«Se dovessimo chiedere alle cittadine e ai cittadini fermani quante volte siano entrati all’interno di Villa Vinci, un bene del patrimonio storico della nostra città ma di proprietà privata, molti diranno di non esserci mai entrati.
Questo deve portarci a ragionare sul fatto che la stessa cosa possa ripetersi per la Casina delle Rose, con la vendita a privati.
Il Girfalco da sempre ha rivestito un forte valore simbolico, religioso ed identitario per la città, come dimostrato dalla costante presenza di edifici sacri che, come nel caso dell’Acropoli di Atene, si collocano nel luogo geografico più rilevante di tutto il territorio». Inizia così la riflessione del consigliere Nicola Lucci (Fermo Forte) su uno dei temi più dibattuti in Comune e in città, la vendita, appunto della Casina delle Rose.
«Durante questa amministrazione, di cui faccio parte come consigliere, dapprima votammo la messa in vendita della Casina tramite bando, poi rivotammo la sua ristrutturazione da parte comunale e infine rivotammo per la vendita a bando con l’attuale scadenza dell’asta ad agosto (poi traslata a settembre). Pur avendo votato favorevolmente ai vari passaggi in consiglio, credo che le condizioni esterne debbano indurci a una ulteriore riflessione. Di fatto, sul territorio nazionale e locale, come vediamo a Porto San Giorgio, molti hotel si stanno convertendo in edifici residenziali o semiresidenziali attraverso ordinanze municipali, favorite tra l’altro dalla norma sui Condotel. Considero, inoltre, che la nuova norma nazionale per regolare gli affitti brevi, non basterà ad arginare l’emorragia di clienti di hotel in favore di una sorta di albergo diffuso nel centro storico, fenomeno positivo per la nostra città ma che potrebbe mettere a rischio l’investimento privato sulla Casina delle Rose, potendo determinare una ulteriore futura chiusura. Questo – il pensiero di Lucci – genera un problema importante perché è molto probabile che tra qualche anno anche la Casina delle Rose possa trasformarsi in un edificio con più proprietari, complicando qualsiasi coordinazione con il Comune».
Da qui le soluzioni prospettate da Lucci: «Per vari immobili o situazioni urbanistiche rimaste aperte in città, l’amministrazione si è mossa nel reperire fondi e bandi per cercare di trovare delle soluzioni, ad esempio: per l’ostello della gioventù che dovrà essere avviato presso la Scuola Ugo Betti; per l’area dell’ex Mercato Coperto attraverso l’Iti Urbani o addirittura si sono trovati fondi con il Pinqua per un’area privata in zona Conceria. Ad ora, l’amministrazione, sarebbe ancora in tempo per presentare un progetto di ristrutturazione e partecipare ad un bando del Pnrr per la “Valorizzazione del patrimonio turistico Italiano”, con scadenza il 31 agosto 2022, occasione da non lasciar scappare e da tentare; oppure perché non percorrere la strada della seconda programmazione dell’Iti Urbani (interventi territoriali integrati)? Pertanto richiedo la possibilità di sospendere il bando per permettere un processo partecipativo più ampio tra la popolazione e l’Amministrazione comunale sul futuro di un bene così importante come la Casina delle Rose e tentare ogni strada possibile per reperire fondi. Una eventuale vendita dell’immobile lascerebbe il Comune senza più nessuna proprietà immobiliare sul Girfalco. In passato, allo scopo di aumentare la possibilità del cittadino di poter disporre di quel bene esclusivo, il comune di Fermo acquistò anche la parte realizzata dal concessionario, proprio per andare nella direzione di un maggiore beneficio collettivo. Nel tempo la decadenza dell’immobile, una volta dismesso, è stata piuttosto rapida, la sua sistemazione non è stata mai una priorità per le amministrazioni passate anche se il potenziale urbanistico dell’immobile è largamente inesplorato. Certo è che sistemarlo ora, anche se questo prevedesse dei costi più alti, vista la congiuntura economica complicata che stiamo vivendo, sarà un sacrificio che i fermani sapranno ben comprendere. Inoltre, con la vendita al privato, tra le tante cose che preoccupano la cittadinanza, c’è la possibilità di creazione di volume residenziale, i cosiddetti Condohotel, cioè la possibilità di destinare il 40% della superficie al residenziale. Ma da come recita il DGR n.1086 del 16/09/2016, solo le amministrazioni comunali possono permettere questa tipologia di operazione: c’è il rischio, pertanto, che in un prossimo futuro i governi cittadini possano trovarsi in una posizione di debolezza nei confronti del privato e permettere, quindi, tale trasformazione. Sarebbe opportuno prevedere, pertanto, una clausola particolare che ne vincoli la destinazione, nel caso di vendita dell’immobile. Allo stesso modo, il bando non prevede una data limite per l’apertura dell’hotel, correndo il rischio che si prolunghi l’abbandono dell’immobile, come sta succedendo con l’ex cinema Helios. Bisognerebbe fissare, quindi, anche questa condizione e la possibilità di rescindere il contratto nel caso di mancata apertura entro un tempo ragionevole.
Altro aspetto importante é la revisione della variante del piano particolareggiato che ad oggi permette all’acquirente di realizzare nei Giardini del Duomo una rampa per nuovi parcheggi, i quali, tra l’altro, genererebbero più traffico tra la piazza e il Girfalco, soprattutto in occasione di eventi, oltre ad impattare sul Parco stesso. Considero dunque importante valutare nuovamente, in primis, la possibilità che il Comune possa trovare finanziamenti per il restauro o in alternativa ragionare per un bando di vendita dove si prendano in considerazione anche le novità fiscali legate ai crediti d’imposta e magari prevedere di concordare con l’eventuale privato vincitore, di lasciare a uso pubblico, alcune aree più esclusive come la terrazza o l’area ex cinema all’aperto, in alcuni periodi dell’anno condivisi con l’amministrazione comunale. Prevedere, infine, una rivalutazione immobiliare, legata all’inflazione in atto, come più volte segnalato dal gruppo consiliare di cui faccio parte».
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