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Marche, mancano cuochi e camerieri mentre tornano i turisti. Gregorini: «I motivi? Si temono nuove chiusure e casse integrazioni»

LAVORO - Secondo una indagine del Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Excelsior – Unioncamere, a giugno di quest’anno, le imprese hanno richiesto 5.400 tra cuochi e camerieri ma hanno potuto assumerne solo 3.175. Gli altri 2.225, pari al 41,2 per cento sono rimasti sulla carta ma non sono mai entrati in cucina o in sala ristorante. Nel 28,5 per cento perché sono mancati i candidati disponibili a farsi assumere e nell’8,7 per cento per preparazione inadeguata

Otello Gregorini (foto da www.cnafermo.it)

Marche, tornano i turisti, mancano i cuochi. I dati dell’Osservatorio regionale per il turismo e dell’indagine Cna Commercio e Turismo sono univoci: in questo inizio d’estate le spiagge, le città d’arte e i borghi marchigiani hanno fatto il pieno di turisti ed anche per luglio e agosto si va verso il tutto esaurito. Ma se i turisti sono tornati continuano a mancare cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici. Le imprese di alloggio e ristorazione sono in difficoltà. Secondo una indagine del Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Excelsior – Unioncamere, a giugno di quest’anno, le imprese hanno richiesto 5.400 tra cuochi e camerieri ma hanno potuto assumerne solo 3.175. Gli altri 2.225, pari al 41,2 per cento sono rimasti sulla carta ma non sono mai entrati in cucina o in sala ristorante. Nel 28,5 per cento perché sono mancati i candidati disponibili a farsi assumere e nell’8,7 per cento per preparazione inadeguata.

Otello Gregorini, segretario Cna Marche, illustra una situazione rosea dal punto di vista della recezione turistica: «Siamo la prima regione d’Italia per progetti di innovazione aziendale nel turismo. Sono state presentate dalle imprese 252 domande per 88 milioni di euro di investimenti finalizzati a realizzare progetti Pnrr di efficientamento energetico, riqualificazione edilizia, digitalizzazione, eliminazione barriere architettoniche, riqualificazione antisismica». Ma nonostante tutto si fatica a trovare il personale necessario: «Si tratta di una situazione completamente diversa rispetto all’ultima estate pre Covid del 2019 – continua – quando le imprese turistiche cercavano 3.310 lavoratori e la mancanza di candidati riguardava solo il 4,9 per cento delle richieste. Perché quest’anno non si trovano cuochi e camerieri? Lasciando da parte i luoghi comuni sulla esiguità delle paghe e sull’effetto reddito di cittadinanza, a frenare la domanda di lavoro è soprattutto il timore di ritrovarsi nella situazione degli ultimi due anni: con i ristoranti chiusi e in cassa integrazione. Per questo in molti, tra i disoccupati, si sono rivolti altrove, verso occupazioni meno dipendenti dall’andamento della pandemia e dai relativi lockdown. Servono certezze e la garanzia che le imprese non chiuderanno più».

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Scuola dell’obbligo ed esperienza nel settore. Quali sono i requisiti richiesti dalle imprese per assumere lavoratori nei ristoranti e altri servizi turistici? Secondo il Centro Studi Cna Marche, nel 48,6 per cento dei casi, è richiesta esperienza nello stesso settore mentre nel 16,1 per cento serve un’esperienza professionale specifica. Con riferimento al titolo di studio, nel 43,3 per cento delle richieste di assunzione ci si accontenta della scuola dell’obbligo mentre nel 33,5 per cento si chiede il diploma di scuola superiore e nel 23,3 per cento una specifica qualifica professionale. Alla fine del mese di giugno le attività di alloggio e ristorazione nelle Marche erano 9.791con 48.462 addetti.

«Quelle marchigiane – precisa Gregorini – sono imprese che si rinnovano e riqualificano. Siamo la prima regione d’Italia per progetti di innovazione aziendale nel turismo. Sono state presentate 252 domande dalle imprese per 88 milioni di euro di investimenti finalizzati a realizzare progetti Pnrr di efficientamento energetico, riqualificazione edilizia, digitalizzazione, eliminazione barriere architettoniche, riqualificazione antisismica.  Interventi che servono a migliorare la competitività del sistema turistico per rendere attraenti le Marche anche nei periodi meno frequentati dai turisti, superando la stagionalità attraverso la valorizzazione dell’enogastronomia, della cultura e del turismo esperienziale non solo nelle città costiere ma anche nei borghi e nelle aree montane».


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