di Pierpaolo Pierleoni
Ricorso depositato. Fabiano Alessandrini ed il centrosinistra si sono rivolti al Tar Marche, per chiedere di rivedere verbali e schede delle elezioni amministrative a Sant’Elpidio a Mare tenutesi lo scorso 12 giugno. Una decisione arrivata all’ultimo giorno utile, dato che proprio oggi scadevano i tempi, a partire dalla proclamazione degli eletti, per interessare la magistratura.
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Il voto delle Comunali elpidiensi, come si ricorderà, è stato caratterizzato da un’incertezza senza precedenti e risolto, dopo una interminabile serata di colpi di scena, con il centrodestra di Gionata Calcinari avanti di un solo voto rispetto al centrosinistra di Fabiano Alessandrini. 2300 contro 2299 suffragi, una singola preferenza che ha deciso a chi toccasse sfidare Alessio Pignotti, che aveva primeggiato sui suoi competitors.
Alessandrini e la sua coalizione rimandano ai prossimi giorni un commento sulla scelta, che è stata frutto di un’approfondita riflessione. Da subito il candidato sindaco aveva ventilato la possibilità di ricorrere al Tar, soprattutto dopo la decisione della Commissione elettorale. Nelle settimane successive, insieme agli alleati, ha valutato pro e contro ed alla fine ha deciso di interessare il tribunale amministrativo.
Ora che succede? L’Amministrazione comunale eletta e guidata dal sindaco Alessio Pignotti va avanti nel pieno dei suoi poteri. Un verdetto dei giudici arriverà tra diversi mesi, sicuramente non prima della fine del 2022. Se il ricorso sarà accolto e si ravviseranno errori o irregolarità che ribalterebbero il risultato delle urne, il Consiglio comunale da poco insediato decadrà e si tornerà al voto. Verosimilmente si rivoterebbe solo per il turno di ballottaggio, con Alessandrini al posto di Calcinari a sfidare il candidato, poi diventato sindaco, Alessio Pignotti.
Un precedente nelle Marche, datato 2009, è stato quello delle elezioni provinciali a Macerata. In quel caso, una lista civica esclusa dalla competizione elettorale si rivolse al Tar che rigettò il ricorso. Impugnò il verdetto davanti al Consiglio di Stato, che accolse le sue ragioni ed annullò l’esito del voto che aveva visto eletto presidente Franco Capponi alla guida di una coalizione di centrodestra.
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