. Noi siamo convinti che questo è il miglior modo per tutelare la società…spero che in fondo convinti lo siate anche voi tutti».
Sandro Vallasciani
Ma c’è l’opposizione, si diceva, che non la manda giù: «Stiamo parlando di un sostanziale riassetto sociale e statutario della Solgas srl al fine di trasformare la stessa in società per azioni. Le modiche introdotte mutano l’attuale governance che dall’Amministratore unico a nomina pubblica, si passa quello di un cda con un amministratore delegato a nomina del socio privato a cui affidare la conduzione industriale», incalza il capogruppo Pd, Sandro Vallasciani.
«I patti parasociali prevedono inoltre – aggiunge l’esponente dem – la facoltà da parte del socio pubblico, il comune di Fermo, di poter vendere al socio privato la quota del 51% al prezzo prestabilito di circa 5.300.000 euro, offerta valida sino ai prossimi 5 anni. Ma che fine hanno fatto i 5.100.000 euro derivanti dalla cessione del 49% alla SG Rimini? Quali investimenti significativi a peritura memoria sulla città? Proviamo a fare chiarezza: 2.600.00 euro dal 2016 al 2019 per manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio, stradale e della pubblica illuminazione, oltre ad euro 400.000 per ristrutturare un immobile della Solgas Immobiliare. I restanti 2.000.000 per altre opere minori quali la stabilizzazione del versante della strada del Ferro, riqualificazione stadio Recchioni, del campo sportivo San Marco, del campo sportivo ex Cops, Ampliamento Scuola Molini Girola, ed altri impianti sportivi. Quindi niente di particolarmente significativo.
Un repentino cambio di strategia da parte del Comune di Fermo che, a partire dal gennaio 2019 aveva concentrato gli sforzi per realizzare la fusione della Solgas srl con la San Giorgio Energie, aventi entrambi lo stesso socio privato. Tale indirizzo strategico, formulato dopo la cessione alla SG Rimini con la delibera di giunta 250/2016, aveva anche previsto il mantenimento della governance al socio pubblico in palese contrasto con quanto oggi si viene a modificare. Se la fusione con Porto San Giorgio è stata da sempre reputata una delle scelte strategiche irrinunciabili per poter continuare a garantire alle società partecipate livelli accettabili di redditività in un contesto di mercato particolarmente complesso, volatile e dove il rischio sempre più alto è rappresentato dalla graduale contrazione dei margini, ci si chiede il perché di tale fallimento visto che non si è riusciti a raggiungere l’obbiettivo, nonostante il lungo tempo a disposizione per sottoscrivere l’accordo. La Solgas dalla sua fondazione nel 2003 sino al 2016 ha goduto dei favori di un regime di semi monopolio. La cosa non ha subìto particolari variazioni con l’ingresso del socio privato. I dati dei contratti stipulati dalle due società sono i seguenti: nel gennaio 2014 la San Giorgio Energie aveva 8.788 contratti gas e la Solgas 14.846. Nell’agosto 2021 la San Giorgio Energie aveva 9.439 (+ 600) contratti gas e 5.236 contratti luce mentre la Solgas aveva solo 12.987 (- 2.000) contratti gas e 2.298 contratti luce. Tale perdita di reddività e competività della Solgas nei confronti di San Giorgio Energie, aveva, nonostante il bacino di utenti particolarmente più grande, reso in concambio nella fusione quasi alla pari del tipo 24% (San Giorgio) a 27% (Fermo)o giù di lì. La domanda che ci si chiede perché proprio ora questa accelerazione sulla Solgas? Che cosa ne pensa la nuova amministrazione Comunale di Porto San Giorgio (con gli assessori presentati oggi dal sindaco Vesprini) di tale nuovo assetto? L’impressione è che si vuol far trovare la Sangiorgio Energie a fatto compiuto, cosa che potrebbe far mutare le intenzioni dell’amministrazione comunale di Porto San Giorgio a continuare nel disegno di fusione. Ma non era la fusione l’unica strada percorribile per non depauperare il patrimonio delle rispettive partecipate? L’attuale amministrazione di Fermo ha clamorosamente fallito il progetto di fusione. L’unica consolazione che rimane è una offerta appetitosa da parte S.G. Rimini per comprare il restante pacchetto. Se il mercato del combustibile continuerà ad essere in balia della tempesta in atto si andrà probabilmente senza indugio verso la cessione totale della Solgas, ovviamente senza il nostro appoggio».
Renzo Interlenghi
Già nei giorni scorsi a bocciare platealmente l’operazione era stato il capogruppo di Fermo Capoluogo, Renzo Interlenghi, a chiusura di un trittico al vetriolo (con le bordate su pista ciclabile di Marina Palmense e Casina delle Rose) contro l’amministrazione Calcinaro: «il nuovo Statuto che trasformerà la società da srl in SpA, modificando l’assetto della governance che comporterà la sostituzione dell’amministratore unico in un CdA il cui ad sarà nominato dal socio privato mentre al socio pubblico resterà la nomina degli altri due membri. Inoltre il socio privato nominerà il Presidente del Collegio dei Revisori dei conti o l’eventuale revisore unico. Infine il direttore sarà assunto per concorso ma il socio privato avrà il potere di indicare il Presidente della Commissione esaminatrice. Motivo dell’operazione? La crisi energetica indotta dalla guerra in Ucraina. Un dato è certo, questa amministrazione ha la capacità di sfruttare ogni evento nefasto per mettere in pratica il depauperamento del patrimonio pubblico».