Come previsto, si è svolto a Fermo il Forum sulla riqualificazione della Casina delle Rose, al fine di far pronunciare i cittadini su un documento elaborato da un tavolo di esperti, dopo di mesi di studio. L’evento si è articolato in due serate consecutive: lunedì e ieri presso il Teatro romano a Fermo. Nella prima serata gli esperti hanno illustrato il loro lavoro, la relativa metodologia e le fasi di svolgimento; hanno esposto l’idea strategica contenuta nel documento finale ed hanno aperto un dibattito preliminare. Chiusa questa fase, i cittadini presenti hanno composto tre gruppi di lavoro al fine di approfondire meglio l’idea strategica di riqualificazione storica e culturale dell’intera area del Girfalco, un tempo centro della città, oggi dimenticato e depauperato delle sue risorse culturali come la Casina delle Rose.
«Il lavoro svolto dai singoli gruppi – spiega il professor Carlo Di Marco, presidente dell’associazione Demos – è stato poi rielaborato e ridiscusso nella serata di ieri, quando i cittadini presenti hanno votato il documento del Tavolo degli esperti integrandolo con la decisione (sottoscritta da tutti) di diffidare l’amministrazione comunale all’adozione di un provvedimento di revoca della procedura di alienazione della Casina delle Rose. Il Forum si è concluso con una passeggiata “patrimoniale”, così definita per fare riferimento all’immenso patrimonio culturale contenuto nella storia del Girfalco, a cui hanno partecipato i cittadini presenti. Questo, per sommi capi, il resoconto di un’esperienza che presenta caratteristiche di grande novità nel panorama politico fermano».
«Ma andiamo per ordine. Il Forum – aggiunge il professor Di Marco, che è anche professore emerito di Diritto Pubblico all’università degli studi di Teramo – ha dimostrato che la democrazia è possibile: i semplici cittadini, quelli che non hanno voce perché durante la durata dei mandati elettorali non vengono mai interpellati da chi governa, come, invece, si dovrebbe fare in virtù dei principi costituzionali di partecipazione popolare, attraverso vari strumenti di partecipazione come il Forum possono informarsi, studiare, approfondire, discutere e proporre. Possono essere, cioè, cittadini attivi. Questo è stato fatto nel Forum fermano. Sono state usate idonee tecniche (come la formazione di piccoli gruppi di lavoro) per consentire a tutti di prendere la parola. E tutti hanno parlato. Non ci sono stati “comizi”, ma solo dialoghi, dibattiti, riflessioni, approfondimenti e (non da ultima) empatia. Sono state evitate strumentalizzazioni e i cittadini hanno offerto il loro impegno in assenza di ogni colorazione partitica. Hanno espresso un voto finale dopo un percorso culturale ben articolato. Esso è durato quasi cinque mesi, si sono smosse le coscienze, sono stati coinvolti centinaia di cittadini, l’attenzione della stampa non è mai mancata e si è creata così una nuova consapevolezza nel rapporto fra cittadini e partiti, poiché i fatti hanno dimostrato che fra i due esiste una distanza sempre più abissale, basterebbe esaminare attentamente i dati sul “non voto” ad ogni elezione. A tutti gli appuntamenti di questo percorso, infatti, né il sindaco, né la maggioranza dei consiglieri comunali, regolarmente e costantemente invitati, hanno mai portato un loro contributo interlocutorio. Vi è stata la presenza saltuaria di alcuni consiglieri comunali che abbiamo sempre puntualmente ringraziato, ma fatte salve tali pregevoli eccezioni, non è errato sostenere che i partiti politici di maggioranza e di opposizione, in generale, abbiano guardato questa esperienza in modo scostante ignorandola in quasi tutte le dichiarazioni ufficiali. Non solo, dobbiamo segnalare che durante tutto il percorso sono state ignorate da parte dell’amministrazione comunale richiesta di patrocinio, richiesta di ispezione interna della Casina delle Rose, richiesta di disponibilità di una location per lo svolgimento del Forum.
Abbiamo presentato un metodo politico democratico inusitato ma non nuovo: non viene da un altro pianeta. È il metodo democratico contenuto nella Costituzione che vorrebbe sempre i cittadini al centro. L’articolo 49, infatti, vuole che i partiti siano al servizio dei cittadini, non il contrario. Ergo, se i cittadini aprono autonomamente un percorso democratico e partecipativo come quello appena concluso a Fermo, i partiti di maggioranza e di opposizione dovrebbero andarne fieri: hanno a che fare con cittadini attivi, consapevoli e coscienti; tali partiti potrebbero cogliere queste opportunità, inoltre, per rinnovarsi e costruire un sistema partitico nuovo, poiché quello di oggi non sembra garantire un vero e proprio futuro per la democrazia. Abbiamo proposto un metodo, andremo avanti con altre iniziative e non crediamo che in futuro da questa visione democratica della politica inaugurata a Fermo, si potrà prescindere».
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