di Giorgio Fedeli
Non solo Pronto soccorso. Eh sì, il Murri non è solo Pronto soccorso, un reparto che soffre da tempo ormai immemore carenze soprattutto dal punto di vista del personale, con i camici bianchi delle cooperative diventati ultima spiaggia, o meglio ancora di salvataggio, per fronteggiare le continue emergenze a cui i medici del reparto guidato dal primario Alessandro Valentino sono chiamati a rispondere. Valentino che, per inciso, avrebbe anche vinto il concorso per l’ospedale di San Marino.
Non solo Pronto soccorso, si diceva, dove oltretutto confluiscono le ambulanze con i volontari del 118 sul piede di guerra, costretti a lunghe attese sotto quelle tute che, con la recrudescenza del Covid, sono costretti ad indossare anche con le temperature asfissianti di questi giorni. Oggi infatti le lamentele arrivano da uno dei reparti più ‘drammatici’ dell’ospedale: l’Oncologia. Dalle camere del reparto guidato dal primario Renato Bisonni, infatti, segnalano la mancanza di aria condizionata. E non è certo un problema sorto in questi giorni: alcuni pazienti rimarcano che il reparto è senza aria condizionata da anni. Ora, se alla disperazione per la malattia contro cui lottare quotidianamente, quel ‘mostro’ che stravolge le vite dei pazienti e dei loro cari, si aggiunge anche che in questo periodo un filo d’aria condizionata potrebbe aiutare sanitari e, soprattutto, i pazienti, a non soffrire almeno il caldo, ecco che un semplice particolare come l’aria condizionata assume un valore ben maggiore rispetto a quello del mero refrigerio. Affrontare cure, spesso impattanti, senza nemmeno un pò di aria fresca è ancor più disagevole. Di qualcuno la responsabilità sarà. E proprio a loro è rivolto l’appello dei pazienti.
«Certo, se non riescono ad aggiustare un ascensore – il sarcasmo di alcuni pazienti – non osiamo immaginare come possano farlo con l’aria». Uscendo dal Murri, però, la situazione non si fa migliore. Certo nulla di paragonabile alle sofferenze e al fardello di un malato oncologico, ma se si parla di guardie mediche e di risposta alle emergenze, con l’estate, la questione diventa di assoluta attualità, anzi forse anche fuori tempo massimo visto che siamo già ad inizio luglio. Coperture ‘limite’ tra Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio, da fine luglio a fine agosto al mattino con la guardia medica di Porto Sant’Elpidio, 9-13 alla Croce Verde, e di Porto San Giorgio il pomeriggio, 15-19 nel distretto. E quando il servizio non è coperto? Beh non resta che andare al Pronto soccorso con il rischio, più che fondato, di intasare il reparto. E giù a gravare sui tempi di attesa in un nodo gordiano che ormai sembra sempre più serrato. Si è parlato anche della possibilità, al momento solo un’ipotesi (dunque difficile se non impossibile da realizzare in tempo per almeno una parte della stagione estiva) di istituire un punto di primo soccorso alla Croce azzurra sangiorgese, dove gestire i codici per sintomatologie più lievi. Una Croce azzurra che ha già attivato l’ambulanza ad hoc per le emergenze in spiaggia. Ma poi, però, quell’ambulanza deve essere messa in condizione di arrivare nel minor tempo possibile al ‘target’, dove si trova il paziente da soccorrere. Tra cambi della circolazione sul lungomare Gramsci a Porto San Giorgio, sia con una viabilità sud nord che nord sud, le ambulanze dell’Azzurra hanno praticamente solo pochi sottopassaggi, certamente non tutti, per raggiungere il lungomare dalla loro sede sulla statale Adriatica. E questo non può che aumentare i tempi di intervento. Se a questo si aggiungono bancarelle o nessuna via di fuga per le auto in caso di ambulanza in sirene, come può capitare in molti tratti della litoranea o in centro nei giorni di mercato, ecco che il problema della circolazione per i mezzi di soccorso rispunta prepotentemente. Tra i pazienti, poi, spesso ci sono i più piccoli. Bambini che ovviamente fanno rima con Pediatria. Ma in questo caso tutto tace sul potenziamento del personale medico del reparto di Luisa Pieragostini, da mesi e mesi ridotto al lumicino sul fronte camici bianchi che si contano sul palmo di una mano (due medici e il primario). Carenze più volte stigmatizzate dal segretario Cisl, Giuseppe Donati, che spaziano dal personale tecnico-sanitario al centro trasfusionale. Benzina sul fuoco arriva poi dalla chiusura, causa Covid, della Rsr di Porto San Giorgio con la Rsu dell’Av4 pronta a dare battaglia, e oggi in presidio proprio all’ex ospedale sangiorgese. Tutto tace anche sull’eventuale attivazione al Murri dell’emodinamica. Insomma problemi che si accavallano, tra quelli legati a carenze ormai endemiche e quelli che rispuntano con l’estate quando le presenze nel Fermano aumentano. E con loro, ovviamente, fisiologicamente, gli sos al 118 e gli accessi in ospedale.
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