di Antonietta Vitali
Sembra un’anonima chiesa di campagna, messa lì, sul curvone della strada provinciale 56 che da Petritoli sale verso Monterubbiano. E invece, ad andare a scoprirlo bene, questo luogo sacro è ricco di storia, fascino e, soprattutto, mistero.
Nel 1595 il Vicario del Cardinale Ottavio Bandini chiede ad un prete, tale Galeazzo Recchi, di redigere una relazione su quanto stesse accadendo in quella piccola chiesa posta a Piane Nove, gli era giunta voce di miracoli e grazie ricevute. La relazione del prelato avrà come data finale quella del 29 dicembre del 1596 e dice così “questa è una chiesola, piccolina, nel territorio di Montrobbiano, in loco detto Piano Novo. Sotto la terra poco da la banda da sole, in mezzo a una strada corrente et molto frequentata, dove da giugno in qua del medesimo anno, è stato un gran concorso di gente forestiera e te vien entrata de grande generosità de miracoli et grazie fatte dal Santissimo Crocifisso di Piano Novo. E che si può giudicare dal concorso di genti che il dì de la festa si fa notte e non possono finire di entrare dentro, a pigliare la perdonanza. Et è molto più di quello che io dico a Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima alla quale, per fine di questa, umilmente bacio le mani. Affezionatissimo et obbligatissimo Sacerdote, Galeazzo Recchi.”
A seguito di questi eventi miracolosi diventa particolarmente devoto del Santissimo Crocifisso il monterubbianese Paolo Pagani. È membro di una delle famiglie più in vista della città, ha studiato a Perugia dove ha conseguito la laurea in Diritto Canonico e Civile, è diventato, giovanissimo Vicario di Carlo Borromeo (che sarà nominato Santo in seguito), poi sarà Protonotario Apostolico di Sisto V a Urbino, Giudice della Sacra Rota. Quando torna a Monterubbiano dopo una carriera luminosa, dona una cospicua somma alla Confraternita del Santissimo Crocifisso affinché vi venga costruito un luogo di culto più grande, più importante. Scrive un testamento nel quale lascia tutti i suoi beni alla confraternita, compresa la proprietà della Chiesa del Santissimo Crocifisso che, ancora oggi, appartiene, appunto, alla confraternita e non alla Curia, lasciando come ordine scritto al vescovo dell’epoca e a tutti i suoi successori, di controllare che questa sua volontà venga rispettata. Lui non riuscirà a ricordare l’ampliamento della chiesa e i dipinti realizzati da Martino Bonfini (lo stesso pittore del Santuario della Madonna dell’Ambro) e gli stucchi, e i fregi. Morirà prima ma il luogo divenne una meta di pellegrinaggio sempre più importante con prove documentate di molti miracoli e grazie. Quando nel 1700 alle confraternite verrà imposto di depositare gli inventari alla curia dei beni, quella del Santissimo Crocifisso nell’anno 1728 conta ben 153 cuori in argento donati dai fedeli per grazie ricevute. I fedeli sono richiamati al luogo di preghiera e di culto dalla campana posta sopra al tetto della chiesa il cui suono percorre le valli sia verso Ascoli che verso Fermo riecheggiando in epoche in cui l’inquinamento acustico era praticamente del tutto inesistente. Ma una sorte meschina porta questo luogo, via via nel tempo, a perdere la sua importanza fino ad arrivare agli anni duemila, L’ultima messa celebrata in loco è stata quella del 1998, poi la chiesa sarebbe stata chiusa persino alla proprietà (cioè alla confraternita) per essere oggetto di una profonda opera di restauro. E durante quel periodo viene saccheggiata, spariscono i cuori in argento delle grazie ricevute, le cornucopie in ottone, i lampadari. La tela raffigurante il Battesimo di Gesù viene ritrovato, qualche tempo dopo, dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio a Macerata presso un restauratore e ora riposa tranquillo nella Chiesa di San Giovanni a Monterubbiano. Alle vie crucis e alla fonte battesimale la sorte ha girato a favore, il 2 giungo del 2021 vengono ritrovate murate dietro a un’intercapedine di un muro all’interno della chiesa e ora sono in fase di restauro.
La struttura: il nucleo centrale è rappresentato dal loggiato, dalla chiesa e dal campanile costruiti con il lascito di Paolo Pagani che amava firmarsi Umilissimo e Obbligatissimo Servo. Le pitture dell’interno sono dedicate a Giovanni Battista nell’altare laterale di sinistra (realizzato ad opera della famiglia Morici della quale è posto in alto lo stemma), alla Vergine nell’altare laterale di destra. La parte originaria di quando era solo una chiesupola di campagna è posta dietro la sacrestia. Percorre il corpo centrale della chiesa la canonica che un tempo era l’abitazione del parroco che veniva chiamata “lu remita” perché viveva in solitudine. Pregava da un inginocchiatoio nel corridoio della sua casa posto esattamente di fronte all’altare centrale che poteva guardare da una feritoia.
Le ipotesi: la prima è che la chiesa sia stata costruita sopra una falda acquifera dalla quale sgorgava un’acqua pura che fosse, anch’essa, meta di pellegrinaggio in quanto acqua purificatrice. La seconda è relativa alla sua importanza come Santuario perché, tracciando su una cartina delle linee di collegamento con il Santuario di Loreto e il Santuario della Madonna dell’Ambro se ne ottiene un triangolo perfetto. La terza è che sotto al dipinto attualmente visibile sull’altare centrale ce ne sia un altro con tutt’altro significato.
Il presente: vi si riunisce periodicamente un gruppo di preghiera che è aperto e che non prevede che i partecipanti siano soltanto i membri della confraternita. I festeggiamenti di questo luogo di culto ricorrono il 3 maggio, giorno di Santa Croce e il 14 settembre, giorno di Esaltazione della Santa Croce.
Il futuro: è lo stesso Priore della Confraternita del Santissimo Crocifisso a raccontarlo con amore e passione per questo luogo che tiene aperto ai visitatori quasi ogni sabato. “È fondamentale che la storia importante che questo luogo ha avuto non venga persa, che si mantenga e che si tramandi. Come è giusto che vengano tramandate le tradizioni anche legate alle figure che hanno abitato questo luogo come quella del campanaro che per secoli è stato colui che segnava lo scandire del tempo, e quindi anche della vita, delle nostre comunità”
L’idea geniale: in collaborazione con la Federazione Nazionale Suonatori di Campane la Confraternita del Santissimo Crocifisso dà vita alla prima scuola campanaria del Fermano. Iscrizioni aperte a uomini, donne e bambini, quota di partecipazione super accessibile a tutti, lezioni con maestro di arte campanaria, info al nr 320/3074807
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