‘L’ultimo girone’ dei Litfiba infiamma Monte Urano tra rock e messaggi di pace e legalità

MONTE URANO La seconda data del Bambù Festival ha visto circa 2500 “diablos” dimenarsi al Parco Fluviale Alex Langer. Un concerto di ben due ore in cui non sono mancati i più grandi successi della band fiorentina dal 1980 e lanci di lingerie diretti ad un Piero Pelù evergreen: con Ghigo Renzulli l'energia di sempre sprigionata in una ricca scaletta di 20 brani

di Silvia Remoli

MONTE  URANO – 128 anni in due, eppure le pietre miliari dei Litfiba sembrano essere immuni dal passare del tempo. Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono gli unici ‘superstiti’ della band fiorentina nata nel 1980 e che fino ad oggi ha vissuto molteplici cambiamenti (tra sostituzioni, innesti, separazioni e ricongiungimenti).

LA COMPOSIZIONE DEL TOUR ‘l’ULTIMO GIRONE’

Il gruppo rockettaro che oggi si è esibito sul palco del Bambù Festival nel Parco Fluviale Alex Langer di Monte Urano è composto dagli appena citati inossidabili (il primo al microfono ed il secondo alla chitarra) e da Luca Martelli alla batteria (con le sue energiche bacchette è membro della band dal 2013 e, dopo l’assolo di ‘Paname’, si è meritato a pieno titolo lo pseudonimo di Luke mitraglia‘ con cui lo ha presentato capitan Piero), Fabrizio Simoncini alle tastiere (componente dal 2016) e ‘Black’ Dado Neri al basso (ultimo acquisto del 2021).

IL CONCERTO DI MONTE URANO

Puntuali come un orologio svizzero, i Litfiba deliziano il loro pubblico rispettando l’orario d’inizio stampato sul biglietto: da lì in avanti proseguiranno per due ore piene ed ininterrotte (se non dalla ‘finta pausa’ prima del gran finale) e coinvolgeranno il pubblico con botte e risposte, cori e mini- coreografie.

Lo ‘sciupafemmine’ Pelù invita le ‘pulzelle’ a partecipare al titolo di ‘Regina di cuori delle Marche 2022‘,  e loro rispondono così numerose e solerti,  da assistere ad una pioggia di reggiseni sull’omonima canzone, ovviamente diretti al frontman che conserva un carisma inossidabile.

Più volte Pelù, tra i numerosi messaggi che invitano alla pace nel mondo, ringrazia il territorio fermano per l’accoglienza e per la calorosa e sentita partecipazione, complimentandosi per il paesaggio e per la caparbietà e dedizione al lavoro. Con l’invito a denunciare sempre qualsiasi anomalia «perché dove ci sono i soldi, spesso arriva la malavita».

Immancabile il consueto e malinconico saluto a Ringo de Palma, subentrato  al primo batterista Calamai dal 1983 fino al 1990, quando morì a soli 27 anni per overdose da eroina.
IL VULCANICO PIERO PELU’
E’ sempre lui, anche se ha riposto nella scarpiera i tradizionali stivali da texano,  optando per scarpe da running, decisamente più contemporanee e comode, perfette per dimostrare che non ha perso la sua consueta agilità: su ‘El Diablo’ si riconferma non solo il mattatore e protagonista indiscusso della scena, ma anche coreografo del pubblico, che invita prima ad accovacciarsi e poi ad ‘esplodere’ in un balzo in alto al momento del  noto ritornello.
 A vigilare sul corretto svolgimento del concerto e sugli spettatori, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza con in campo anche un’unità cinofila, Vigili del Fuoco, Protezione civile e ovviamente i sanitari con la Croce azzurra Sant’Elpidio a Mare-Monte Urano che ha accolto al parco Alex Langer anche i colleghi, in loro ausilio, della Croce verde Fermo e dell’Azzurra Porto San Giorgio. Tutto è fortunatamente filato liscio anche dal punto di vista della sicurezza e sanitario. Presente anche il sindaco di Monte Urano, Moira Canigola, che a guardar bene come seguiva Pelù nei testi, era probabilmente più nella veste di fan che non di primo cittadino. 
LA SCALETTA
Ritmo 2#
Proibito
Tex
La preda
Eroi nel vento
Apapaia
Woda woda
Istanbul
Vivere il mio tempo
Fata Morgana
Il volo
Spirito
Regina di cuori
Paname
Lascio Drom (Buon viaggio)
El Diablo
Lulù e Marlene
Dimmi il nome
Lo spettacolo
Cangaceiro

La squadra dei soccorritori


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