«Sette anni di programmazione europea regionale che punta allo sviluppo per dare serenità, prima di tutto sociale, alle Marche». È questa la sintesi del consigliere regionale della Lega Marco Marinangeli a margine della seduta consiliare che ha messo al centro del dibattito la programmazione dei fondi europei.
«Le circostanze congiunturali ci consegnano un compito arduo quanto fondamentale: utilizzare al meglio oltre 1 miliardo di risorse europee far uscire le Marche dal novero delle regioni in transizione – spiega Marinangeli che è anche membro della commissione Attività Produttive e Sviluppo –. È vero infatti che la programmazione 2021-2027 ci vede disporre di oltre il 66% rispetto al periodo 2014-20, ma è altrettanto vero che questo è frutto di un peggioramento della situazione socio-economica regionale che, con la crisi energetica e dell’export legata alla guerra russo-ucraina, rischia di peggiorare ulteriormente. Poggeremo dunque la nostra politica su 4 assi prioritari per ricostituire il tessuto socio-economico: occupazione, istruzione e formazione, inclusione sociale e giovani»».
Marinangeli, che segue da vicino le crescenti difficoltà del distretto produttivo Fermano, tra i più colpiti dalla crisi, sottolinea come il 37% della dotazione del Por Fse+ sarà destinato ad interventi di politica attiva per favorire l’inserimento occupazionale dei disoccupati e il 32% all’Inclusione Sociale con interventi a favore degli Ambiti Territoriali sociali oltre al finanziamento di tirocini di inclusione sociale e interventi di politica attiva per soggetti di categorie svantaggiate.
«Considerando che senza giovani non c’è futuro per nessuna terra, voglio sottolineare che il 16% della dotazione sarà appannaggio dell’Asse Giovani per il finanziamento di interventi formativi, di dottorati industriali e per borse di studio – conclude il consigliere della Lega – I giovani fino a 35 anni di età sono quelli che maggiormente hanno risentito delle conseguenze della crisi sul mercato del lavoro e, con la pandemia, hanno subito la maggiore riduzione dei tassi di occupazione e il maggior incremento dei tassi di disoccupazione. Dobbiamo loro più che una speranza».
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