di Alessandro Luzi
I venti di guerra sembrano destinati ad alimentarsi. Infatti, oltre al conflitto russo-ucraino, tutt’altro che vicino al termine, stanno aumentando le tensioni anche tra Cina e Taiwan. Ad accendere la scintilla sarebbe stata la visita a Taiwan di Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Indubbiamente un evento poco gradito dal governo cinese. Infatti Xi Jinping aveva già invitato gli Stati Uniti a non intromettersi nelle loro questioni geopolitiche in quanto ritenuti una minaccia per il Paese. In tutta risposta, ieri, alle 12 locali (le 6 in Italia), sono iniziate le più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno all’isola e intanto sono stati convocati gli ambasciatori del G7 e dell’Ue.
Queste dinamiche alimentano ulteriore incertezza e preoccupazione nel distretto industriale fermano e si sommano a quelle già causate dalla guerra tra Russia e Ucraina. Quali sono le prime impressioni degli imprenditori locali? A riguardo abbiamo sentito il presidente della Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani. «Questa situazione si accoda alle altre difficoltà. Il mondo è in subbuglio e la questione che attualmente preoccupa di più è il conflitto in Russia, a cui consegue l’aumento del costo dell’energia – puntualizza -. La tensione tra Cina, Taiwan e Stati Uniti non è stata ancora percepita come una minaccia in quanto non si è delineato uno scenario ben definito. Questi sono eventi che non possiamo governare. Dobbiamo solo prenderne atto e agire di conseguenza. Oggi stiamo assistendo a un cambiamento radicale della geopolitica e per forza di cose tutti dovranno riposizionarsi per ristabilire un dialogo con un nuovo equilibrio. Per esempio, si sta consolidando una alleanza tra la Russia e i Paesi del Brics a cui seguiranno dei nuovi accordi. Questi scossoni causeranno inevitabilmente un profondo mutamento dei rapporti economici e politici internazionali».
Cina e Taiwan sono di nuovo ai ferri corti, tuttavia Luciani non vede possibile lo scoppio di un nuovo conflitto sul territorio asiatico: «Sicuramente fermenterà una escalation – prevede Luciani – però non sfocerà in un conflitto mondiale perché porterà a grandi distruzioni. In questa fase siamo solo all’inizio del cambiamento. Intanto è necessaria una presa di posizione netta dell’Ue, fino ad oggi troppo “in balia delle onde”. A mio avviso la Cina probabilmente riprenderà Taiwan e questa operazione sarà facilitata dal conflitto russo-ucraino. È una situazione già annunciata. Vediamo fino a che punto si spingeranno».
Intanto i media ufficiali sottolineano che si tratta «di manovre militari e d’addestramento su vasta scala». Questi includono lanci dal vivo di colpi di artiglieria e di missili in sette aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo. Durante le esercitazioni, ieri la Cina ha lanciato 11 missili balistici Dongfeng nelle acque intorno a Taiwan e questa mattina ha triplicato le forze speciali sul territorio. A fronte di ciò, l’esercito di Taipei ha attivato i relativi sistemi di difesa e rafforzato la prontezza al combattimento (fonte Sky tg24). Questo clima di incertezza, in cui il futuro sembra essere avvolto da una fitta nebbia, rende complicata la programmazione aziendale: «L’imprenditore si alza al mattino e lotta contro tantissime difficoltà – afferma Luciani -. Adesso queste stanno aumentando. Alcune sono fisiologiche e relative alle scelte imprenditoriali, altre invece sono determinate dalle situazioni geopolitiche in atto. Attualmente possiamo basare il ragionamento sul panorama odierno e provare ad intuire verso quali direzioni si muove, però sappiamo che questo è un equilibrio precario in quanto può mutare radicalmente in modo improvviso. Ci auguriamo che l’escalation non sfoci in un nuovo conflitto». Proprio riguardo il futuro, il presidente della Confindustria Fermo prova a leggere i movimenti delle grandi potenze mondiali: «La forza economica della Cina è ormai ben nota. Hanno gettato le basi per dominare il futuro, a partire dalla tecnologia e dal 5G. Attualmente stanno lavorando anche al 6G. Gli americani hanno acquisito la consapevolezza della loro leadership per cui stanno provando a contrastarla. Tuttavia credo che Biden verrà sostituito per via del suo atteggiamento riguardo la politica estera. Prevedo un autunno caldo, la tensione crescerà, ma allo stesso tempo si potrà intravedere quale strada iniziamo a percorrere, anche a fronte del nuovo governo italiano».
Luciani conclude con una critica all’Ue, ritenuta passiva nel dialogo internazionale: «La diplomazia europea attualmente è assente. Potevamo apportare il nostro contributo assumendo il compito di territorio cuscinetto tra Russia, Stati Uniti e Cina, invece ci siamo ritratti su noi stessi limitandoci ad infliggere sanzioni. Ora ne stiamo pagando il prezzo. Speriamo non sia troppo alto in vista di una nuova stabilità».
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