Che soddisfazione ritrovarsi ‘stampati’ su una delle più importanti riviste scientifiche della propria specializzazione. Gran bel riconoscimento professionale quello ‘incassato’ dal reparto di Oncologia del Murri di Fermo, guidato dal direttore Renato Bisonni.
Sì perché il suo nome e quello di alcuni oncologi del reparto dell’ospedale di Fermo sono comparsi sul Journal of Clinical Oncology dell’American Society of Clinical Oncology, insomma per gli addetti ai lavori una tra le più importanti se non la più importante rivista scientifica in ambito oncologico clinico.
Ascolta la notizia:
L’articolo, titolato ‘A war within the war’ parla infatti dell’esperienza medica di un ucraino in fuga dalla guerra, affetto da un cancro all’esofago, venuto a Fermo per curarsi dopo che il suo ospedale a Kiev è stato bombardato. Nell’articolo il resoconto di un incontro di quanto sia importante, e questo per Bisonni e i suoi è da sempre un mantra, curare il fisico ma anche prendersi cura dello spirito, della mente, ancor più, come in questo caso, quando si è costretti a lasciare la propria terra, la propria casa, le proprie cure. Per l’oncologia fermana il prendersi cura in maniera, diciamo così, totale, olistica, è fondamentale.
E oggi l’operato del reparto di Oncologia del Murri, dopo la pubblicazione sulla prestigiosissima rivista JCO, potrebbe diventare anche un esempio su scala mondiale. Insomma gli addetti ai lavori, a partire dagli oncologi di tutto il mondo, ora possono sapere che a Fermo c’è un reparto dove sì la battaglia contro il cancro è quotidiana, dove si cura ‘il male’ ma anche dove si dà particolare importanza, nel quadro clinico, anche all’anima e alle sfumature della vita, quella del paziente e quella dei suoi cari. E in un quadro complessivo in cui la sanità è costantemente nel mirino, e certamente quella fermana non è esente a critiche, notizie come queste, dalle nostre parti hanno un valore doppio: rendono merito all’oncologia del Murri in un territorio sempre più in attesa di una sanità in grado di fornire le risposte che il comprensorio merita. Da oggi, dunque, il mondo può sapere che qui, almeno nell’ambito oncologico, non si è secondi a nessuno.
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