di Silvia Remoli
MONTE URANO – 128 anni in due, eppure le pietre miliari dei Litfiba sembrano essere immuni dal passare del tempo. Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono gli unici ‘superstiti’ della band fiorentina nata nel 1980 e che fino ad oggi ha vissuto molteplici cambiamenti (tra sostituzioni, innesti, separazioni e ricongiungimenti).
LA COMPOSIZIONE DEL TOUR ‘l’ULTIMO GIRONE’
Il gruppo rockettaro che oggi si è esibito sul palco del Bambù Festival nel Parco Fluviale Alex Langer di Monte Urano è composto dagli appena citati inossidabili (il primo al microfono ed il secondo alla chitarra) e da Luca Martelli alla batteria (con le sue energiche bacchette è membro della band dal 2013 e, dopo l’assolo di ‘Paname’, si è meritato a pieno titolo lo pseudonimo di ‘Luke mitraglia‘ con cui lo ha presentato capitan Piero), Fabrizio Simoncini alle tastiere (componente dal 2016) e ‘Black’ Dado Neri al basso (ultimo acquisto del 2021).
IL CONCERTO DI MONTE URANO
Puntuali come un orologio svizzero, i Litfiba deliziano il loro pubblico rispettando l’orario d’inizio stampato sul biglietto: da lì in avanti proseguiranno per due ore piene ed ininterrotte (se non dalla ‘finta pausa’ prima del gran finale) e coinvolgeranno il pubblico con botte e risposte, cori e mini- coreografie.
Lo ‘sciupafemmine’ Pelù invita le ‘pulzelle’ a partecipare al titolo di ‘Regina di cuori delle Marche 2022‘, e loro rispondono così numerose e solerti, da assistere ad una pioggia di reggiseni sull’omonima canzone, ovviamente diretti al frontman che conserva un carisma inossidabile.
Più volte Pelù, tra i numerosi messaggi che invitano alla pace nel mondo, ringrazia il territorio fermano per l’accoglienza e per la calorosa e sentita partecipazione, complimentandosi per il paesaggio e per la caparbietà e dedizione al lavoro. Con l’invito a denunciare sempre qualsiasi anomalia «perché dove ci sono i soldi, spesso arriva la malavita».
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